La Parola di oggi
Gen 10th, 2011 | Di cc | Categoria: ReligioneLA PAROLA DI OGGI
11 gennaio 2011
Martedì
S. Igino, papa- I tempo ordinario (A) - I
PREGHIERA DEL MATTINO
La tua parola, Signore, è una luce, una forza che illumina questo giorno.
Meravigliosa certezza di appartenere alla tua stirpe, come è stato detto,
perché Gesù che santifica e gli uomini che sono santificati sono della
stessa stirpe. Questa certezza sia sempre in me, per tutto questo giorno;
possa io infonderla in ogni uomo, in ogni donna che incontrerò: siamo
della stirpe di Cristo! Il quotidiano si trasfiguri così nella fede che
tu hai in ciascuno di noi. Che io non consideri mai nessuno ateo, senza
Dio, perché, anche se qualcuno non è con te, tu sei con lui.
PRIMA LETTURA - (Eb 2,5-12)
Conveniva infatti che Dio rendesse perfetto per mezzo delle sofferenze
il capo che guida alla salvezza.
Dalla lettera agli Ebrei
Fratelli, non certo a degli angeli Dio ha sottomesso il mondo futuro, del
quale parliamo. Anzi, in un passo della Scrittura qualcuno ha dichiarato:
“Che cos’è l’uomo perché di lui ti ricordi o il figlio dell’uomo perché
te ne curi? Di poco l’hai fatto inferiore agli angeli, di gloria e di
onore l’hai coronato e hai messo ogni cosa sotto i suoi piedi”.
Avendo sottomesso a lui tutte le cose, nulla ha lasciato che non gli
fosse sottomesso. Al momento presente però non vediamo ancora che ogni
cosa sia a lui sottomessa. Tuttavia quel Gesù, che fu fatto di poco
inferiore agli angeli, lo vediamo coronato di gloria e di onore a causa
della morte che ha sofferto, perché per la grazia di Dio egli provasse
la morte a vantaggio di tutti.
Conveniva infatti che Dio – per il quale e mediante il quale esistono
tutte le cose, lui che conduce molti figli alla gloria – rendesse
perfetto per mezzo delle sofferenze il capo che guida alla salvezza.
Infatti, colui che santifica e coloro che sono santificati provengono
tutti da una stessa origine; per questo non si vergogna di chiamarli
fratelli, dicendo: “Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli, in mezzo
all’assemblea canterò le tue lodi”.
Parola di Dio.
SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo
R. Hai posto il tuo Figlio sopra ogni cosa.
O Signore, Signore nostro,
quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!
Che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi,
il figlio dell’uomo, perché te ne curi? R.
Davvero l’hai fatto poco meno di un dio,
di gloria e di onore lo hai coronato.
Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi. R.
Tutte le greggi e gli armenti
e anche le bestie della campagna;
gli uccelli del cielo e i pesci del mare,
ogni essere che percorrono le vie dei mari. R.
CANTO AL VANGELO (cf. 1Ts 2,13)
R. Alleluia, alleluia.
Accogliete la parola di Dio
non come parola di uomini,
ma, qual è veramente, come parola di Dio.
R. Alleluia.
VANGELO (Mc 1,21-28)
Gesù insegnava come uno che ha autorità.
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafarnao]
insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava
loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi.
Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito
impuro e cominciò a gridare, dicendo: “Che vuoi da noi, Gesù Nazareno?
Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!”. E Gesù gli
ordinò severamente: “Taci! Esci da lui!”. E lo spirito impuro,
straziandolo e gridando forte, uscì da lui.
Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: “Che è
mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino
agli spiriti impuri e gli obbediscono!”.
La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della
Galilea.
Parola del Signore.
OMELIA
Gesù insegnava… Insegnava come uno che ha autorità.
Tutti noi, dall’istante in cui cominciamo a credere in lui, dall’istante
in cui prendiamo l’abitudine di vivere nella gioia che ci dà la fede,
nella certezza di non essere mai soli, di essere sulla strada che porta
alla soddisfazione di ciò di cui abbiamo fame, tutti noi dobbiamo essere
“parole”. Le parole di Gesù erano confermate dai miracoli e, nella
storia, rare sono le persone che abbiano avuto questo dono. Ma, quando
noi portiamo la parola di Gesù fra i nostri fratelli, noi tutti dobbiamo
apparire pur sempre credenti, dei credenti “credibili”; per essere
credibili, occorre che appaia con evidenza che la nostra fede non
pretende di dare una risposta a tutto. Questo non è vero. Anche noi
abbiamo momenti di: “Padre, Padre, perché mi hai abbandonato?”, dei
momenti in cui, come sulle labbra di Giobbe, ci si pongono delle domande,
dei problemi, qualche volta la tentazione di imprecare perché la
sofferenza e il male sono troppo duri… Ma dobbiamo essere fra quelli
che testimoniano che, di tutti i mali di cui l’umanità soffre, il
credente soffre altrettanto e forse anche di più di un altro uomo
qualsiasi. È con gli occhi e il cuore spalancati e feriti da questo male
misterioso che dobbiamo mostrare di essere pur sempre credenti!
Ugualmente credenti, nonostante tutto ciò che sembra negare che l’Eterno
è amore. Per essere credente, c’è bisogno, più che di parole, del nostro
modo di vivere, delle nostre azioni, della nostra maniera di reagire di
fronte alla sofferenza che ci circonda. Soltanto la parola di chi è
capace di assumersi ogni rischio per soccorrere il suo prossimo che
soffre, soltanto la parola di costui sarà credibile.
PREGHIERA DELLA SERA
“Una dottrina nuova insegnata con autorità”. Signore, io riconosco la tua
autorità e la professo di fronte al mondo visibile ed invisibile. Io
credo che la forza che proveniva da te, emana sempre dal tuo corpo che
è la Chiesa; Signore, io credo nella potenza della tua parola proclamata
nella Chiesa, io credo nella forza soprannaturale comunicata da tutti i
sacramenti e, in particolare, dall’Eucaristia, pane quotidiano e
sostanziale. Signore, tu vivi in mezzo a noi.