Università, le ipocrisie della sinistra
Dic 23rd, 2010 | Di cc | Categoria: Scuola e Giovani
“Spiazzateli!”, titola stamani l’Unità rivolta ai contestatori della riforma Gelmini. Un’esortazione abbastanza inquietante, visto che gli studenti dovrebbero spiazzare l’apparato predisposto dalle forze dell’ordine di quelli che vengono in modo dispregiativo definiti “palazzi del potere” ma che in realtà rappresentano il cuore della democrazia. Parole che, comunque, non sorprendono, visto che la stampa e i partiti di sinistra stanno ricadendo nell’errore grossolano di minimizzare il clima di violenza che è stato riportato nelle piazze, tanto che, quando un gruppo di black-bloc tentò l’assalto a Palazzo Madama “la Repubblica” titolò: “I ragazzi entrano al Senato”. Come se fosse una cosa normale. Con questi precedenti, oggi Roma vive una nuova giornata in stato d’assedio, con tanto di “zona rossa”, di disagi gravissimi e di danni economici all’economia natalizia. Intanto, i manifestanti protetti dall’Unità hanno rifiutato ogni tipo di intesa preventiva con la Questura.Nessun compromesso nonostante la massima disponibilità a trattare da parte delle autorità di pubblica sicurezza. Solo una lettera d’intenti ironica e sprezzante. Con una vaga promessa di non ripetere le violenze di una settimana fa, quando il centro di Roma fu letteralmente devastato. Nessuna autocritica, naturalmente, ma la giustificazione delle violenze col fatto che nel voto di fiducia il governo non era caduto e che c’era quindi stata “un’esplosione di rabbia”. Ma non sono i capipopolo della rivolta studentesca a sorprendere: lo stupore nasce invece dalla constatazione che la sinistra ha nei confronti della piazza lo stesso riflesso pavloviano di sempre, e ancora una volta ha cercato di mischiare le carte, di confondere la causa con l’effetto, sostanzialmente di far ricadere sull’operato delle forze dell’ordine la responsabilità degli incidenti. Ma chiunque ha un minimo di esperienza di manifestazioni di piazza sa che le centinaia di delinquenti nascosti nel corteo e fuoriusciti a comando dalle sue fila, erano perfettamente addestrati, avevano studiato accuratamente il percorso e preconfezionato gli ordigni muovendosi in perfetta sincronia col grosso del corteo pacifico. Si è trattato, dunque di una violenza pianificata. Università/Gelmini: ridare dignità ai titoli accademici ”La riforma dell’universita’ e’ un passo avanti necessario verso il merito,la trasparenza, il diritto allo studio. In questi due anni il confronto con tutto il mondo accademico non e’ mai mancato. Ridare dignita’ e spendibilita’ ai titoli universitari italiani e’ indispensabile. La riforma e’ urgente anche per questo”. E’ quanto afferma il ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini in una lettera pubblicata dal Corriere della Sera in cui il ministro illustra quanto il governo ha fatto in materia di istruzione e lavoro per i giovani. Secondo Gelmini e’ ”innegabile” che ”oggi le aspettative dei giovani siano peggiori di quelle dei loro padri”. Proprio per questo, ribadisce il ministro, ”continuare a rimandare le decisioni significa solo lasciar persistere un vuoto”. Gelmini ricorda quindi come i punti fondamentali di istruzione, lavoro e welfare abbiano gia’ orientato l’azione di governo come nel caso del Piano di azione per l’occupabilita’ dei giovani definito insieme ai ministri Maurizio Sacconi e Giorgia Meloni. Gelmini ricorda ancora la riforma dell’istruzione tecnica e professionale e il rilancio dell’apprendistato. Terzo polo/I finiani costretti alla ritirata Fini ha compiuto una mezza virata politica, trascinato dalle posizioni assunte prima di lui da Casini.Dopo una settimana dal voto del Parlamento che ha sconfitto tutti coloro che volevano far mancare la fiducia al governo, Fini sembra ammettere la sconfitta e segue così la linea indicata da Casini, che si rivela il vero leader del cosiddetto Polo della Nazione.Le nuove parole d’ordine del Fli sono: responsabilità nazionale, rifiuto di una opposizione pregiudiziale nei confronti del governo che gli italiani non comprenderebbero, lavoro sulle proposte e sui contenuti, basta alle dichiarazioni strampalate di alcuni parlamentari del Fli, invitati a tacere e a godersi le vacanze.Si tratterà di vedere se a questo cambiamento di toni e di collocazione politica corrisponderà un atteggiamento coerente, veramente responsabile e conseguente. Oppure se le parole di miele, dopo la batosta subita in Parlamento, nascondono trappole parlamentari, insidie su ogni provvedimento, subdolo tentativo di logorare nei fatti l’azione del governo.Certo è che Fini si trova nella necessità di definire meglio la posizione del Fli sui problemi del Paese, in modo da mettersi in sintonia con l’elettorato di centrodestra. Finora, infatti, le sue posizioni hanno dato la fondata impressione che Fini condividesse le posizioni programmatiche di sinistra fino al punto di prevedere una vera e propria alleanza con il Pd in funzione antiberlusconiana.