La Parola di oggi

Mar 23rd, 2011 | Di cc | Categoria: Religione

LA PAROLA DI OGGI
24 marzo 2011
Giovedì
S. Romolo - II di quaresima (A) - II

PREGHIERA DEL MATTINO
Salvami, Signore, come attraverso il fuoco del più esigente degli amori,
da questo mondo presente, affinché io sfugga alle fiamme eterne. Non
rinunciare a correggermi come un figlio prediletto; fa’ che impari a
vivere secondo il tuo cuore a immagine di Davide, al quale perdonasti
tutti i suoi peccati. Concedi che la porta della mia anima si apra alla
chiamata del povero e di colui che ha bisogno di tempo, di attenzione o
di aiuto materiale. Fa’ che io mi serva di una misura eccessiva per
servire i miei signori, i poveri, nei quali tu vieni a visitarmi.

PRIMA LETTURA (Ger 17,5-10)
Maledetto chi confida nell’uomo; benedetto chi confida nel Signore.
Dal libro del profeta Geremia
Così dice il Signore:
«Maledetto l’uomo che confida nell’uomo, e pone nella carne il suo
sostegno, allontanando il suo cuore dal Signore. Sarà come un tamerisco
nella steppa; non vedrà venire il bene, dimorerà in luoghi aridi nel
deserto, in una terra di salsedine, dove nessuno può vivere.
Benedetto l’uomo che confida nel Signore e il Signore è la sua fiducia.
È come un albero piantato lungo un corso d’acqua, verso la corrente
stende le radici; non teme quando viene il caldo, le sue foglie rimangono
verdi, nell’anno della siccità non si dà pena, non smette di produrre
frutti.
Niente è più infido del cuore e difficilmente guarisce! Chi lo può
conoscere? Io, il Signore, scruto la mente e saggio i cuori, per dare a
ciascuno secondo la sua condotta, secondo il frutto delle sue azioni».
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 1)
R. Beato l’uomo che confida nel Signore.
Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi,
non resta nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli arroganti,
ma nella legge del Signore trova la sua gioia,
la sua legge medita giorno e notte. R.
È come albero piantato lungo corsi d’acqua,
che dà frutto a suo tempo:
le sue foglie non appassiscono
e tutto quello che fa, riesce bene. R.
Non così, non così i malvagi,
ma come pula che il vento disperde;
poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti,
mentre la via dei malvagi va in rovina. R.

CANTO AL VANGELO (cf. Lc 8,15)
R. Lode e onore a te, Signore Gesù.
Beati coloro che custodiscono la parola di Dio
con cuore integro e buono
e producono frutto con perseveranza.
R. Lode e onore a te, Signore Gesù.

VANGELO (Lc 16,19-31)
Nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora
lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai farisei:
«C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino
finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome
Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con
quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano
a leccare le sue piaghe.
Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo.
Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti,
alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora
gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a
intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché
soffro terribilmente in questa fiamma”.
Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto
i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è
consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi
è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da
voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”.
E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di
mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché
non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose:
“Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre
Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo
rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche
se uno risorgesse dai morti”».
Parola del Signore.

OMELIA
“Quant’è difficile, per coloro che possiedono ricchezze, entrare nel
regno di Dio!” (Lc 18,24). Perciò è necessario, dice Gesù, un cambiamento
radicale del nostro atteggiamento. È necessario liberarci di tutte le
ricchezze che appesantiscono il nostro cuore, è necessario staccarsene,
perché esse ci impediscono di vedere il povero che “giace alla nostra
porta”. Chi tra noi oserebbe dire che non tiene a nessuna ricchezza?
Siamo tutti assai preoccupati di noi stessi, del nostro agio, dei nostri
interessi… La vera privazione, la più importante agli occhi di Dio, è
quella che libera il nostro cuore dal suo egoismo e che lo apre agli
altri.
Il Vangelo ci dà modo di conquistare veri tesori che nulla può intaccare:
mettendo al servizio dei poveri, con umiltà, tutto ciò che abbiamo in
beni materiali, talento, potere, qualità. Allora, coloro che avremo
soccorso verranno da questa terra in nostro aiuto: non solamente faranno
scaturire ciò che vi è di migliore in noi, la gioia del dare, ma ci
faranno ottenere per noi un posto nel regno di Dio, che non appartiene
che ai poveri.

PREGHIERA DELLA SERA
Come accadde al nostro padre Giacobbe, che vide Dio in faccia, il mio
cuore attraverserà le tenebre della notte fino in fondo, e scoprirà il
vero tesoro. Abbandonerò tutte le false ricchezze, anche la più piccola
delle quali può accecarci al punto di non farci percepire l’annuncio di
coloro che sono tornati dai morti, di coloro che hanno attraversato la
grande notte del Sabato Santo. Conservami piccino dinnanzi al tuo volto
affinché io non conosca la trappola delle ricchezze dell’intelligenza e
dell’affettività, quelle del corpo e quelle dell’anima.

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