Procreazione Medicalmente Assistita: dichiarazione Sottosegretario Roccella
Feb 14th, 2011 | Di cc | Categoria: SaluteSorprende profondamente l’allarme e il polverone che alcuni stanno tentando di sollevare attorno al decreto Milleproroghe, per la parte riguardante il flusso dei dati sulla Procreazione Medicalmente Assistita. Si tratta sostanzialmente dell’attuazione del decreto legislativo 191/2007, che il senatore Marino non può non conoscere, considerato che è stato approvato in Commissione Sanità quando lui la presiedeva, e firmato dal Ministro Livia Turco nel novembre 2007.
Per quanto riguarda l’avv. Gallo, che forse non ha letto né le tre direttive europee sulla materia né i decreti di recepimento, la invitiamo a documentarsi in maniera dettagliata prima di parlare.
Il decreto 191 e il successivo collegato recepiscono direttive europee che stabiliscono criteri di qualità, trasparenza e sicurezza per cellule e tessuti, e che si applicano ovviamente anche ai centri di Procreazione Medicalmente Assistita. Sono norme stabilite a livello europeo a garanzia dei pazienti, che prevedono la tracciabilità del materiale biologico conservato in tutte le biobanche europee ad uso clinico, compresi i centri Pma, e che quindi non riguardano né i trattamenti iniziali a cui sono sottoposte le coppie infertili, né le eventuali gravidanze e tanto meno i bambini nati, ma è limitata alle cellule riproduttive.
Le modalità con cui questi dati saranno raccolti e gestiti, in forma disaggregata, sono le stesse già attualmente seguite dalle biobanche che conservano le cornee o dalle banche dell’osso, tanto per fare qualche esempio, e quindi nel pieno rispetto di tutte le disposizioni del Garante della Privacy.
Il Registro della Procreazione Medicalmente Assistita continuerà a mantenere inalterate tutte le sue competenze, come previsto dalla legge 40, e a raccogliere e gestire i dati in forma aggregata.
L’emendamento al decreto Milleproroghe risponde alle esigenze manifestate dagli stessi Centri Pma, e cioè di evitare di trasmettere due volte gli stessi dati, in modalità diverse, ad istituzioni differenti. Si tratta cioè di una semplificazione burocratica del flusso dati dai centri PMA alle diverse autorità competenti: Istituto Superiore di Sanità e Centro Nazionale Trapianti.
Suscitare allarmi privi di qualunque fondamento su un tema così delicato non è nell’interesse delle coppie e non le aiuta ad orientarsi, e parlare di violazione della privacy nell’applicazione di normative valide a livello internazionale è del tutto fantasioso.
Ma le contestazioni fatte sono talmente pretestuose che sorge un altro sospetto: che non si vogliano applicare le norme a garanzia e a tutela delle coppie per favorire gli interessi economici di alcuni a discapito della trasparenza.