Più il fare che le firme
Mar 9th, 2011 | Di cc | Categoria: Politica
Il Popolo della Libertà e la Lega rafforzano i legami per le amministrative, dove il Carroccio appoggerà i candidati del Pdl in tutte le città principali mentre presenterà come previsto proprie liste nei centri minori pronto a convergere al ballottaggio. Ma più che un accordo elettorale, a molti quotidiani – come al Corriere della Sera – la decisione appare un vero patto strategico di legislatura. Che, assieme al progressivo infoltimento e strutturazione del gruppo dei Responsabili, significa un netto rafforzamento della maggioranza che ha ormai di fronte a sé oltre due anni di governo garantito. Due anni nei quali oltre a gestire l’emergenza economica, e ora anche internazionale con la crisi libica, Silvio Berlusconi è impegnato ad attuare un calendario preciso di riforme: tutte quelle dei cinque punti votati da un ampio schieramento parlamentare. Riforme per cambiare il Paese, a cominciare dalla Giustizia, per proseguire con sicurezza, fisco, liberalizzazioni (vere). E’ l’interesse e l’obiettivo di un’Italia moderata ma desiderosa di modernità che continua a riconoscersi nel centrodestra ed in Berlusconi nonostante le piazze, la raccolte firme, i tentativi di sopprimere la volontà popolare per via giudiziaria. Un blocco sociale che ha trovato identità e una classe dirigente formata intorno al premier (ed a Bossi), mentre dì là continua ad esserci il nulla. Proteste strumentali e rituali, guerre per piccole posizioni di potere. Di qua il fare, dall’altra parte la propaganda. Di qua il nuovo, di là la vecchia politica. L’Italia ha un governo adeguato e pienamente inserito nei grandi processi internazionali. Continua a non avere l’opposizione di cui avrebbe bisogno.