In Campania, si trovano posti di lavoro

Lug 28th, 2008 | Di cc | Categoria: Cronaca Regionale

Le contraddizioni del pianeta Solofra. Nel distretto della pelle fra i più antichi d’Italia, l’Albatros spa, la più grande azienda del polo conciario, è costretta a presentare un concordato preventivo. Una crisi determinata da un improvviso calo di commesse. Una produzione incentrata per la gran parte sul montone, che ha certamente faticato a trovare mercato, considerando le condizioni climatiche caratterizzate da temperature sempre più miti. A rischio quattrocento posti di lavoro tra dipendenti e indotto. Fondati i timori sul destino dei 120 opifici che tuttora danno lavoro a tremila unità, tra operai e tecnici. Successo invece, al salone di Bologna, Linea Pelle, per i prodotti “made in Solofra”. Ma il fatto che il mercato sia diventato avaro con il distretto conciario è il timore espresso anche dai rappresentanti delle quindici aziende presenti alla vetrina del capoluogo emiliano. Michele De Maio, presidente della sezione conciatori di Confindustria Avellino e membro del consiglio nazionale dell’ Unic (Unione nazionale delle industrie conciarie), rassegna le difficoltà del settore, ma esprime parole di cauto ottimismo. ”Il sistema conciario solofrano - afferma De Maio - pur vivendo momenti di grande difficoltà, resterà per molti anni ancora centrale alla economia regionale e a quella irpina”.
”Siamo abituati - aggiunge De Maio - alla concorrenza ed al rischio. Oggi siamo chiamati a dare al mercato ciò che il mercato chiede, a puntare sulla qualità per uscire dall’empasse”. Sulla situazione difficile del distretto pesano anche i problemi ambientali.
Sabatino Vignola, titolare della storica conceria Vignola Nobile, si sofferma sulla complessità del mercato. “Noi forniamo le nostre pelli ad aziende come Prada, Armani, Dolce e Gabbana - afferma Vignola - ma da Solofra pretendono materiali nuovi ogni anno, perché ogni anno i loro campionari possano definirsi uniche e inimitabili testimonianze di un made in Italy creativo e innovativo”. ”Io sono un conciatore, figlio di conciatori, e i miei figli sono in azienda con me a respirare l’odore della pelle - aggiunge Vignola -. ll mercato mi chiede di manipolarla, di stropicciarla, di trasformarla, di fornire un prodotto diverso rispetto a quello dello scorso anno. Io lo faccio, resisto mantenendo le mie postazioni produttive e i miei posti di lavoro. Ma non è semplice”.
Nicola Romano, titolare dell’omonima conceria, dichiara che Solofra è in un tunnel da cui si può uscire puntando sulla qualità: “Abbiamo fatto il punto della situazione - afferma - nel corso di varie riunioni. Occorre introdurre nuove soluzioni organizzative e innovazioni nei processi produttivi”.
Angelo Sari, membro del consiglio direttivo della sezione Conciatori di Confindustria Avellino, è fiducioso: “Competere è necessario - dice -, bisogna avere strutture snelle e gente capace di reinventarsi, una struttura aziendale capace di allinearsi con le tendenze nuove”.
 

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