La Parola di oggi
Gen 12th, 2011 | Di cc | Categoria: ReligioneLA PAROLA DI OGGI
12 gennaio 2011
Mercoledì
S. Arcadio - I tempo ordinario (A) - I
PREGHIERA DEL MATTINO
“Tutti ti cercano!”. Tutti ti cercano, Signore. Consapevolmente o no,
ogni figlio di Adamo desidera con sofferenza diventare un figlio di
Abramo. Tutti gli uomini ti cercano, e il saperlo deve riempirci di un
grande zelo apostolico. Abbiamo l’acqua che soddisfa la loro sete,
portiamo i sacramenti della guarigione per le loro ferite. Perdonami,
Signore, se passo davanti ai miei fratelli con l’indifferenza di chi, pur
avendo già, desidera sempre di più per se stesso. Tutti ti cercano:
concedimi di essere colui che umilmente indica la porta del tuo cuore.
PRIMA LETTURA (Eb 2,14-18)
Egli doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare
misericordioso.
Dalla lettera agli Ebrei
Fratelli, poiché i figli hanno in comune il sangue e la carne, anche
Cristo allo stesso modo ne è divenuto partecipe, per ridurre
all’impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè
il diavolo, e liberare così quelli che, per timore della morte, erano
soggetti a schiavitù per tutta la vita. Egli infatti non si prende cura
degli angeli, ma della stirpe di Abramo si prende cura. Perciò doveva
rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare un sommo sacerdote
misericordioso e degno di fede nelle cose che riguardano Dio, allo scopo
di espiare i peccati del popolo. Infatti, proprio per essere stato messo
alla prova e avere sofferto personalmente, egli è in grado di venire in
aiuto a quelli che subiscono la prova.
Parola di Dio.
SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 104)
R. Il Signore si è sempre ricordato della sua alleanza.
Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere.
A lui cantate, a lui inneggiate,
meditate tutte le sue meraviglie. R.
Gloriatevi del suo santo nome:
gioisca il cuore di chi cerca il Signore.
Cercate il Signore e la sua potenza,
ricercate sempre il suo volto. R.
Voi, stirpe di Abramo, suo servo,
figli di Giacobbe, suo eletto.
È lui il Signore, nostro Dio:
su tutta la terra i suoi giudizi. R.
Si è sempre ricordato dell sua alleanza,
parola data per mille generazioni,
dell’alleanza stabilita con Abramo
e del suo giuramento a Isacco. R.
CANTO AL VANGELO (Gv 10,27)
R. Alleluia, alleluia.
Le mie pecore ascoltano la mia voce,
dice il Signore,
io le conosco ed esse mi seguono.
R. Alleluia
VANGELO (Mc 1,29-39)
Gesù guarì molti che erano afflitti da diverse malattie.
+ Dal Vangelo secondo Marco.
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, andò subito nella casa di
Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone
era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò
e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li
serviva.
Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati
e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta.
Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demoni;
ma non permetteva ai demoni di parlare, perché lo conoscevano.
Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in
un luogo deserto, e là pregava.
Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo
trovarono e gli dissero: “Tutti ti cercano!”. Egli disse loro:
“Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là;
per questo infatti sono venuto!”.
E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando
i demoni.
Parola del Signore
OMELIA
Gesù si alza molto prima dell’alba. Esce e se ne va in un luogo deserto,
nella notte, e là prega. Quando gli apostoli, che lo cercano, infine lo
trovano, egli dice loro: “Andiamocene altrove per i villaggi vicini,
perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!”. Egli dice
di essere venuto per proclamare la “Buona Novella” e, tuttavia, quando
è uscito, non si è trovato in mezzo alla folla. Prima dell’alba, nella
notte, egli ha cercato un luogo deserto. Il Vangelo ci dice: “E là
pregava”. Come è triste sapere che il più delle volte la preghiera è
presentata come una domanda.
Per la maggior parte di coloro che lo sentono, il termine preghiera ha
solo questo significato immediato.
Così è un momento decisivo nella nostra vita quando ci rendiamo conto che
la preghiera è innanzi tutto adorazione! Essa è come quei pannelli solari
che producono energia semplicemente dal loro essere stesi ed esposti alla
luce. La preghiera è prima di tutto questa adorazione, questa gioia che
noi esprimiamo nella più splendida parola d’amore che possa esistere:
“Noi ti rendiamo grazie”. Grazie per che cosa? Per qualche dono? No di
certo. Nel “Gloria” diciamo: “Noi ti rendiamo grazie per la tua gloria
immensa”. Grazie per te. È un po’ come il bambino che, in un momento di
tenerezza, si getta fra le braccia della mamma e le dice: “Grazie, mamma,
perché tu sei proprio tu”. La preghiera è prima di tutto questa
adorazione silenziosa; non occorrono parole. Questa adorazione non è
certo lontana da ogni preoccupazione. È per questo che dobbiamo chiedere
l’aiuto di Dio. Come potremmo essere nell’adorazione di Dio in questo
modo, se non fossimo nello stesso tempo feriti, preoccupati da tutta la
sofferenza che c’è attorno a noi, dagli sforzi per i compiti che siamo
chiamati a svolgere, dalle liberazioni di cui abbiamo bisogno, noi come
tanti altri attorno a noi?
L’adorazione è al tempo stesso parola e silenzio. È un silenzio pieno,
portatore di tutti i gemiti che sono in noi e che sono attorno a noi. È
preghiera in senso pieno solo quella che si fa in silenzio, in una muta
presenza. Raramente ci viene riferito questo episodio di cui è stato
testimone il curato d’Ars. Egli passava molto tempo nella sacrestia per
preparare laboriosamente le sue prediche, poiché non aveva una profonda
cultura. Si stupiva nel vedere ogni sera un contadino, un uomo molto
semplice, senza istruzione, che, al ritorno dal lavoro, dopo aver
lasciato i suoi zoccoli alla porta, entrava in chiesa, si metteva in un
angolo e rimaneva per molto tempo immobile e silenzioso. Il curato d’Ars
stesso racconta che una volta non si trattenne dalla voglia di
chiedergli: “Ma, amico mio, che cosa fa qui?”. L’uomo gli rispose nel suo
dialetto della regione di Dombes: “Oh, signor curato, io lo guardo e lui
mi guarda”. Quest’uomo così semplice era arrivato ad un altissimo grado
di perfezione nella preghiera. Impariamo così, prima di affrontare i
doveri della giornata, ad esporci, come Gesù, alla luce che ci riempirà
d’energie, in questa preghiera semplice d’amore, d’adorazione: “Grazie,
Signore, noi ti rendiamo grazie per il tuo splendore”.
PREGHIERA DELLA SERA
Se essi staranno zitti, saranno le pietre a gridare! Ecco che sono gli
spiriti impuri a gridare e a chiamare per nome il Figlio di Dio. I demoni
sanno chi sei, Signore, ma il tuo desiderio è che ogni uomo ti conosca
nell’amore. Ecco perché tu ordini agli angeli caduti di tacere; segreto
messianico, questo segreto della tua missione, gelosamente custodito
perché l’antico serpente cerca sempre di uccidere nell’uovo. Re d’amore,
concedimi di mantenere il tuo segreto, di non divulgarlo prima del tempo,
ma di lasciar crescere il seme che hai messo nel mio essere.