L’ Odissea della nave indesiderata
Mag 15th, 2009 | Di cc | Categoria: Esteri
Il mercantile pieno di rifugiati rifiutato da Malta viene accolto dall’Italia
Porto Empedocle (Ag) - La vicenda della nave mercantile Pinar, battente bandiera panamense e con 154 extracomunitari a bordo, è finalmente giunta al termine dopo 4 interminabili giorni di “querelle” diplomatica tra Italia e Malta.Tutto è iniziato il 16 aprile, quando gli extracomunitari sono stati soccorsi dalla nave Pinar in acque maltesi e dal momento in cui La Valletta ha rifiutato di accogliere il mercantile. Ciò a causa di una diversa interpretazione degli accordi internazionali per l’assistenza in mare. In pratica l’Italia sostiene che i migranti debbano essere accolti da Malta in quanto i soccorsi sono stati effettuati in acque di sua competenza. Malta, dal canto suo, ritiene che gli extracomunitari vadano accolti dal porto più vicino, vale a dire quello di Lampedusa.Risultato: il Pinar è rimasto bloccato per ben 4 giorni nel Canale di Sicilia in situazioni umanitarie precarie, con ben due donne incinte e il corpo senza vita di un’altra donna incinta, sistemato su una scialuppa. Inoltre a bordo ci sono stati anche molti casi di varicella, febbre alta e disidratazione segnalati dai medici che sono saliti a bordo durante la sosta forzata nel Canale di Sicilia e che hanno lanciato un forte allarme umanitario.Le dichiarazioni dei rappresentanti delle istituzioni, sia italiane che maltesi, sono state molteplici durante questi giorni. Il Ministro dell’Interno Maroni ha chiesto a Malta di “assumersi le responsabilità che hanno deciso di assumersi con la firma di accordi internazionali”. A stretto giro ha subito replicato il collega maltese Mifsud sostenendo che “le dure critiche sollevate dal ministro Roberto Maroni verso Malta sono inaccettabili. Lo stato maltese non può mai accettare immigrati che vengono soccorsi in prossimità delle coste italiane”.Anche il nostro Ministro degli Esteri Frattini ha dato ordini all’ambasciatore italiano a Malta Trabalza di “compiere passi al massimo livello per sollecitare un adeguato intervento da parte delle autorità della Valletta”.Malta, però, è rimasta ferma sulla sua decisione di non accogliere il mercantile reclamando persino l’appoggio dell’UE in quanto, secondo il Primo ministro Gonzi, “La procedura di soccorso effettuata da Malta è sempre stata la stessa. Il porto più vicino è Lampedusa, dunque devono essere trasferiti lì. Malta sopporta l’enorme peso dell’immigrazione clandestina. Questo è un problema della UE, e adesso tocca all’Unione appoggiare Malta in questa situazione”.Il Premier Berlusconi ha quindi deciso di sbloccare la situazione accogliendo all’alba del 20 aprile il Pinar a Porto Empedocle e autorizzando lo sbarco dei passeggeri del mercantile. Questa decisione è stata presa a causa di motivi umanitari e anche delle notevoli pressioni politiche, della Chiesa e di diverse organizzazioni tra cui l’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati.Forti critiche nei confronti del comportamento del governo maltese sono quindi giunte da Maroni, il quale parla di “comportamento scorretto e censurabile”, e soprattutto dalla Farnesina che mette in guardia La Valletta per il futuro: “la decisione di accogliere la nave è stata assunta esclusivamente in considerazione della dolorosa emergenza umanitaria verificatasi a bordo del mercantile, e non deve in alcun modo essere intesa né come precedente né quale riconoscimento delle ragioni addotte da Malta nella vicenda”.E’ opportuno evitare che in futuro possano succedere altri casi come quello della Pinar, in cui si è verificata la morte di una donna incinta. Non è saggio aspettare l’incombere, o meglio, il verificarsi di una grave crisi umanitaria come è successo in questo caso per intervenire e salvare delle vite umane che cercano di scappare dalle realtà molto difficili di paesi martoriati da guerre e povertà. E’ importante, dunque, rispettare gli impegni presi sottoscrivendo gli accordi di diritto internazionale del mare, i quali sono fondamentali per regolamentare in maniera efficace questi tipi di emergenze, tristemente all’ordine del giorno ormai.