Chi e come mette a repentaglio la credibilità delle istituzioni
Gen 28th, 2011 | Di cc | Categoria: Politica
Che fine ha fatto la sacralità del Parlamento, cavallo di battaglia dell’opposizione quando si trattava di denunciare i terribili ricorsi ai decreti da parte del governo? Contro lo “svuotamento” perpetrato da Silvio Berlusconi ovviamente in attuazione del regime, ci furono anche occupazioni di Montecitorio e palazzo Madama. Appelli al Quirinale. Manifestazioni in difesa della Costituzione. Ebbene, ieri abbiamo assistito alla più bizzarra delle autosmentite, al più rocambolesco del doppiopesismo. Dunque.· Se il ministro degli Esteri si presenta in Senato per rispondere a un’interrogazione parlamentare, non va bene. Opposizione fuori dall’aula, ad eccezione dei finiani in veste di vigilanza democratica. Non sarà perché la faccenda era scomoda per il loro capo? · Neppure va bene che il presidente del Senato abbia messo in calendario la seduta. “Iniziativa sospetta” dice l’opposizione, quella di Renato Schifani. “Non è indipendente”: ma senti chi parla. Come se il calendario dei lavori fosse determinato da Schifani. · Dunque ieri il governo, avendo risposto al Parlamento, “si è impadronito del Senato”. Così dice l’opposizione. · Al contrario sulla presidenza della Camera, affidata a Gianfranco Fini, nulla da dire. E’ perfetta. Il titolare usa lo scranno più alto di Montecitorio per fondare e dirigere il proprio partito? Benissimo, anzi ottimo. “Il problema” per dirla con Casini, “è di un altro presidente”. Ovviamente. · Di più. Il Copasir, il comitato di controllo sui servizi segreti, uno dei più delicati istituti parlamentari che per legge deve essere composto paritariamente da esponenti di maggioranza e opposizione, è da tempo ostaggio di questa ultima. E proprio per responsabilità di Fini. Dopo il passaggio di Fli tra gli oppositori, il 14 dicembre, il finiano Carmelo Briguglio si era infatti dimesso. E lo stesso ha fatto il senatore Giuseppe Caforio, dell’Idv. Solo che Briguglio ha poi ritirato le dimissioni, e Fini, da presidente della Camera, ha accettato il ritiro bloccando di fatto i lavori del Copasir. Spiegazioni? Nessuna. Anzi, una fornita ieri sera dal finiano Giuseppe Consolo: “La risolveremo”. · Andiamo avanti e torniamo all’intervento del ministro degli Esteri al Senato, cioè alla casa di Montecarlo. “E’ di Tulliani” dice una nota ufficiale del governo di Santa Lucia. Fini aveva dichiarato in un messaggio video che se quella imbarazzante verità fosse stato accertata in via formale si sarebbe immediatamente dimesso “per sensibilità istituzionale”. Ora, contrordine. Anzi: “la nota è una patacca”. Di più: è “dossieraggio”. · Proseguiamo. A tutti i vertici politici del Terzo polo partecipa ormai stabilmente Gianfranco Fini. Che però è anche il presidente della Camera. Nessuno prima di lui l’aveva mai fatto, né Fausto Bertinotti, né Pier Ferdinando Casini che pure guidavano di fatto dei partiti. La scappatoia è la seguente: Fini è di parte come capopartito, assolutamente imparziale invece come presidente della Camera. Caso unico di sdoppiamento dei ruoli e della personalità. · Sdoppiamento che produce però incidenti clamorosi. Per esempio l’aver divulgato in tempo reale il materiale aggiuntivo inviato dai pm di Milano alla giunta delle autorizzazioni, prima che gli stessi deputati potessero prenderne visione. Presidente della Camera, leader di partito, e portavoce delle procure. · In tutto ciò la sinistra e i finiani hanno ancora il coraggio di dire che esistono problemi di etica istituzionale e parlamentare? E la difesa della Costituzione che fine ha fatto? (anzi: che Fini ha fatto?) Mazzoni: Milano trasforma un presunto peccato in un reato penale “Quella della Procura di Milano contro Berlusconi ormai non è più una normale inchiesta giudiziaria, ma una sharia in cui si stravolge ogni regola del diritto e si trasforma un precetto etico-religioso in una legge dello Stato e un presunto peccato in un reato penale. Sono saltate tutte le garanzie processuali, dalla presunzione d’innocenza al segreto istruttorio, e i pm hanno svestito la toga per mettersi addosso la veste degli ayatollah. A quando la lapidazione?”. È quanto dichiara l’on. Riccardo Mazzoni, deputato del PdL.