E sulla Libia seguiremo l’Onu
Mar 9th, 2011 | Di cc | Categoria: Esteri
“L’Italia e’ pronta a dare il suo attivo contributo alla migliore definizione ed alla conseguente attuazione delle decisioni attualmente all’esame delle Nazioni Unite, dell’Unione Europea e dell’Alleanza Atlantica”. E’ quanto assicura, a proposito della crisi in Libia, il Consiglio Supremo di Difesa, riunito al palazzo del Quirinale sotto la presidenza del capo dello Stato Giorgio Napolitano e la vicepresidenza del premier Silvio Berlusconi. Il Csd - come si riferisce in una nota del Quirinale - ha esaminato “la situazione venutasi a creare a seguito dei rivolgimenti popolari verificatisi in numerosi Paesi dell’Africa e del Medio Oriente allargato, con particolare attenzione agli eventi che hanno interessato la sponda Sud del Mediterraneo”. In tale quadro, “per quel che concerne specificamente la crisi libica”, sono state valutate “le misure adottate e quelle in approntamento per il soccorso dei profughi e la loro evacuazione”. E sono state anche discusse “le predisposizioni attivate, sul territorio nazionale e nella regione interessata, per far fronte ai prevedibili sviluppi della crisi ed agli eventuali rischi che ne potrebbero derivare”. La posizione dell’Italia è equilibrata e meditataLa crisi libica viene strumentalizzata dalle opposizioni per dimostrare che l’Italia avrebbe avuto un rapporto prono e privilegiato nei confronti di un regime sanguinario. E questo al contrario di tutti gli altri Paesi che dimostrano ben altro equilibrio e saggezza. Una versione abilmente diffusa all’estero per irridere e indebolire il governo e facendolo apparire come amico dei dittatori. In realtà più passano i giorni invece e più la posizione del governo italiano risulta equilibrata, più meditata di quella di altri Paesi e di altre potenze che, invece, sembrano muoversi con un certo tasso di improvvisazione e di irresponsabilità. Che cosa avrebbero detto la stampa italiana e le forze politiche dell’opposizione se l’Italia avesse inviato un commando in Libia, come ha fatto la Gran Bretagna, immediatamente catturato dai sorveglianti di capre? E che dire di uomini di governo che oscillano tra la minaccia di processare Gheddafi da una corte di giustizia internazionale alla prefigurazione irrealistica, in questo momento, di un intervento militare? Tutto questo mentre non si sa quasi nulla di ciò che sta accadendo in Libia, sia sul terreno militare che su quello politico. Non è un caso che ciò che è accaduto nei Paesi del nord Africa abbia colto tutti di sorpresa.Purtroppo è facile prevedere che continuerà così, con una scarsa conoscenza della realtà e di conseguenza con iniziative destinate a produrre ulteriori guai, piuttosto che soluzioni durature.