Dopo Silvio Berlusconi c’è Silvio Berlusconi. Lo dicono la logica politica, il quadro internazionale e lo confermano i sondaggi. Come riportiamo in altra parte, questi ultimi segnalano sull’opinione pubblica contraccolpi zero per l’“inchiesta Ruby” imbastita dai pm milanesi. Alla rilevazione di Nicola Piepoli, che dà la fiducia nel premier intatta intorno al 50 per cento, si aggiunge quella dell’Ipsos di Nando Pagnoncelli, che pur strizza più l’occhio alla sinistra: il premier resta saldamente il politico preferito dagli italiani, con un margine nettissimo su tutti gli altri. Quanto ad Euromedia, siamo al 52 per cento di fiducia, con il Popolo della Libertà in crescita oltre il 32. Mentre la maggioranza si rafforza di nuovi parlamentari provenienti dalle file centriste e futuriste. Ciò significa che il “turbamento” del quale parla il capo dello Stato non riguarda in nessun modo la stabilità e le prospettive del governo, che continuano ad offrire le più ampie garanzie sia in politica interna sia sui grandi fatti internazionali. Nessuno crede realisticamente che Berlusconi possa “farsi da parte”, magari a vantaggio di un suo indicato, come chiedono da sinistra. Singolare modo di concepire, sempre da sinistra, l’investitura al governo. Appena un mese fa il premier ha affrontato e vinto una battaglia parlamentare e una mozione di fiducia centrata esattamente sulla sua persona: la richiesta di tutte le opposizioni unite era che Berlusconi togliesse il disturbo, “a favore di chiunque”. La chiamavano discontinuità, ma questo era il succo. Essendone uscito brillantemente, anzi rafforzato allora, dopo un’iniziativa propria del Parlamento, perché dovrebbe farsi da parte per l’ennesimo assalto giudiziario, fuori dalle sedi proprie delle istituzioni? Non c’è interruzione del rapporto di fiducia con l’opinione pubblica, non c’è riflesso sull’azione di governo. Non c’è reato dimostrato, non c’è neppure una sede attendibile nella quale giudicarlo. Dunque non esiste alcun motivo per venire meno alla propria responsabilità di guida del Paese. Del resto lo richiedono i partner internazionali, a cominciare dall’Europa, che desiderano stabilità e continuità nei Paesi forti dell’euro. Ed anche gli alleati strategici mondiali, dagli Usa alla Russia, come dimostrano le dichiarazioni di questi giorni. Ma neppure le opposizioni vogliono le elezioni, perché sanno di perderle. Allora ecco che si torna al ritornello di “farsi da parte”. Ovvero, “tutto tranne Berlusconi”. Insomma, la sinistra vorrebbe ancora risolversi un problema – anzi, “il problema” – senza doversi e volersi sottoporre agli elettori. Troppo comodo. Il Premier, come ha detto, chiarirà nelle sedi istituzionali proprie, in base alla legge. Nel frattempo non ci pensa neppure di abbandonare il suo posto. Ruby/Bondi: Famiglia Cristiana è carica di pregiudizi politici ”Come cattolico non esito a dire che gli editoriali di Famiglia Cristiana non sono accettabili, soprattutto perche’ denotano una assoluta mancanza di rispetto dei fatti e dei diritti di ogni cittadino”. Cosi’ Sandro Bondi in una nota. ”Come e’ possibile - aggiunge - dover ricordare ad un settimanale cattolico innanzitutto il dovere di mantenere una posizione quantomeno di attesa di fronte ad una inchiesta e ad accuse che devono essere dimostrate in un dibattimento, con tutte le garanzie previste da uno Stato di diritto? E’ troppo chiedere anche a Famiglia Cristiana di trattenersi prima di emettere giudizi cosi’ ultimativi e carichi di pregiudizi politici, e di attendere, come avviene in tutti i Paesi civili, la conclusione delle indagini e dei processi?”. Ruby/Gasparri: siamo con il premier nella battaglia per la verita’ “Siamo con il presidente del Consiglio anche in questa battaglia di verita’ e di liberta’”. Lo ha detto il capogruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, rispondendo nell’aula di palazzo Madama alla richiesta delle opposizioni di dimissioni del premier a seguito del caso Ruby. Gasparri ha parlato di “aggressione giudiziaria” nei confronti di Berlusconi non soltanto rispetto alla vicenda su cui indaga la procura di Milano, ma anche nelle nuove dichiarazioni di pentiti a Firenze. Il presidente dei senatori Pdl ha ricordato che il governo ha avuto anche di recente la fiducia dei due rami del Parlamento e ha rimproverato all’opposizione l’ennesimo tentativo di battere il presidente del Consiglio “non per via democratica, ma per via giudiziaria”. Ruby/Leone: segreto istruttorio violato ripetutamente “La cosa più pericolosa è l’abitudine alle anomalie. Che fosse indagato per le note vicende, il premier Berlusconi lo ha appreso dal sito internet di un importante quotidiano. In altri Paesi di sicura vocazione democratica un’inchiesta sul capo del governo sarebbe rimasta rigorosamente blindata, almeno fino all’arrivo della relativa documentazione in Parlamento”. Lo afferma in una nota Antonio Leone (PdL), vicepresidente della Camera. “In Italia, invece - prosegue - la magistratura gioca in anticipo, manda in giro la notizia, suscita l’immediato clamore e poi ricorda che sta lavorando serenamente, nel pieno rispetto dei principi costituzionali. Dove è andato a finire il segreto istruttorio? E’ tollerabile che in Italia si formuli preventivamente un’ipotesi di reato a carico di una persona e poi si impegnino rilevanti risorse pubbliche per cercare prove, spesso inesistenti, dell’eventuale reato? A questo si è ridotto lo stato di diritto nel nostro Paese?”. Ruby/Lupi: contro Berlusconi accuse inconsistenti ”L’inconsistenza dell’impianto accusatorio e’ dimostrata dal fatto che il presunto concusso dice di non avere avuto pressioni e la ragazza nega agli atti tutto quello che le viene contestato”. Il vicepresidente Pdl della Camera Maurizio Lupi, intervistato dal Corriere della Sera, punta il dito contro la ”macchina giudiziaria spaventosa che, indagando sulla vita privata del premier, ha cercato di sovvertire il giudizio del popolo”. ”Se ci sono dei reati, di quelli bisogna rispondere e Berlusconi ha gia’ ribadito con forza l’infondatezza delle accuse”, dice Lupi. ”Ma qui stiamo parlando di comportamenti che attengono alla sfera privata e al modo di vivere che ciascuno sceglie”. ”Il problema non e’ Berlusconi, ma la cultura dominante. In questi anni - spiega - si e’ teorizzato il principio che ogni desiderio sia un diritto. Mi sembrano ipocriti anche i miei amici di sinistra, che oggi attaccano il presidente e che qualche anno fa predicavano l’amore e il sesso libero e davano del bigotto a chi parlava di verginita’ e fedelta”’. Ruby/Napoli: l’inchiesta è un attentato alla Costituzione ”Le modalita’ operative, la durata e il dispiego ingente di uomini e risorse finanziarie dovrebbero convincere anche i piu’ fieri avversari del premier, o almeno quelli fra loro che conservano un barlume di ragionevolezza, che l’inchiesta della Procura di Milano ha qualcosa di abnorme che travalica e abbatte i confini dell’attivita’ giudiziaria. Essa configura un attentato alla Costituzione, all’articolo che sancisce la segretezza delle comunicazioni fra i cittadini, ma piu’ ampiamente un attentato contro lo Stato quale e’ il tentativo di far fuori politicamente il presidente del Consiglio liberamente scelto dagli elettori”. E’ quanto afferma Osvaldo Napoli, vice presidente dei deputati Pdl in una nota. ”Sono personalmente convinto - aggiunge - che il presidente del Consiglio non abbia nulla da chiarire all’autorita’ giudiziaria. Posso immaginare, per tutto cio’ che si legge, che avra’ invece qualcosa da chiarire con il Padreterno, almeno per me che sono credente”. ”Si tratta di due piani di giudizio fra loro molto diversi - sottolinea - anche se alla gran parte delle opposizioni interessa soltanto quello giudiziario perche’ immediatamente remunerativo sul piano del potere. Sorprende e avvilisce il rigurgito moralistico di una sinistra che rinnega con leggerezza e disinvoltura una stagione di modelli sessuali e comportamentali. Chissa’ quanti fra loro sarebbero pronti a condannare oggi le fughe amorose di Palmiro Togliatti e Nilde Iotti, storia che il Pci all’epoca protesse e tutelo’ in nome del rispetto della privacy. Ma quelli erano comunisti, cioe’ persone serie, mica quei bacchettoni dei loro epigoni”. Ruby/Prestigiacomo: la sinistra non può dare lezioni ma solo pessimi esempi ”Alle parlamentari dell’opposizione, prodighe in queste ore di appelli moralistici, chiedo di guardarsi in casa. Non credo che la sinistra anche in questo campo possa dare lezioni, semmai pessimi esempi”. Lo afferma in una nota il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo. ”Per la difesa delle donne e dei minori i governi guidati da Silvio Berlusconi - aggiunge - hanno prodotto leggi fra le piu’ avanzate del mondo e norme fra le piu’ severe. Dalla sinistra, e soprattutto dalle sue donne del palazzo, solo parole e, adesso, una overdose di ipocrisia”. Ruby/“Tempi” difende il premier: è un perseguitato politico Silvio Berlusconi è un “perseguitato politico” e pubblicare le intercettazioni sul cosiddetto caso Ruby “non è giustizia, è gogna, linciaggio”. Il settimanale cattolico Tempi, vicino a Comunione e liberazione, difende senza esitazioni il Presidente del Consiglio. Il sito internet del giornale anticipa la risposta del direttore, Luigi Amicone, ad una lettrice, che scrive: “Io sono quella che si dice una cattolica berlusconiana, nel senso che ho sempre votato Berlusconi. Ma adesso, in quanto cattolica e in quanto femmina, confesso che ho più di una perplessità”. Amicone scrive: “La dimostrazione che Silvio Berlusconi è un perseguitato politico è data dalla semplice constatazione che egli ha cominciato a collezionare inchieste solo il giorno dopo che è entrato in politica”. Per il direttore del settimanale ciellino, “tutte le accuse sono fatte salve. Tranne la presunzione di innocenza e il diritto a difendersi in un regolare processo. Ovvero: è fatto salvo tutto, eccetto i cardini di un civiltà di diritto. Tutto ciò è legale in Italia. Secondo me, pubblicare alcunché prima dell`apertura di un regolare processo, non è giustizia. E’ gogna, linciaggio. E’ forzare l`opinione pubblica a prendere una posizione faziosa. E faziosa perché non può conoscere altro che le carte dell`accusa”, scrive Amicone, che ironizza sul sospetto del leader radicale Marco Pannalla circa “un complotto vaticano per far fuori Berlusconi e sostituirlo con Formigoni”.