Università, il merito ci sorride
Dic 21st, 2010 | Di cc | Categoria: Scuola e Giovani
Il Senato vota domani la riforma universitaria. La maggioranza non rischia in alcun modo traballamenti, ed anzi si aggiungeranno consensi o astensioni da forze moderate. Il panorama degli osservatori, taluni non certo amici di questo governo, ammette che – pur in età di vacche magre – questo è il meglio che si potesse fare. L’università sarà d’ora in poi meno anchilosata dalla burocrazia, più giusta nelle carriere con un altolà alle baronie e alle parentopoli. Prevalenza del merito, i concorsi saranno misurati sulle capacità e non sulle raccomandazioni, non ci saranno più posti vita-natural-durante per ricercatori che non trovano mai niente, e si lascerà invece spazio a chi ha capacità e ama davvero la scienza. Uno penserebbe: proteste? Ok. Fa parte del gioco nobile della politica e della vita sociale. Ma dentro una cornice di civiltà. Domani rischia di cascare addosso all’Italia una manifestazione i cui capi promettono di violare la legalità e di cercare l’assedio del Senato per impedire l’approvazione di questa riforma. Accade che forze politiche irresponsabili sospingono le agitazioni e in fondo giustificano moralmente gli assalti. L’immagine di Pierluigi Bersani che pateticamente si arrampica sui tetti col sigaro in bocca come un eroe cubano è tipica di queste posizioni che di fatto evitano i contenuti per scegliere di gareggiare in demagogia e populismo con Nichi Vendola. Il tutto mentre il Paese ha un bisogno fortissimo di stabilità e di coesione sociale e di riforme che diano speranza e futuro. Ma ha bisogno anche di onestà nell’informazione, e in partiti che mettano da parte i meschini calcoli di bottega per scegliere il bene comune. Si analizzino i giornali di oggi. O si faccia memoria delle trasmissioni tivù dei giorni scorsi. Si amplifica la minaccia di violenza, ma si perde l’occasione per capire cosa ci sia dentro la riforma e perché sia osteggiata a furia di slogan distruttivi. In questo frangente viene strumentalizzata la posizione di chi avverte le famiglie del rischio di tumulti violenti presente in questi cortei, dove marciano gruppi organizzati per colpire le forze dell’ordine e le istituzioni democratiche. L’invito è quello di moderare volume e tono delle dichiarazioni, così da non offrire paglia agli incendi, di cui proprio non se ne sente alcun bisogno.