Berlusconi: al Paese occorre stabilità non possiamo permetterci nuove elezioni
Apr 22nd, 2011 | Di cc | Categoria: Politica
Il Paese non si può permettere nuove elezioni. Lo dichiara il presidente del consiglio Silvio Berlusconi nella prefazione al libro “Perché Berlusconi - Scilipoti re dei peones”. “Scilipoti chiarisce e precisa i motivi fondanti che hanno portato alla costituzione del nuovo Gruppo parlamentare dei Responsabili: la preoccupazione per un Paese che sta superando una grave crisi economica e che non si può permettere nuove elezioni in quanto bisognoso di una stabilità e di una continuità di Governo per risolvere le numerose emergenze nazionali ed internazionali”. “Questo libro – prosegue il premier è un sasso gettato nello stagno dell’ipocrisia politica oggi alimentata da quell’egemonia culturale della sinistra che non cambia mai i suoi metodi e si culla nell’illusione di una sua pretesa superiorità etica”. Così i “professionisti della disinformazione” guidano questa macchina, questo “mostro con ‘licenzà senza limiti di insultare, calunniare e demonizzare l’avversario, nonchè di inventare di sana pianta dichiarazioni e fatti”. Un “perverso meccanismo perfettamente oleato”, che “negli ultimi vent’anni ha causato un gran numero di vittime” che si è mosso contro la “vittima” Scilipoti, “fra i primi ad aderire a quel gruppo dei ‘Responsabilì che ha consentito al governo di conservare alla Camera dei Deputati la maggioranza conferitagli dagli elettori nelle elezioni politiche del 2008 e confermata, negli anni successivi, con le consultazioni europee, regionali ed amministrative”. Questa macchina del fango, continua ancora Berlusconi nel suo attacco, “produce pericolose liste di prescrizione ed alimenta ogni giorno un perenne clima di tensione politica nel rispetto del falso” ed è “ormai assurta a totem della libertà di stampa” che “va in onda ogni giorno anche e soprattutto in tanti programmi della radio e della televisione pubblica”. Tornando infine al libro di Scilipoti, Berlusconi conclude dicendo: “Queste pagine sono, insomma, una sacrosanta ribellione ai ‘soviet’ politici e mediatici che, in nome di una strabica ‘fatwa’ morale, mirano a colpevolizzare ed a rendere oggetto di incivile satira chi ha l’unica colpa di essersi affrancato dal mondo della sinistra”.