Le carte rinviate a Milano perché prevalga la legalità
Gen 28th, 2011 | Di cc | Categoria: Cronaca Nazionale
L’orgoglio della legalità tutta intera. Non una mezza porzione, quasi si abbia timore di innervosire troppo i golpisti. Questo il senso della decisione presa ieri a maggioranza dalla Giunta per le autorizzazione della Camera. Le carte vanno rispedite indietro alla Procura di Milano. La mossa dei pm di richiedere l’autorizzazione per la perquisizione della segreteria del Presidente del Consiglio è stata temeraria. Gli scopi palesi: giustificare lo sventramento della vita privata del premier, ed essendo inconsistente l’accusa, intanto inondare di intercettazioni, sms, sconcezze inventate ad uso della fuga programmata e certa come l’oro di segreti d’ufficio. La giunta ha scelto la via della chiarezza e della semplicità, dando scacco alle contumelie da legulei delle opposizioni, una volta di più modeste gregarie della magistratura. Esiste una legge chiara che illumina lo sconcio delle toghe, e ci permettiamo persino di fornirne i numeri: legge costituzionale n.1 del 16 gennaio 1989, articolo 6 secondo comma. Il tutto in ottemperanza all’articolo 96 della Costituzione. “Il procuratore della Repubblica, omessa ogni indagine, entro il termine di quindici giorni, trasmette con le sue richieste gli atti relativi al collegio (il Tribunale dei ministro, ndr) di cui al successivo articolo 7, dandone immediata comunicazione ai soggetti interessati perché questi possano presentare memorie al collegio o chiedere di essere ascoltati”. Sono queste parole scolpite nei Codici che danno scacco ai pm milanesi, i quali hanno cercato di aggirare l’evidenza delle norme e della Costituzione, per attribuirsi competenze che non hanno e procedere in indagini che si sarebbero dovute fermare, essendo la competenza per i reati ministeriali al Tribunale dei ministri. Ora si voterà in Aula, su questa proposta della Giunta, a voto palese. Nel segreto siamo sicuri che altri di Udc e Pd avrebbero avuto un soprassalto di coscienza. Lo stesso che limpidamente ha consentito a Giuseppe Consolo, deputato del Fli e giurista onesto, di indicare in una intervista al Corriere della Sera la strada percorsa dalla maggioranza. Segno che qualcuno sa vedere oltre le meschine tattiche di partiti alla canna del gas. E oggi diventa sempre più chiara la forza dell’osservazione del cardinal Bagnasco quando, con linguaggio straordinariamente esplicito per la prudenza ecclesiastica, ha detto che “i poteri non solo si guardano con diffidenza ma si tendono tranelli, in una logica conflittuale che perdura ormai da troppi anni” ed ha constatato: «Qualcuno si chiede a che cosa sia dovuta l’ingente mole di strumenti d’indagine». Esattamente a questo: a cercare di piegare la democrazia, intimidendo il parlamento, usando la forza della legge contro la legge. Ma la legge questa volta è più forte dei tentativi manipolatori delle toghe. Aspettiamoci nuovi colpi, ma c’è un baluardo della legalità democratica che si chiama parlamento dove la maggioranza è solida nei numeri e nella determinazione a far valer il bene comune contro l’assalto dei pirati del diritto. Caso Ruby/Cicchitto: gestione anche mediatica delle intercettazioni “E’ difficilmente contestabile che ci sia una gestione non solo giuridico-giudiziaria ma anche mediatica nell’invio scadenzato del materiale delle intercettazioni di Arcore alla Camera”. Lo afferma il presidente dei deputati del Pdl Fabrizio Cicchitto. “Invece che in una sola volta - spiega - il materiale viene inviato in piu’ tranches in modo da rinnovare l’effetto politico e mediatico”. “In secondo luogo, oramai siamo vicini all’imitazione di cio’ che abbiamo visto nel film ‘Le vite degli altri’: una quindicina di persone entrate ad Arcore sono sottoposte da tempo ad intercettazioni permanenti e i loro sfoghi, le loro angosce, i loro momenti di debolezza o di rabbia piu’ imbarazzanti vengono consegnati al mattatoio mediatico. Siamo di fronte - conclude - ad una barbarie destinata a produrre effetti devastanti non solo nella vita politica, ma anche in quella privata”.