La giustizia che serve agli italiani

Mar 11th, 2011 | Di cc | Categoria: Politica

La riforma della giustizia “non è una legge ad personam” perché è una riforma di sistema e “non riguarda i processi in corso”. Il presidente del consiglio Silvio Berlusconi lo ha sottolineato nel corso della riunione del Consiglio dei ministri che ha approvato all’unanimità la riforma costituzionale della giustizia. Una riforma “epocale”, ha ripetutamente dichiarato nei giorni scorsi il premier. Nella conferenza stampa successiva alla riunione del Consiglio dei ministri, Berlusconi pone tra l’altro l’accento sul ruolo che la riforma svolgerà al fine di garantire a tutti i cittadini un giusto processo. “Il giusto processo - rimarca il capo del governo - non solo deve essere portato a termine in tempi ragionevoli, deve garantire un contradditorio tra le parti e deve essere garantito da una parità tra accusa e difesa. È questa la filosofia principale della riforma. Il giusto processo è un diritto dei cittadini”. Quanto al caso Ruby, con l’inchiesta milanese la riforma c’entra “zero. È una riforma che volevamo dal ‘94”. Se la riforma fosse stata fatta allora, la storia del Paese - viene chiesto al premier - sarebbe cambiata? “Non ci sarebbe stata - risponde il Cavaliere - quella situazione che ha portato a cambiamenti di governo, all’annullamento di una classe di governo nel ‘92-93, all’abbattimento di un governo nel ‘94, alla caduta di un governo di sinistra nel 2008 per la proposta di riforma della giustizia del ministro Mastella e il tentativo di eliminare per via giudiziaria il governo in carica”. A proposito delle vicende giudiziarie che lo riguardano e che lo hanno riguardato, il Cavaliere lamenta: “È una cosa risibile dire che non mi sono difeso nei processi. Ora ho superato il blocco impostomi dai miei avvocati, e questa volta sarò presente in aula. Mi prenderò delle belle soddisfazioni e spiegherò agli italiani come sono le cose”. Dieci leggi di attuazione. “Questa riforma costituzionale - spiega Berlusconi - avrà bisogno di dieci leggi di attuazione che noi presenteremo al Parlamento. Le abbiamo già pronte”. “Presentiamo oggi per la prima volta nella storia della nostra Repubblica, un testo di riforme costituzionali della giustizia, completo, organico e convincente. Lo portiamo all’attenzione del Parlamento, che lo discuterà, che lo approverà, e intendiamo anche sostenere questa riforma con una larga comunicazione, perché è fatta nell’intesse dei cittadini”.  Parità accusa-difesa. “Una perfetta parità tra accusa e difesa”. Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, segnala che questo è il “cardine” della riforma della giustizia che oggi ha avuto il via libera del Consiglio dei ministri. “Il giudice e il pubblico ministero svolgono mestieri diversi. La libertà di coscienza del giudice va abbinata alla separazione tra il suo lavoro e quello del pm”. Riforma non si applica a processi in corso. La riforma costituzionale della giustizia non sarà applicata ai procedimenti penali in corso, fa notare Alfano. “Abbiamo voluto sgombrare questo campo, che riteniamo puro e nobile, dall’accusa della contingenza che ha preceduto la riforma stessa”.  Con responsabilità civile legge uguale per tutti. “Se un magistrato sbaglia in riferimento ad un ambito essenziale come la libertà personale, il cittadino - prosegue Alfano illustrando la riforma - può citare direttamente in giudizio in base al principio che la legge è uguale per tutti”. Alfano rileva che la “responsabilità civile dei giudici viene posta esattamente al pari di quella degli altri funzionari dello Stato e in una logica che si fonda sul presupposto che la legge è uguale per tutti”. “Il principio di responsabilità esprime un principio di uguaglianza. Se sbaglia il medico questo è responsabile di una colpa medica e il cittadino può citarlo in giudizio” e la stessa cosa vale per il magistrato.  Resta obbligatorietà azione penale ma senza ipocrisie. Il principio dell’obbligatorietà dell’azione penale “resta saldo” e sarà applicato “secondo i criteri previsti dalla legge”, dice ancora Alfano. “Il principio dell’obbligatorietà si è trasformato in assoluta discrezionalità nel perseguire i reati da parte del pm: abbiamo voluto togliere il manto di ipocrisia dal principio di obbligatorietà, mantenendolo nella sua essenza: resta il principio, e i criteri che la legge offrirà individueranno le priorità nel perseguire i reati. Si parte dalle priorità e poi si fa tutto il resto. Se il giudice non ha la possibilità di perseguire tutto sarà il Parlamento ad indicare l’elenco delle priorità”. Due Csm, per pm governance autonoma e indipendente. “I pm devono avere un organismo di governance del tutto autonomo ed indipendente rispetto ai giuochi interni alle correnti della magistratura e del tutto indipendente rispetto alla politica”, scandisce Alfano, illustrando la parte della riforma costituzionale della giustizia che riguarda lo sdoppiamento del Csm. La nuova architettura prevederà “due Csm, entrambi presieduti dal Presidente della Repubblica, ed entrambi hanno la metà dei componenti eletti dai magistrati, l’altra metà eletti dal Parlamento”. Il Csm della magistratura giudicante “prevede come membro di diritto il primo presidente della Corte di Cassazione”, quello della magistratura requirente prevede “il procuratore generale della Cassazione”.  Sentenze di proscioglimento non appellabili. “Il Cittadino prosciolto in primo grado non può essere ulteriormente perseguito in giudizio per il medesimo reato”, riferisce Alfano citando un altro punto-chiave della riforma. “È sempre ammesso l’appello per la sentenza di condanna, ma non è ammesso l’appello avverso la sentenza di proscioglimento in primo grado”. No a guerre sante. “Stiamo offrendo un’occasione al Parlamento e al Paese. Per la prima volta c’è un testo organico di riforma della Giustizia. Capiremo dal dibattito chi combatte una sacra guerra per lo status quo e chi combatte per la modernizzazione”, avvisa il ministro della Giustizia rivolgendosi agli interlocutori di maggioranza e governo sulla riforma.  Non ci sono ragioni per sciopero Anm. “È una riforma molto equilibrata che tocca qualche privilegio, se ci saranno scioperi - avverte Alfano - valuteremo le ragioni ma noi riteniamo che non ci siano motivi per una protesta”. “Noi ascolteremo tutte le voci: preghiamo l’Anm di tenere nel debito conto che questa riforma è espressione di una proposta di un governo votata e condivisa da milioni di cittadini. Se non hanno rispetto per i proponenti abbiano almeno rispetto per questi milioni di cittadini che, come dimostra il referendum sulla responsabilità civile dei magistrati di più di 20 anni fa, sono da questa parte dal punto di vista culturale e politico”. Con bozza Boato sinistra ammetteva esigenza riforma. Sulla “seria e reale volontà di contribuire al processo riformatore” da parte dell’opposizione Alfano non è “in grado di esprimere fiducia o sfiducia”. Ma - aggiunge - “sono in grado di ricordare che oltre 13 anni fa la bicamerale presieduta da un esponente di sinistra approvò una bozza di riforma che ammetteva due cose: che la giustizia ha bisogno di essere ammodernata. Noi abbiamo fatto ogni sforzo per affermare che questa riforma non ha nulla a che fare con le vicende giudiziarie in corso; che tutto è tranne che una ritorsione contro i magistrati; che pone al centro l’esigenza dei cittadini di avere un processo giusto con la parità tra accusa e difesa”.

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