Ci riprovano, come nel 1994

Gen 18th, 2011 | Di cc | Categoria: Politica

Un film già visto. L’operazione lenzuola pulite come prosecuzione dell’operazione mani pulite. Cambiano gli interpreti: la parte in commedia già assegnata a Totò Riina passa a Ruby rubacuori, con evidente salto di qualità estetica. Berlusconi è nel ruolo che fu di Giulio Andreotti. Non cambia il deus ex machina, allocato nella Procura di Milano. E non cambia il soggetto, in entrambi i casi riferibile, con le opportune variazioni, alla spallata al potere democratico da parte di un reggimento scelto dell’ordine giudiziario.  Immutato anche il modus operandi, e si capisce bene il perché: cavallo vincente non si cambia. Il famoso bacio tra l’allora presidente del Consiglio e il capo della mafia sarà anche stato una bufala pazzesca, ma si è dimostrato di impareggiabile efficacia. Se il ricorso a un battaglione di paracadutisti fu necessario per buttare giù la Quarta repubblica francese, il “baiser” palermitano è stato sufficiente per sancire il crollo della fatiscente Prima Repubblica italiana, forgiata a immagina e somiglianza di quella partitocratica d’Oltralpe. Quando quella fantastica invenzione giudiziaria svanì sotto il peso delle verifiche processuali, molti anni erano passati, Andreotti consegnato alla condizione di pensionato, il sistema della Prima repubblica morto e la transizione a un diverso sistema politico-istituzionale avviata su una strada senza fine.  Senza fine, ma non senza sorprese. A cominciare dall’irruzione inaspettata di Berlusconi, lestamente seguita da tre lustri di guerriglia giudiziaria, giunti in questi giorni alla resa dei conti finale. Ammesso che lo spettacolo dell’assalto al potere possa mai finire prima di arrivare alla naturale conclusione della rifondazione dello Stato.  Colpisce, nella vicenda in corso di svolgimento, l’eccezionale sproporzione tra causa ed effetti. A cominciare dalla inconsistenza di un impianto accusatorio fondato su un’accusa di concussione rigettata dal presunto concusso, e su un’accusa di corruzione di minorenne negata dalla stessa diretta interessata. A petto di una sensazionale mobilitazione di mezzi d’indagine, usati senza il minimo riguardo per la gogna mediatica inflitta a soggetti maggiorenni estranei ad ogni ipotesi di reato.  Colpisce, soprattutto, la procedura di “character assassination” seguita con il deposito di un enciclopedico dossier di inafferenti intercettazioni telefoniche presso la Giunta delle autorizzazioni a procedere, a sostegno della richiesta di perquisizione di uffici del presidente del Consiglio: chiaramente inutile, data la deliquescenza di eventuali elementi probatori. Così che la diffusione mediatica dei pettegolezzi dispieghi effetti devastanti di delegittimazione del governo, a prescindere da esiti processuali di là da venire.  Il governo ha il dovere di resistere a questo ennesimo assalto alle istituzioni, conservando una piena capacità operativa, e ha la forza per riuscirci data la coesione della maggioranza parlamentare e il sostegno della parte più avvertita dell’opinione pubblica. Ma il guasto prodotto dal nuovo “Bacio di Riina” è grave, ed espone il Paese agli stessi effetti predatori della speculazione finanziaria internazionale.    Ruby/Tremonti: rappresentare questo governo è un onore “Ho l’onore di rappresentare, l’ho avuto nel passato e lo avro’ in futuro questo governo. Per me e’ un onore”. Cosi’ il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, si e’ limitato a rispondere ai giornalisti che gli chiedevano di commentare la vicenda Ruby. “Per me comporre e rappresentare questo governo - ha ribadito - e’ stata e sara’ ragione di onore, farlo in Italia e all’estero”.  

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