Giustizia, terza vittoria decisiva
Gen 20th, 2011 | Di cc | Categoria: Politica
Il successo politico e numerico ottenuto ieri in Parlamento dalla relazione sulla Giustizia del ministro Angelino Alfano va ovviamente al di là del semplice risultato parlamentare. A Montecitorio il governo ha ottenuto una larga maggioranza di venti voti – 305 sì contro 285 no – a conferma dell’allargamento strutturale dell’area del centrodestra. Un risultato non occasionale, ma politico. Tanto che la risoluzione del terzo polo che aveva trascinato anche la sinistra e l’Idv (ma sarebbero questi i centristi?) è stata a sua volta bocciata con un margine ancora più ampio di 23 voti.Quanto al Senato, la maggioranza è stata di 154 sì contro 129 no. Altri centristi non si sono presentati: insomma, le opposizioni non ci sono neppure su un tema sensibile di queste ore come la Giustizia e l’ordinamento giudiziario; al contrario il centrodestra è compatto. A conferma che quella di governo è l’unica maggioranza possibile.Ma il risultato è di particolare rilievo proprio per il suo contenuto. La relazione è una cornice che contiene impegni e cifre concrete. Dagli organici (1.115 posti vacanti da riempire con concorsi ad agosto 2012 e febbraio 2013), i metodi di lavoro, le razionalizzazioni delle spese. Tutto ciò dovrà essere la base di dati e di lavoro per affrontare la riforma organica nella seconda parte della legislatura.Ma è ovvio che discutere e votare di giustizia in questi giorni significa molto. Significa tornare a parlare di politica, e di azione di governo, dopo l’ondata di chiacchiere e veleni con la quale si è tentato di buttare giù la maggioranza. Significa riappropriarsi dell’iniziativa e della capacità di consenso. Infine significa dedicarsi di nuovo alla politica del fare, per la quale i numeri e la fiducia ci saranno sempre. Alfano: Fini non può fare insieme il capo partito e il presidente della Camera Gianfranco Fini ”non puo’ fare insieme il capo partito in servizio permanente effettivo ed il presidente della Camera, terza carica dello Stato. Gia’ e’ stato patologico che il presidente della Camera abbia chiesto le dimissioni del presidente del Consiglio, nei 60 anni della storia repubblicana non c’e’ un precedente”. Lo sottolinea ai microfoni del Tg2 il ministro della Giustizia Angelino Alfano, riferendosi alla richiesta di dimissioni del premier avanzata dal terzo polo.