Il Camice invisibile: la Campania può sperimentare lo psicologo di base
Mar 28th, 2011 | Di cc | Categoria: SaluteSi è aperta questa mattina la discussione sulla psicologia clinica in ambito sanitario all’interno del convegno “IL CAMICE INVISIBILE”
Uno psicologo di base che, come l’omologa figura del medico, assista i pazienti che abbiano bisogno di assistenza per problemi mentali e comportamentali. E’ questo il tema di cui si è discusso al convegno “Il Camice invisibile”, organizzato dall’Ordine degli psicologi della Campania, in collaborazione con l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici presso il Palazzo Serra di Cassano a Napoli.
Alla presenza dell’On. Michele Schiano, presidente della V Commisione Sanità e Sicurezza sociale del Consiglio regionale Campania, Raffaele Felaco presidente Ordine Psicologi Campania, Gabriele Peperoni presidente Ordine dei Medici di Napoli e Giuseppe Ruggiero, Didatta IMePS (Istituto di Medicina e Psicologia Sistemica) si è discusso in particolar modo della necessità di aprire un tavolo per la sperimentazione dello psicologo di base nella Regione Campania, per un progetto che nei prossimi anni potrebbe trovare applicazione su tutto il territorio nazionale.
Sulla base di alcune pubblicazioni, è noto infatti che almeno il il 50% delle richieste che pervengono ai Medici di Medicina Generale, dietro la “proposta” di un sintomo somatico, esprimono disagi di tipo relazionale/esistenziale. Le più recenti tendenze della psicologia della salute e della psicosomatica stanno inoltre ad indicare che qualunque tipo di problema venga portato al medico può trovare migliore soluzione se, oltre ad essere considerato in termini biologici, viene inquadrato nel contesto relazionale e nel ciclo di vita del paziente. Ciò che accade di fatto è che in molti casi il medico, non essendo in grado di soddisfare la domanda complessa del paziente, tenta di fornire una risposta ricorrendo all’effettuazione di analisi e alla somministrazione di farmaci di cui per primo riconosce la dubbia utilità.
L’accesso volontario e diretto a uno psicologo, in grado di dare risposta ad un disagio di origine non biologica, è reso estremamente difficile dal perdurante pregiudizio sociale nei confronti degli utenti di qualunque tipo di servizio specificamente operante nel campo della salute mentale. Questo fa sì che il contatto con l’utente avvenga in genere in fasi del disagio drammaticamente tardive. A conferma di questa difficoltà, un recente studio dell’Ordine degli Psicologi (Ponzio, 2008) ha mostrato che solo il 5,5% della popolazione adulta ha avuto nel corso della sua vita un contatto professionale con uno psicologo, ivi incluse situazioni non cliniche, quali orientamento, selezione, formazione ecc.
Appare quindi non solo opportuna, ma forse necessaria, se si intende offrire un’assistenza adeguata ai cittadini, l’introduzione di uno “Psicologo di Base” in una dimensione di collaborazione congiunta a fianco del Medico di Medicina Generale, allo scopo di offrire un approccio globale alle richieste dei pazienti, senza la necessità né di un invio né di una specifica domanda psicologica, entrambe, come sopra descritto, di assai difficile realizzazione.
Un’esperienza di questo tipo è stata attuata dalla Scuola di Specializzazione in Psicologia della Salute dell’Università “Sapienza” di Roma. L’esperienza dura ormai da 10 anni e ha coinvolto 10 studi medici, di Roma, Orvieto e Rieti, per un periodo di 3 anni ciascuno. L’iniziativa di copresenza Psicologo di Base/Medico di Medicina Generale è apparsa del tutto fattibile, ha riscosso il gradimento della grandissima maggioranza dei pazienti e ha comportato un numero esiguo di invii ad operatori della salute mentale, dissipando quindi il timore di un incremento di richieste ai servizi specialistici con conseguente aumento di spesa. Ogni psicologo nel corso di 3 anni ha incontrato circa 700 pazienti, è intervenuto in circa 120 casi, in modo più approfondito in circa 15. In un caso in cui è stato possibile conoscere la spesa farmaceutica relativa allo studio medico prima e dopo l’ingresso dello psicologo si è riscontrato un risparmio del 17%, pari a 75.000 euro in un anno. È ipotizzabile un risparmio analogo sulla spesa per indagini strumentali e ricoveri ospedalieri.
“Nel panorama della professionalità psicologica - sostiene Raffaele Felaco, presidente dell’Ordine degli Psicologi della Campania - la proposta di istituire lo “psicologo di base”, nel suo evidente accostamento al “medico di base”, può provocare una reazione di sorpresa, eppure oggi si può dire che si tratta di una proposta del tutto realistica se è vero come è vero che è stata presentata come progetto di legge al Parlamento. I resoconti da molte nazioni - ha spiegato Felaco - indicano che i medici di famiglia o i pediatri vengono molto più spesso consultati, per problemi mentali e comportamentali, degli psicologi o di altri operatori specializzati nella salute mentale. Per sfruttare appieno questa opportunità, sarebbe probabilmente utile che gli psicologi assumessero una collocazione più capillare e penetrante nel sistema di cura della salute”.