Governo, conta il voto del Parlamento

Apr 17th, 2011 | Di cc | Categoria: Politica

Scusate, ma chi ha vinto? A leggere molti giornali, a seguire i consueti talk show, abbiamo la visione di un’Italia alla rovescia. Il centrodestra e il governo hanno ottenuto due giorni fa una eccellente vittoria in Parlamento, senza voti di fiducia, vittoria tanto più significativa perché più ampia con lo scrutinio segreto (il che dimostra l’ulteriore crisi delle opposizioni). Ma la sinistra e suoi alleati non ci stanno.·        Il capo dello Stato viene per l’ennesima volta tirato in ballo, quasi fossimo in una repubblica presidenziale.·        Il voto del Parlamento, del quale tante volte si è rivendicata la centralità, stavolta non conta, perché se il governo va sotto è un fatto di libertà, diversamente si tratta di “Parlamento che perde tempo”. O peggio.·        Dopo il presidente della Camera che fonda partiti, abbiamo il vicepresidente della Camera, di sinistra, che si mette a gridare e inveire contro i parlamentari avversi. E’ questa la terzietà delle istituzioni?·        Su un quotidiano di sinistra c’è chi invoca apertamente un colpo di Stato con polizia e carabinieri, con sospensione delle garanzie parlamentari, e questo perché per cacciare Berlusconi “non esistono le condizioni di una prova di forza dal basso, o ammesso che esistano, porterebbero a esiti catastrofici”.·        Una certa intellighenzia considera insomma l’Italia come il Guatemala o il Cile di alcuni anni fa, ma nessuno (tranne il Foglio e il Corriere di oggi) se ne scandalizza. Al contrario, si va avanti con gli appelli contro il “regime”.·         Il Pd e Di Pietro continuano a puntare sulla piazza, benché riescano a radunare quattro gatti.·        La presidente super-finiana della Commissione Giustizia della Camera - un organismo di garanzia parlamentare che la stessa guida continuando ad esercitare la sua professione di avvocato - giudica “da Far West” quanto appena approvato dal Parlamento. Fateci capire: da che parte sono i conflitti d’interesse?·        Ma soprattutto, dopo l’ennesima sconfitta, l’opposizione non mostra ancora di aver capito nulla. La piazza, qualche giornale, qualche salotto, il tirare per la giacca il presidente della Repubblica: questi sono i suoi metodi. Tutto tranne qualche proposta politica seria, un minimo di autocritica, un tentativo di ricostituire un programma e una base da cui ripartire.

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