IMMIGRATI: MARONI, ”DOMANI IN SICILIA CON BERLUSCONI”. CHIESTI 100 MLN A BRUXELLES PER L’EMERGENZA
Feb 14th, 2011 | Di cc | Categoria: PoliticaIl ministro dell’Interno Roberto Maroni sara’, domani, in Sicilia per accompagnare il premier Silvio Berlusconi, nella visita a Catania di una struttura che sara’ adibita all’accoglienza degli immigrati extracomunitari provenienti dallla Tunisia sbarcati a Lampedusa in questi ultimi giorni.
Ad annunciarlo e’ stato lo stesso responsabile del Viminale in una conferenza stampa al termine della riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza riunito a Roma in seduta straordinaria (al quale hanno preso parte, tra l’altro, il capo della polizia Antonio Manganelli, il sottosegretario agli Esteri Vincenzo Scotti e il prefetto di Palermo e commissario straordinario per l’emergenza immigrati, Giuseppe Caruso).
Quello che sta avvenendo, con i sommovimenti politici in tutto il Nord Africa e’ una ‘’situazione senza precedenti, anche piu’ grave di quella del 2008 quando, sulle nostre coste, sbarcarono 37 mila clandestini”, ha spiegato Maroni.
Il ministro ha affermato che dal 15 gennaio sono sbarcati a Lampedusa 5.278 persone di cui 66 minori, tutti tunisini.
Sono stati arrestati 26 scafisti e sequestrati 41 natanti, mentre 334 clandestini tunisini sono stati bloccati dalle motovedette di quel paese. Maroni ha poi dichiarato che 2644 persone verranno trasferite da Lampedusa verso i Cie per i rimpatri mentre alcune strutture, anche in Sicilia, sono ”in corso di individuazione”. Da qui l’allarme umanitario e la richiesta all’Europa di un intervento massiccio.
”Se va avanti cosi’ - ha poi detto Maroni azzardando una previsione - si superano gli 80 mila sbarchi in un anno ed e’ per quezto che abbiamo invocato un intervento urgente per bloccare il fenomeno. Il rischio concreto e’ che vi siano decine di migliaia di persone pronte a partire e arrivare sulle coste italiane. Il rischio - ha ripetuto Maroni - c’e’ ed e’ concreto”. E, ha sottolineato, c’e’ anche il rischio di ”infiltrazioni terroristiche” mentre c’e’ la certezza che mischiati tra i tunisini giunti a Lampedusa vi siano dei condannati, anche per reati comuni gravi, fuggiti dalle carceri tunisine: ”Persone, pero’, tutte gia’ identificate”. Il ministro ha riferito che tra i tunisini vi sono anche 66 minori e 60 donne ma che ”la stragrande maggioranza sono giovani maschi tra i 20 e i 35 anni. Insomma - ha poi aggiunto - si tratta di due generazioni che scappano. Vi sono anche degli evasi dal carcere, detenuti comuni gia’ identificati. ma c’e’ - ha poi subito aggiunto - il rischio di infiltrazioni da parte di organizzazioni terroristiche. E’ ragionevole pensare che Al Qaeda pensi di far arrivare propri agenti in Europa”.
Maroni ha annunciato che oltre all’impegno dei volontari della Croce Rossa e della Protezione Civile a controllare le strutture che ospiteranno gli oltre 5000 sbarcati, arriveranno altri 200 militari gia’ assegnati a questo compito.
Con la Ue e il commissario per gli Affari interni, Cecilia Malmstrom, ha poi ribadito il ministro, ”c’e’ stato un difetto di comunicazione” ma non di meno l’Italia lamenta di essere stata lasciata sola nell’affrontare la nuova emergenza sbarchi a Lampedusa. Maroni ha quindi annunciato che il nostro governo ha gia’ chiesto una convocazione del Consiglio europeo perche’, ha detto, ”l’Europa non puo’ restare indifferente a guardare cio’ che sta avvenendo in tutto il Nord Africa” e che rischia di provocare ‘’sconvolgimenti nei futuri assetti politico-istituzionali in quei paesi con conseguenze dirette sull’Europa. Se se ne occupano gli Stati Uniti che sono anche geograficamente cosi’ distanti - ha poi detto il minsitro - non capisco perche’ non lo facciano gli europei”.
Maroni si e’ detto dispiaciuto delle incomprensioni con la Malmstrom, della quale ”ho sempre pubblicamente riconosciuto l’impegno a livello europeo”.
”Certo - ha comunque chiarito - non ho inviato ancora alcuna lettera formale ma ho richiesto, nell’immediato, una missione straordinaria di Frontex davanti alle coste della Tunisia.
Penso che con la Malmstrom vi sia stato un errore di comunicazione e sono rimasto sorpreso dalle polemiche di queste ore”. Non di meno Maroni ha pero’ aggiunto che, nei fatti, le richieste avanzate dal governo italiano in sede europea (tra queste la gestione diretta dei Cie a livello europeo, la possibilita’ ai rifugiati di potersi muovere liberamente nel territorio europeo, e un contributo finanziario di 100 milioni di euro per fronteggiare l’emergenza) non sono mai state prese in considerazione” e l’Italia, di fatto, si e’ trovata nuovamente sola ad affrontare l’emergenza.
Sempre Maroni ha chiarito che quella all’Europa e’ una chiamata a responsabilita’ perche’ la crisi nordafricana rischia di avere conseguenze devastanti anche sugli aspetti politico-istituzionali dei paesi europei. ”Da qui la nostra richiesta di un’azione diplomatica forte verso quei paesi.
Ricordo - ha aggiunto - che respingimenti e rimpatri sono possibili solo con la collaborazione dei paesi di origine.
Questi non stanno funzionando con la Tunisia come hanno funzionato con la Libia. Da qui il senso della missione di Frattini a Tunisi. Comunque quella attuale non e’ una questione che si puo’ risolvere con i respingimenti. Qui non c’e’ un racket o la criminalita’ dietro un fenomeno che e’ tutto sociale. In sostanza - ha concluso Maroni - voglio dire che questa emergenza non puo’ essere affrontata a livello di ministri degli Interni, ma deve riguardare i capi di Stato”.
Fonte ASCA