Emergenza rifiuti, le vere colpe
Gen 4th, 2011 | Di cc | Categoria: Ambiente
Il governo sta risolvendo anche la seconda emergenza rifiuti a Napoli: si va infatti verso un azzeramento delle giacenze dell’immondizia in strada nel capoluogo, e l’Esercito è in azione nei comuni della provincia per risolvere la situazione in modo definitivo. La scorsa notte hanno scaricato alla discarica di Chiaiano 81 mezzi, conferendo complessivamente 840 tonnellate di rifiuti. Ieri sono state smaltite altre 500 tonnellate a Santa Maria Capua Vetere, 300 all’impianto di Caiano e 100 a Tufino. Lo Stato sta quindi facendo ancora una volta il proprio dovere, e a questo punto è utile chiarire una volta per tutte di chi sono le responsabilità di una vergogna che ha fatto il giro del mondo. Il 23 maggio 2008, nella prima riunione operativa del Consiglio dei ministri, il governo stabilì una serie di interventi che in soli 58 giorni misero fine alla fase critica dell’emergenza rifiuti in Campania. Il risultato fu raggiunto con un grande lavoro di squadra che vide impegnati in prima linea il presidente del consiglio Berlusconi (per otto volte a Napoli in meno di tre mesi), la Protezione Civile e i militari impiegati per vigilare sulle discariche. Nell’estate 2008 erano 551 i Comuni della Campania interessati dall’emergenza. Furono attivate tutte le discariche che fu possibile mettere in funzione immediatamente, mentre una parte dell’immondizia fu spedita in Germania (500 le tonnellate massime al giorno). Furono aperte 5 discariche e resi operativi 7 impianti di selezione e trattamento rifiuti. Il punto di svolta per la risoluzione dell’emergenza rifiuti fu l’entrata in funzione del termovalorizzatore di Acerra, che ha la capacità di smaltire 600.000 tonnellate di rifiuti all’anno, nel pieno rispetto dell’ambiente. La fase della prima emergenza terminò a fine 2009, e da quel momento sarebbe toccato alle amministrazioni locali continuare quanto fatto nei 18 mesi precedenti dal governo nazionale. I Comuni sono, infatti, responsabili della raccolta quotidiana dei rifiuti, del monitoraggio della raccolta differenziata e della promozione di campagne di comunicazione ai cittadini. Così purtroppo non è stato. Il 23 settembre scorso l’allora responsabile della Protezione Civile Bertolaso lanciò un allarme molto grave: “Se a Napoli tornerà l’emergenza rifiuti sarà perché qualche manina l’alimenta per questioni politiche o peggio ancora economiche, o per favorire il malaffare”. Dunque, non certo per la mancanza di impianti, visto che una legge di due anni fa ha definito chiaramente strutture e responsabilità. La responsabilità della gestione del ciclo dei rifiuti è degli enti locali: c’è una Regione con un assessorato competente e ci sono le Province che hanno un ruolo specifico, perché una legge regionale voluta dalla giunta Bassolino aveva disposto che la gestione dei rifiuti fosse di competenza delle province. E infine ci sono i comuni e ci sono i sindaci, che debbono provvedere, appunto, alla raccolta quotidiana. Il piano avviato due anni fa ha consentito di realizzare cinque discariche a norma Ue e un termovalorizzatore che brucia i rifiuti meglio di quello che hanno fatto gli impianti nel nord nel loro primo anno di attività. Quanto alla seconda discarica di Terzigno, che ha scatenato nuove proteste, la legge 123 approvata due anni fa stabiliva in modo inequivocabile le località dove realizzare gli impianti. Nella legge c’era scritto Terzigno ed erano indicate la cava Sari e la cava Vitiello. Dunque, c’era un piano condiviso e approvato. Con il decreto approvato alla Camera prima di Natale ora si punta ad accelerare la realizzazione dei termovalorizzatori, a incrementare i livelli della raccolta differenziata e a responsabilizzare le amministrazioni della Campania, in particolare le province, nella gestione del ciclo dei rifiuti. Il provvedimento toglie le discariche di Andretta, Cava Vitiello e Serre dall’elenco di quelle da realizzare in Campania, rivedendo così in parte il piano precedente. Il presidente della regione, sentite le province e i comuni interessati, potrà nominare commissari straordinari che abbiano adeguate competenze tecnico-giuridiche con potere di agire in deroga alla legislazione vigente in materia di appalti pubblici e di valutazione di impatto ambientale, per garantire la realizzazione urgente dei siti da destinare a discarica ed ad impianti di trattamento o di smaltimento dei rifiuti.