Rosy Bindi che legge Wikipedia dallo scranno della presidenza della Camera per gettare fango sul capogruppo del Pdl dopo aver gridato in diretta tv, dai banchi del Pd, “P2, P2″ mentre parlava Cicchitto, è il simbolo più evidente della deriva forcaiola e inconcludente in cui è scivolata l’opposizione dopo la sconfitta parlamentare del 14 dicembre. Se si pensa alla prima seduta della Camera, il 29 aprile di tre anni fa, quando Veltroni parve finalmente aprire una stagione di reciproca legittimazione tra maggioranza e opposizione, sembra passato un secolo o anche di più. In mezzo, c’è stata solo un’escalation di insulti, di spallate fallite e di massimalismo, esattamente l’opposto di quanto avrebbe bisogno il Paese. Berlusconi e il suo governo sono stati accusati di tutte le nefandezze possibili, si sono sparsi veleni e falsità con l’unico intento di mobilitare la piazza contro il Caimano, questo senza mai mettere in campo una proposta politica alternativa, un’agenda di riforme oppure un’altra “idea di Paese”. Niente: solo l’odio e la rabbia di vedere ancora, diciassette anni dopo la discesa in campo, Berlusconi a Palazzo Chigi, per di più retto da una maggioranza forte, convinta e coesa, a dispetto di tutto e di tutti, dei poteri forti, dei blitz nell’alta finanza, delle congiure di Palazzo, dei giornali-partito e degli assalti mediatici. La sinistra ha sempre predicato la centralità del Parlamento: ebbene, prenda atto che Berlusconi conserva una maggioranza in Parlamento, anche dopo la secessione di Fini, e che finora ha dimostrato di averla anche nel Paese, nonostante le tempeste di tre anni drammatici, dalla crisi finanziaria all’esodo dal Nordafrica. Se l’opposizione, Pd in testa, ritrovasse un briciolo di responsabilità, utilizzerebbe i due restanti anni di legislatura per cambiare schema di gioco invece di continuare a inseguire l’antagonismo di piazza. Il riformismo non si declina certo col popolo viola che urla davanti a Montecitorio. Sul processo breve, ad esempio, la sinistra aveva tutto il diritto di non condividere il provvedimento - anche se ne aveva presentato uno simile cinque anni fa - ma poteva benissimo evitare l’ostruzionismo a oltranza che ha scelto di praticare alla Camera, magari dicendo quale riforma della giustizia ha in mente, visto che ora perfino Bersani si è messo a scrivere libri, e in quello appena uscito prende curiosamente le distanze dal giustizialismo. Se si chiedesse a un cittadino qual è la ricetta del Pd per guarire i mali della giustizia italiana certamente non saprebbe rispondere. L’atteggiamento ostruzionistico serve a poco, se non a compiacere i giornaletti che sostengono i pasdaran dell’estrema sinistra, ed è la spia rossa della crisi endemica in cui versa l’opposizione. Ma la sinistra italiana non ha alcuna intenzione di cambiare registro, e di uscire dal tunnel senza uscita dell’antiberlusconismo viscerale. La disfatta del 14 dicembre, quando fallì l’agguato parlamentare a Berlusconi, ha purtroppo peggiorato le cose, portando all’impazzimento generale di una nomenklatura, quella postcomunista, inadeguata e impotente, ridotta a leggere la Costituzione in Aula con il loro leader ombra, D’Alema, che è arrivato a tirare per la giacca il capo dello Stato invitandolo irritualmente a sciogliere le Camere. Salvo poi, a scrutinio segreto, scoprire che nel centrosinistra c’è una schiera di parlamentari disposti a tutto per di non andare a votare. Uno spettacolo imbarazzante, insomma, che non ha ancora esaurito le repliche. Governo/Cicchitto: decantazione? Scordatevelo “Il governo di decantazione o di transizione o tecnico era ipotizzabile, certamente non col nostro consenso, nel caso in cui il 14 dicembre il governo Berlusconi fosse andato in minoranza. Invece e’ successo esattamente l’opposto e quindi oggi non si vede il terreno su cui si dovrebbe realizzare un governo di decantazione al posto di un governo come quello Berlusconi che ha la maggioranza sia alla Camera che al Senato”. Lo afferma il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, commentando la lettera di Walter Veltroni e Beppe Pisanu. Governo/Lupi: decantazione? Ipotesi assurda ”I governi di decantazione, quelli istituzionali e quant’altro si fanno quando un governo non ha una maggioranza e va in crisi. Mi sembra proprio che non siamo affatto in queste condizioni. Quindi, la democrazia vuole che chi vince e ha la maggioranza deve governare. Punto”. Maurizio Lupi, vicepresidente della Camera e deputato pidiellino, boccia la proposta Veltroni-Pisanu di un governo di decantazione per le riforme. ”Se mai - dice Lupi - il mio auspicio che ci sia non un governo di decantazione, ma un rapporto diverso e meno conflittuale tra maggioranza e opposizione come, tra l’altro, Veltroni si augurava all’inizio della legislatura. Un auspicio di collaborazione che poi puntualmente il Pd e con lui tutta la sinistra e’ stato tradito”. ”Non vorrei - conclude Lupi - che questa fosse l’ultima proposta di chi e’ ormai sconfortato come Veltroni dopo aver letto il risulato del voto segreto in Aula sul processo breve, che ha visto pezzi dell’opposizione votare a favore della maggioranza”. Governo/Quagliariello: la maggioranza c’è, ora avanti sulla giustizia ”Il dato politico emerso dal voto di mercoledi’ e’ che la maggioranza c’e’ e quindi dobbiamo finire il lavoro e non lasciarlo a meta”’. E’ quanto afferma al Corriere della Sera il vicecapogruppo Pdl al Senato, Gaetano Quagliariello, che, alle critiche della magistratura, replica: ”E’ assolutamente ragionevole aver operato una scelta a favore degli imputati incensurati”.”Adesso - annuncia Quagliariello - andremo avanti con la riforma costituzionale e con la nuova legge sulle intercettazioni, che e’ un tema molto sentito dall’opinione pubblica”. L’esponente del Pdl respinge inoltre l’ipotesi che il processo breve serva per anticipare la chiusura del processo Mills. ”Nel processo Mills - afferma - la partita giocata dalla magistratura e’ stata tutta politica: cercare comunque di giungere a una sentenza di primo grado, magari una condanna esemplare, pur sapendo che il 2 gennaio 2012 interverra’ la prescrizione”.