E in Aula tra insulti e ostruzionismo
Apr 7th, 2011 | Di cc | Categoria: Cronaca Nazionale
Sempre più a corto di argomenti, l’opposizione a Montecitorio ha portato il dibattito sul processo breve molto al di sotto del minimo etico. In quella che è stata battezzata come la notte dei lunghi cavilli, se ne sono infatti sentite di tutti i colori: da un riferimento alla specificità del culatello a una dotta citazione - in volgare - del marchese del Grillo. Nella foga ostruzionistica, evidentemente, tutto viene ritenuto lecito. Del resto, se il buongiorno si vede dal mattino, da come era iniziata la seduta di ieri non c’era da aspettarsi molto di meglio. L’approvazione del processo verbale, infatti, aveva occupato l’aula di Montecitorio per l’intera mattinata. Quella che doveva essere una semplice operazione procedurale si è trasformata così - complice la presidenza della Camera - in un vero e proprio fuoco di sbarramento per rallentare l’iter della legge che per la sinistra non serve ai cittadini ma favorisce solo Berlusconi. La realtà è molto diversa, perché la legge va incontro prima di tutto ai ripetuti richiami giunti dall’Europa sulla lentezza della giustizia italiana, ma tant’è: i parlamentari del Pd e dell’Idv si sono iscritti in massa a parlare per chiarire alcuni passaggi degli interventi della seduta precedente relativi alla proposta di legge sui piccoli comuni. Un precedente pericolosissimo, perché d’ora in poi l’opposizione potrà bloccare a suo piacimento i lavori d’Aula: si è infatti autorizzata una forma tutta nuova - e irresponsabile - di ostruzionismo da parte di una sinistra che non ha nessuna intenzione di confrontarsi nel merito dei provvedimenti, ma che si arroga il diritto di paralizzare il Parlamento per impedire alla maggioranza di legiferare. Fini si è impegnato per il futuro, in caso di situazioni analoghe, a ridurre il tempo massimo degli interventi, ma il danno è già stato fatto e ha riproposto il problema di un presidente della Camera che non è super partes. Franceschini ha detto chiaro e tondo che il Pd utilizzerà tutti gli strumenti parlamentari a disposizione per ritardare l’approvazione del processo breve, ma è del tutto evidente che nessuna interpretazione del regolamento può arrivare a paralizzare i lavori di un ramo del Parlamento senza la sponda “politica” di chi dovrebbe fare l’arbitro.