Energia: un decreto contro i furbetti
Mar 10th, 2011 | Di cc | Categoria: Ambiente
Gran polverone della sinistra, ambientalista e no, sul decreto legge del governo teso a rimodulare il sistema degli incentivi per l’energia da fonti rinnovabili. Nel mirino in particolare la parte che riguarda il sostegno al fotovoltaico per il quale si agitano i fantasmi di una catastrofe produttiva e occupazionale. Non sarà così, perché il ministro Romani si è impegnato a varare in tempi rapidi un provvedimento di rimodulazione delle tariffe, previa concertazione con tutte le parti interessate.Quel che non dicono i detrattori del decreto è che l’intervento del governo nel settore del solare è stato un atto dovuto verso i cittadini. Si andava infatti incontro a una gigantesca bolla, certificata dai dati sorprendenti forniti dal Gestore dei servizi energetici, secondo il quale la potenza complessiva istallata a fine 2010 potrebbe raggiungere la quota di 7mila Megawatt, a un passo da quella prevista per il 2020 e sette volte quella del 2009. Gli elevatissimi incentivi statali avrebbero spinto produzione e installazione di nuovi impianti fotovoltaici, ma attenzione: molti dei 55mila campi fotovoltaici, pari a 4mila Megawatt, sarebbero solo sulla carta (esiste solo la comunicazione) e il ministro ha già dichiarato che da alcuni controlli sarebbero emersi casi di “vera e propria truffa”.Nel 2010 per il solo fotovoltaico i cittadini si sono visti caricare in bolletta 800 milioni di euro (3,4 miliardi per tutte le fonti verdi e assimilabili), destinati a salire vertiginosamente quest’anno a copertura appunto degli incentivi.Si comprendono le preoccupazioni della filiera del settore, dagli imprenditori ai lavoratori dipendenti, ma va detto anzitutto che in base al decreto tutti gli impianti allacciati alla rete entro il 31 maggio potranno godere del sistema attualmente in vigore e quindi chi è in regola non ha nulla da temere. Chi ha progettato investimenti per il futuro potrà far conto ancora sugli incentivi, che certamente saranno a calare, come accade in tutto il mondo. Non è interesse del governo assestare un colpo mortale ad un importante settore produttivo, ma neppure si poteva continuare sulla strada di far pagare a caro prezzo ai cittadini un sistema così permeabile alle speculazioni puramente finanziarie. Anche in Germania il governo si sta preparando, esattamente come da noi, a ridurre in modo significativo gli incentivi nella seconda parte dell’anno e le aziende del settore anche lì potrebbero obiettare circa il mancato rispetto dei patti. Sarà probabilmente così anche in Francia e Inghilterra, così è già stato in Spagna. Vero è che chi dipende da sussidi pubblici dovrebbe mettere in conto questo rischio di impresa. Una tosatura degli incentivi nel settore è in agenda da tempo in tutto il mondo e il business resterà comunque altamente redditivo. Nessuna catastrofe e forse qualche furbetto in meno sul campo da gioco.