Brutta notizia, primarie del Pd col trucco
Gen 27th, 2011 | Di cc | Categoria: Cronaca Nazionale
Potrebbe essere una notizia da prima pagina con un approfondimento politico e culturale degno di un democrazia compiuta! Invece la crisi esplosiva che riguarda il Partito democratico in tema di leadership, di primarie e di alleanze viene regolarmente nascosta nelle cronache e ignorata negli approfondimenti che preferiscono tacere la piaga irrisolta di una formazione nata in nome del riformismo che si trova a fare i conti con un passato, quello comunista, mai del tutto superato. Quel che sta accadendo nella nebbia di Torino, dove Veltroni recita al Lingotto sempre la stessa canzone da tre anni ha purtroppo il rovescio della medaglia nella Campania e a Napoli dove Bassolino non ha ancora chiuso uno dei periodi più bui della sua lunga presidenza. I falsi fuochi d’artificio e la falsa compattezza di Bersani e Veltroni del capoluogo piemontese, sono stati sbugiardati dalle primarie truccate di Napoli che il partito ha dovuto disconoscere dopo il successo del candidato di Bassolino. Il lupo perde il pelo ma non il vizio. E in questo caso il lupo non è l’ex governatore della Campania, non solo lui: ma un sistema, una rete di potere da cui gli eredi del Partito comunista non riescono a staccarsi senza correre il rischio di consumare assieme alle clientele un numero di consensi paurosamente in calo. La crisi del Partito democratico è la crisi della sinistra, come dimostra l’incapacità dei leader che si sono succeduti alla sua guida di intessere alleanze stabili sui territori e a livello nazionale e dare un profilo di continuità al dialogo, che Veltroni aveva tentato al battesimo del partito, con la maggioranza. Il passo avanti dell’ultimo ventennio, dopo la caduta del muro, che ha portato i postcomunisti a fondersi con la sinistra democristiana e a rompere la “cinghia di trasmissione” con il sindacato finisce in queste settimane di confusione e scandali, per rivelarsi un clamoroso passo all’indietro. La prova di fronte agli occhi di tutti è che quella “cinghia” sembra legare parte della sinistra italiana al giustizialismo, dunque l’esatto contrario della tradizione riformista, per diventare cassa di risonanza dell’azione delle procure contro l’Esecutivo e il suo leader.