La saggezza del governo sulla Libia
Mar 24th, 2011 | Di cc | Categoria: Politica
Il passaggio alla Nato del comando delle operazioni sulla Libia non è solo un successo diplomatico dell’Italia: è anche un riconoscimento della linea di saggezza tenuta fin dall’inizio dal nostro governo. Linea che oltre all’opzione-Nato riguarda altri punti fondamentali.Il primo è la soluzione da dare alla crisi. Silvio Berlusconi è stato, assieme a Barack Obama e Vladimir Putin, tra i primi leader mondiali a porsi questo problema e iniziare a studiare concretamente la situazione. La risoluzione dell’Onu non prevede né la caccia, né la cacciata di Gheddafi, così come ai tempi della guerra del Kosovo non prevedeva la fine di Slobodan Milosevic. Infatti il dittatore serbo rimase al governo fino all’evoluzione democratica del suo paese, e furono poi i serbi a esautorarlo. Un’evoluzione non traumatica di questo tipo, basata sull’autodeterminazione, è quanto si augura il nostro governo anche per la Libia, visto che tutti gli esperti prevedono che la fase militare prima o poi finirà, o sia addirittura destinata ad entrare in fase di stallo.Il secondo punto è la gestione dei profughi. L’accordo raggiunto ieri con le regioni riconosce non solo la fondatezza dell’allarme lanciato fin da subito dal governo, ma anche la soluzione indicata con l’accordo tra governo e regioni. Certo, sarebbe stato ancora più preferibile che della questione si fossero fatti carico gli organismi internazionali che hanno promosso l’intervento in Libia, come accadde per l’Unione europea ai tempi della guerra del Kosovo. Ma appunto fino a ieri mancava una catena di comando chiara.La sintesi di tutto questo è che le maggiori potenze mondiali danno ragione al governo italiano e ne riconoscono pienamente il ruolo e la centralità. Stessa cosa sul fronte interno per le regioni, il cui rappresentante è Vasco Errani, del Pd. E ovviamente per l’idem sentire tra governo e Quirinale. Mentre l’opposizione politica, da Bersani a Fini, continua a sostenere esattamente il contrario, che l’Italia e Berlusconi non hanno un ruolo. Che siano invece loro a non averlo, e non da ora?