Da commissario tecnico fece sognare l’Italia
Dic 21st, 2010 | Di cc | Categoria: SportMILANO - Enzo Bearzot è morto a Milano, nella sua casa in zona Vigentina. Secondo quanto si è appreso l’ex commissario tecnico della nazionale di calcio campione del mondo nell’82 era gravemente malato. La famiglia ha deciso di mantenere il più stretto riserbo.
SILENZIO DAVANTI A CASA DELL’EX CT - Solo silenzio e massimo riserbo. In via Crivelli, in zona Vigentina a Milano, dove viveva l’ex Ct della nazionale Enzo Bearzot, oggi scomparso, non ci sono i consueti capannelli di curiosi e turisti fuori dal palazzo dove ha condotto lunga parte della sua vita. Al portone del palazzo elegante e sobrio chiuso dai custodi, non è appesa alcuna corona di fiori ne il drappo che, solitamente per tradizione, viene appeso fuori dai palazzi dove é avvenuto un lutto. Avari di commenti, anche i pochi condomini che escono dallo stabile dove, al secondo piano, sono accese le luci nell’appartamento dove viveva con la moglie l’ex allenatore vincitore del mondiale di Spagna del 1982. Fuori dal palazzo anche un amico di lunga data di Bearzot, venuto a chiedere se ci fosse un registro da firmare per commemorare la scomparsa del tecnico friulano. “Ci conoscevamo da 40 anni, - ha spiegato - ci incontravamo spesso a fare colazione al bar qui vicino. Parlavamo spesso di sport ma anche di politica”, ha raccontato senza voler aggiunger null’altro.
Silenzio e commozione, anche al caffé di via Oriani, dove l’ex allenatore della nazionale andava a fare colazione. “Veniva qui spesso - dice una ragazza dietro il banco del bar - è venuto fino a questa estate. Oggi non me la sento di parlare, era come un padre per noi”
CINQUE ROSE ROSSE DAVANTI ALLA CASA - Fuori dal palazzo di via Crivelli, é comparso anche un fascio di cinque rose rosse, portate da un artigiano della vicina via Bligny, un ricordo “pieno d’affetto” dell’ex Ct della Nazionale. Fiori che sono poi stati portati alla famiglia da un condomino. “Lo incontravo diverse volte al bar, in pizzeria o dal barbiere - ha spiegato Francesco Rossini -. A volte era da solo a volta era accompagnato dal figlio - ha proseguito -. Era di una simpatia unica, un grande uomo e un grande sportivo. Parlavamo tanto di sport - ha continuato - della Nazionale, di Trapattoni, dell’Inter. Mi ha raccontato talvolta diversi aneddoti - ha aggiunto commosso - mi ha raccontato del volo” di ritorno da Madrid dopo la conquista del mondiale del ‘82, ”della partita a carte” in aereo con l’ex presidente della Repubblica, Sandro Pertini. “Ho portato delle rose rosse per ricordarlo - ha concluso l’artigiano di via Bigny -: mi è dispiaciuto tantissimo”.
Notizia ANSA