La Parola di oggi
Mar 22nd, 2011 | Di cc | Categoria: ReligioneLA PAROLA DI OGGI
23 marzo 2011
Mercoledì
S. Turibio de Mogrovejo - II di quaresima (A) - II
PREGHIERA DEL MATTINO
Signore, vorrei seguirti proprio come la roccia che si spostava nel
deserto, vorrei bere al tuo costato ferito, vorrei succhiare il sangue
prezioso dell’amore. Come l’apostolo, vorrei essere sempre con te e solo
con te, anche se dovessi versare il mio sangue nell’estrema
testimonianza. Voglio seguirti sulla terra ed entrare con te nelle
regioni celesti. Non ho rifiutato il calice che il Padre mi ha dato da
bere, perciò ricordati di me, Signore, quando verrai nel tuo Regno.
PRIMA LETTURA (Ger 18,18-20)
Venite, e colpiamo il giusto.
Dal libro del profeta Geremia
[I nemici del profeta] dissero: «Venite e tramiamo insidie contro
Geremìa, perché la legge non verrà meno ai sacerdoti né il consiglio ai
saggi né la parola ai profeti. Venite, ostacoliamolo quando parla, non
badiamo a tutte le sue parole».
Prestami ascolto, Signore, e odi la voce di chi è in lite con me. Si
rende forse male per bene? Hanno scavato per me una fossa. Ricòrdati
quando mi presentavo a te, per parlare in loro favore, per stornare da
loro la tua ira.
Parola di Dio.
SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 30)
R. Salvami, Signore, per la tua misericordia.
Scioglimi dal laccio che mi hanno teso,
perché sei tu la mia difesa.
Alle tue mani affido il mio spirito;
tu mi hai riscattato, Signore, Dio fedele. R.
Ascolto la calunnia di molti: «Terrore all’intorno!»,
quando insieme contro di me congiurano,
tramano per togliermi la vita. R.
Ma io confido in te, Signore;
dico: «Tu sei il mio Dio,
i miei giorni sono nelle tue mani».
Liberami dalla mano dei miei nemici
e dai miei persecutori. R.
CANTO AL VANGELO (cf. Mc 10,45)
R. Lode e onore a te, Signore Gesù.
Io sono la luce del mondo, dice il Signore;
chi segue me, avrà la luce della vita.
R. Lode e onore a te, Signore Gesù.
VANGELO (Mt 20,17-28)
Lo condanneranno a morte.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i
dodici discepoli e lungo il cammino disse loro: «Ecco, noi saliamo a
Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti
e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani
perché venga deriso e flagellato e crocifisso, e il terzo giorno
risorgerà».
Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e
si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli
rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno
alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello
che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono:
«Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però
sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per
coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma
Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni
dòminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi
vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere
il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non
è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in
riscatto per molti».
Parola del Signore.
OMELIA
La croce è sempre presente nel cuore di Gesù. È la meta della sua vita.
Sarà un sacrificio liberamente offerto, e non solo un martirio: Gesù ben
lo mostra annunciando con precisione ai suoi apostoli che cosa gli
sarebbe accaduto. Certo, egli aggiunge che “il terzo giorno risusciterà”,
ma si sente che ora è tutto rivolto alla passione che si avvicina. I
sentimenti di Giacomo, di Giovanni e della loro madre appaiono molto
umani. Questo bisogno di gloria, questo bisogno di apparire, esiste in
ciascuno di noi. Il nostro io resta sempre più o meno occupato dal
desiderio di dominare. Ma Gesù ci avverte come avverte Giacomo e
Giovanni: se vogliamo essere con lui nella sua gloria, dobbiamo bere per
intero il suo calice, cioè dobbiamo anche noi morire, fare la volontà del
Padre, portare la nostra croce seguendo Gesù, senza cercare di sapere
prima quale sia il nostro posto nel suo regno.
La reazione di sdegno degli altri dieci discepoli è anch’essa molto
umana. E Gesù, seriamente, li invita a un rovesciamento totale di valori.
Nella nuova comunità per la quale egli sta per dare la vita, il primo
sarà l’ultimo, “appunto come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per
essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti”.
Chiediamo la grazia di divenire servi, e servi davvero umili, pronti a
soffrire e a sacrificarsi. Preghiamo Maria perché interceda per noi: ai
piedi della croce, ciò che Maria chiede per i suoi figli è che abbiano
parte, come lei e con lei, al sacrificio del suo Figlio.
PREGHIERA DELLA SERA
“Io veglio in una notte fonda. Quando sarà di nuovo mattina, Signore,
rischiara e guida la mia anima sul sentiero dei tuoi comandamenti;
insegnami, Salvatore, a fare la tua volontà. Per il peccato la notte ha
invaso la mia anima, la mia vita si è bloccata nelle tenebre senza
possibilità di uscita. Tu solo, mio Dio, puoi fare di me un figlio della
luce. Come il figliol prodigo, ho dissipato i tuoi doni, il mio spirito
lontano da te si è oscurato nella menzogna, ma io mi rialzerò dall’ombra
della morte e ritornerò da te