Alfano: la nostra proposta non è contro la magistratura
Mar 16th, 2011 | Di cc | Categoria: Cronaca Nazionale
“Il nostro progetto si basa su due pilastri portanti: ciascuno faccia il proprio mestiere e chi sbaglia paga”. Così il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ospite a Ballarò spiega la riforma costituzionale della giustizia presentata dal governo.“Il pm sostiene l’accusa in giudizio e prima svolge le indagini; l’avvocato assiste il cittadino; e il giudice, equidistante, giudica. Così c’è la piena parità fra accusa e difesa e lo sganciamento fra la carriera del giudice e del pm che sancisce una sacralità del giudice. Oggi non è così, perché fanno lo stesso mestiere. E’ una grave commistione perché il cittadino non ha la piena percezione della terzietà del giudice”.Il Guardasigilli chiarisce che “nella nostra proposta, la responsabilità del magistrato si estende allo Stato. I cittadini devono sapere che se il patrimonio del magistrato non è capiente interviene lo Stato”.Alfano sottolinea a più riprese un concetto fondamentale: “Questa non è una riforma contro la magistratura. Noi intendiamo fare un servizio ai cittadini rendendo il processo più giusto affinché le due parti siano uguali. Non vogliamo riformare la magistratura, ma la giustizia”. E, rivolto al presidente del Pd Rosy Bindi, aggiunge: “Crediamo che non sia giusto mettere il pm sotto l’esecutivo. Dal momento che non abbiamo il senso dell’immortalità, un pm sotto un ministro della giustizia della sinistra non lo vogliamo”.Per il ministro, il governo ha il dovere di portare il progetto a compimento: “Se noi arrivassimo al 2013 senza che premier e maggioranza avessero promosso la riforma della Giustizia tanti, anche a sinistra, si alzerebbero e ci rimprovererebbero di non averla fatta in dieci anni al governo. Noi sfidiamo tutti i conservatori dell’altra parte politica che non vogliono cambiare la giustizia pur di far male a Berlusconi”.Tornando a chiarire gli obiettivi del provvedimento, Alfano spiega che la proposta prevede la modifica dell’art. 109 della Costituzione e rivede i rapporti tra la Polizia giudiziaria e il Pubblico ministero: “Vogliamo tornare alla ripartizione dei compiti che ha funzionato benissimo dal 1948 fino al 1989. Un rapporto che è stato sempre funzionale al sistema democratico italiano e che non si capisce perché dovrebbe diventare eversivo dal 2011 in poi”.Al presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Luca Palamara, che contesta la perdita di indipendenza e autonomia del pm nel nuovo rapporto con la polizia giudiziaria (verrebbe “sottratta al controllo dei pm, che possono muoversi solo nel recinto delle notizie di reato portate dalla polizia giudiziaria” e dunque non ci sarebbero state le inchieste sul G8 che vide coinvolta la stessa polizia), il Guardasigilli ribatte: “Polizia, Carabinieri, Guardia di finanza non sono al servizio di nessuno, solo delle leggi e della loro coscienza. Se l’Anm pensa di fare campagna elettorale per opporsi alla riforma con questi argomenti troverà un ministro che difenderà la polizia in tutte le piazze”.A una domanda rivoltagli dal direttore del Fatto Quotidiano, Antonio Padellaro, sulle accuse rivolte dal premier Berlusconi ai magistrati, il ministro replica di non provare alcun imbarazzo: “Sono ministro di un governo che rispetta il proprio programma. Il presidente del Consiglio è stato attaccato più volte…”. Poi, sollecitato dal presidente dell’Anm, conclude: “Non parlo di attacchi dei magistrati che si esprimono attraverso il processo, ma mi riferisco alle dichiarazioni di tanti magistrati che nel corso di 17 anni hanno attaccato anche pubblicamente Berlusconi”. Processo breve/Cicchitto: sinistra iniqua, critica sempre ”Il fatto che la sinistra continui a criticare il processo breve dimostra l’iniquita’ della posizione dell’opposizione visto che il relatore Paniz ha presentato oggi un emendamento per cancellare la norma transitoria”. E’ il commento del capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto. ”Allora, evidentemente - prosegue - il problema non era solo quello di questa norma sulla retroattivita’ del processo; essi contestano alla radice un provvedimento equo che ci e’ richiesto anche alla Comunita’ europea e si muovono nel quadro della strumentalita’ piu’ piena visto che vorrebbero processi brevissimi per Berlusconi e lunghissimi per i comuni cittadini”. Processo breve/Paniz: nessuno può dire che è norma ad personam ”L’avevo promesso e l’ho fatto. Ora nessuno puo’ piu’ dire che e’ una norma ad personam. Se le opposizioni collaboreranno potremo fare insieme una norma importante per i cittadini italiani, altrimenti proveremo a farla da soli”. Lo dice il relatore del processo breve, Maurizio Paniz, a proposito del suo emendamento per stralciare la norma transitoria dal provvedimento.