Berlusconi: gli italiani sono in buone mani possono guardare con sicurezza al futuro

Gen 10th, 2011 | Di cc | Categoria: Politica

“La sinistra italiana versa in uno stato di assoluta confusione e assoluta debolezza. Non credo ci debba essere timore nei confronti di qualunque cosa venga da questa sinistra”. Lo afferma il Premier Berlusconi in una telefonata con l’assemblea regionale dell’Alleanza di Centro.  E rassicura sull’avvenire del Paese e del suo governo: “gli italiani sono in buone mani, possono guardare con sicurezza, ottimismo, senza patemi d’animo al futuro. Sono sereno e fiducioso. Il messaggio essenziale è lavorare, impegnarsi, aver fiducia, essere ottimista. C’è un esecutivo fatto da un’ottima squadra, ci sono tanti giovani lavoratori instancabili”.  Berlusconi sottolinea anche che la maggioranza è “forte di un consenso popolare mai venuto meno, di un alleato affidabile come la Lega e di un nuovo gruppo di responsabilità nazionale che si sta formando, di cui l’Adc è parte integrante. Questo nuovo gruppo costituirà la terza gamba della maggioranza”. Ricorda poi che l’opposizione “con un gioco di palazzo ha cercato di mandare a casa il Governo, una maggioranza voluta dagli italiani, ma Camera e Senato hanno detto no a ogni ipotesi di ribaltone e hanno dimostrato una cosa molto semplice: l’attuale maggioranza è l’unica vera garanzia di governabilità e di realizzazione del programma votato dagli italiani”. Il presidente del Consiglio parla anche di crisi: “c’è stata, c’è e farà ancora in questo 2011 sentire i suoi effetti, ma ho l’orgoglio di affermare che il nostro governo ha fatto il meglio possibile nella peggiore contingenza possibile. Perciò continuo ad essere sereno, fiducioso e ottimista. Il mio è un ragionamento basato su dati reali e non su opinioni, i conti di cassa dello Stato, per fare un solo esempio, hanno chiuso meglio del previsto: il fabbisogno annuo del settore statale si è attestato a 77,5 miliardi di euro, inferiore di quasi 20 miliardi rispetto al 2009”.  Ed evidenzia che “il governo è riuscito ad abbattere il fabbisogno di cassa di oltre un punto di Pil, vale a dire che in piena recessione il governo ha compiuto l’impresa di migliorare i saldi correnti: solo la Germania in Europa ha fatto la stessa cosa. Un risultato molto positivo che influenzerà positivamente il rapporto tra deficit e Pil che oggi è attorno al 5%, mentre anche qui la media europea è del 6,3%”. Berlusconi evidenzia che la strada è quella del rigore e della responsabilità “nella consapevolezza che altrimenti non è possibile creare le condizioni per una nuova stagione di sviluppo, per rafforzare cioè la crescita dell’economia a cui stiamo intensamente provvedendo”.  Il Premier ricorda poi che “abbiamo fatto 35 riforme nei nostri precedenti cinque anni di governo e 12 in questi quasi due anni e mezzo, come quella del processo civile, dell’università, come il ritorno dell’energia nucleare, il piano casa, il piano per il Sud, come il federalismo fiscale. Riforme importanti e difficili, che non sono però un obbligo di governo, perché un governo deve prima di tutto governare, cioè amministrare, mantenere apposto i conti pubblici, pagare con regolarità gli stipendi ai dipendenti pubblici e dare le pensioni ai 18 milioni di pensionati, garantire la sicurezza dei cittadini, difendere il territorio dalle intromissioni di clandestini, tutelare gli interessi dell’Italia in Europa e nel mondo.  Berlusconi propone l’obiettivo per il 2011: “riunire il più possibile le forze che si riconoscono nella grande famiglia della democrazia e della libertà in Europa, cioè del Partito popolare europeo. Contando anche sull’impegno e sul senso di responsabilità dell’Alleanza di Centro. Siamo convinti che la migliore storia italiana si è strutturata sui valori del popolarismo e del movimento cristiano, da Don Sturzo a De Gasperi, attraverso il primato della persona e della società sullo Stato, il contrario di quanto afferma la filosofia della sinistra. Questi primati affondano le loro radici proprio nella storia cristiana che dà identità alla nostra azione”. La proiezione politica verso il Ppe è per il Presidente del Consiglio un “lavoro da fare in parallelo ai cinque punti su cui abbiamo avuto la fiducia del Parlamento per governare mantenendo sempre il rigore dei conti pubblici, ma sostenendo la ripresa economica”.  

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