Berlusconi: la riforma è fatta nell’interesse dei cittadini
Mar 10th, 2011 | Di cc | Categoria: Politica
“Per la prima volta nella storia della nostra Repubblica presentiamo un testo di riforma completo, organico, chiaro, convincente. Lo portiamo all’attenzione del Parlamento che lo discuterà, lo approverà e intendiamo sostenere questa riforma con una larga comunicazione. È una riforma che va nell’interesse dei cittadini”. Lo afferma Silvio Berlusconi in conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri. “Il 29 settembre presentammo il nostro progetto di riforme - ricorda - e ottenemmo la fiducia: federalismo, piano per la sicurezza, piano per il sud, la riforma costituzionale della giustizia, tutti punti approvati”. “Il Parlamento discuterà e approverà la riforma costituzionale della giustizia. Sono poi già pronte dieci leggi di attuazione, che presenteremo in successione al Parlamento”. Berlusconi elenca quindi le dieci leggi di attuazione: 1. legge per la separazione delle carriere; 2. legge per l’organizzazione degli uffici dei pm; 3. legge per l’istituzione dei due Csm (legge elettorale, componenti dei Consigli, etc.); 4. legge per l’istituzione della Corte di disciplina; 5. legge per i criteri di trasferimento dei magistrati da parte dei Csm in caso di sedi vacanti; 6. legge sui rapporti fra pm e polizia giudiziaria;7. legge sui criteri per l’esercizio dell’azione penale (i criteri saranno indicati dal Parlamento); 8. legge sull’inappellabilità delle sentenze di assoluzione di primo grado; 9. legge sulla nomina elettiva dei magistrati onorari; 10. legge sulla responsabilità civile dei magistrati. Con la riforma della giustizia è prevista la “separazione delle carriere con due ordini separati e anche uffici diversi. Il pm per parlare con il giudice deve comportarsi come l’avvocato della difesa: fissare un appuntamento, entrare con il cappello in mano nel suo ufficio e magari dargli del lei”. “Il giusto processo non solo deve essere portato a termine in tempi ragionevoli, deve garantire un contraddittorio tra le parti e deve essere garantito da una parità tra accusa e difesa. È questa la filosofia principale della riforma. Il giusto processo è un diritto dei cittadini. Questa riforma innalzerà il grado di civiltà del nostro Paese”, dice il premier. “I ministri che mancano” nel governo, “mancano per un fatto preciso che non dipende dalla nostra volontà, ma dalla diaspora nella maggioranza” da parte di una componente “statalista e giustizialista” che impediva, anche nelle precedenti legislature, riforme importanti come quella della giustizia. “Finalmente abbiamo una maggioranza di 330 parlamentari in Parlamento che ci consentirà di amministrare e di approvare le riforme indispensabili”. “Faremo di tutto per poter discutere con l’opposizione queste norme e lo farà il ministro della Giustizia”. “Il ‘caso Ruby’ non ha influito, questa riforma l’abbiamo pensata dal ‘94. Io ebbi a dire che non avrei lasciato la politica se non dopo la riforma della giustizia”. Se la riforma fosse stata fatta venti anni fa “probabilmente non ci sarebbe stata l’esondazione, l’invasione della magistratura nella politica e quelle situazioni che hanno portato nel corso della storia degli ultimi venti anni a cambiamenti di governo, ad un annullamento della classe dirigente nel ‘93”. Il premier sostiene che non sarebbe caduto il suo primo governo nè sarebbe caduto il governo della sinistra nel 2008. “E soprattutto non ci sarebbe stato il tentativo che è in corso attualmente di far cadere il governo per via giudiziaria”. “Ho governato più a lungo di chiunque e il numero delle udienze a cui i miei avvocati hanno dovuto presenziare supera il numero dei giorni in cui sono stato premier. È una cosa risibile dire che non mi sono difeso nei processi. Questa volta mi prenderò la soddisfazione di essere spesso nelle Aule processuali. Mi prenderò delle belle soddisfazioni e spiegherò agli italiani come sono le cose… Ho la pretesa di venire assolto nei processi, come è stato fatto tante altre volte”. In conclusione del suo intervento, rispondendo alla domanda di un cronista, Berlusconi commenta anche la crisi libica. La posizione della Francia per il riconoscimento degli insorti libici, secondo il premier, “è la posizione di un singolo Paese. È meglio sentire la posizione di tutti i Paesi. Domani si riunirà il Consiglio Europeo e l’Italia si schiererà con la Ue e con la Nato”.