Terzo polo, basi sulla sabbia
Dic 18th, 2010 | Di cc | Categoria: Cronaca Nazionale
La precipitazione con cui è stato varato il Partito della Nazione è il segnale evidente di una mossa tutta difensiva, concepita nel tentativo di blindare i parlamentari tentati di aggregarsi all’area di governo. Le basi del cosiddetto Terzo polo, insomma, sono costruite sulla sabbia, e il clima che si respira lo ha riassunto con una battuta Buttiglione quando ha detto: “O stiamo tutti insieme o ci impiccano uno per uno”. Insomma, i cento parlamentari messi insieme sommando Casini, Fini, Rutelli, Lombardo e Tanoni non sembrano destinati ad imprimere una svolta epocale alla politica italiana, e fa abbastanza sorridere Urso quando sostiene che “siamo forze di centrodestra che provengono da esperienze diverse e che da domani agiranno insieme nel Parlamento e nel Paese per costruire l’alleanza della nazione”. E’ una visione, diciamo così, ottimistica delle cose, visto che in questo polo convivono un cofondatore del Pdl, un cofondatore del Pd oltre a un gruppetto di trasformisti abituati a farsi eleggere in uno schieramento e a passare subito dopo in quello avversario. C’è, poi, la questione della leadership: dopo la batosta parlamentare sulla mozione di sfiducia, il gioco lo sta conducendo Casini, con Fini relegato forzatamente in un angolo, e i toni in Parlamento si sono subito abbassati, con il Fli curiosamente passato dall’estremismo antiberlusconiano che sfoggiava quando era in maggioranza ai toni molto più cauti del dopo-fiducia. Un cambiamento imposto da Casini, ma Fini quanto potrà reggere in un ruolo così subalterno? Le sue truppe sono già disorientate: c’è chi pensa di rientrare nell’unico centrodestra esistente, quello guidato da Berlusconi, e chi molto amaramente riflette sul fatto di aver scatenato un inferno politico per poi vedere lo stesso premier a Palazzo Chigi e il Fli all’opposizione con il concreto rischio di morire democristiano. Hanno vissuto la loro fuoriuscita dal Fli con enorme sofferenza, passando notti insonni e ricevendo telefonate minatorie e continue minacce. Adesso coloro che hanno provocato la batosta per Fini vivono un altro genere di attacco. Da Silvano Moffa a Catia Polidori, gli ex finiani che non hanno votato la sfiducia al governo Berlusconi vengono continuamente vilipesi e diffamati in tv sia dagli ex compagni fillini sia dagli esponenti del centrosinistra. In questi giorni, il bersaglio principale è diventato Catia Polidori, colei che ha rappresentato il vero colpo di maglio a Fini e Bocchino, perché nessuno si aspettava la sua scelta di continuare a sostenere il governo fino al momento del voto in Aula. In tv viene regolarmente messa all’indice. Poiché gli argomenti sono pochi, l’offensiva nei suoi confronti è rappresentata da menzogne su di lei e sulla sua famiglia. E dato che il fuoco di fila non terminerà, ecco alcuni elementi che potranno essere utili per spiegare la verità e difendere chi, con un gesto di responsabilità, ha sostenuto il governo Berlusconi e oggi si trova addita come il peggiore dei malfattori. Il Cepu non appartiene alla sua famiglia, che non possiede nessuna partecipazione o quota societaria né diretta né indiretta (per verificare è sufficiente controllare la visura camerale). Nessun membro della sua famiglia lavora o ha mai lavorato per Cepu. Durante il voto sull’emendamento inserito nel ddl Gelmini sulle università telematiche, l’on. Polidori è uscita dall’Aula per evitare dubbi di conflitti di interessi, in quanto conosce Francesco Polidori da quando è nata essendo entrambi originari dello stesso paesino di 32 abitanti vicino a Città di Castello. Nessuna delle attività della sua famiglia ha mai ricevuto finanziamenti pubblici o ha mai in passato intrattenuto “affari” con le attività del presidente Berlusconi (ci sono solo 40anni di lavoro onesto e faticoso di suo padre, imprenditore di prima generazione). La Polidori costruzioni, di cui qualcuno ha detto che avrebbe ricevuto aiuti o finanziamenti è stata venduta dalla sua famiglia l’11 giugno 2007, dunque ben prima che l’on. Polidori venisse eletta nel Parlamento, e dalla sua fondazione non ha mai ricevuto finanziamenti pubblici. Nel votare la fiducia al Governo è stata coerente con quanto espresso e ampiamente riportato da giornali e televisioni. Già dal 29 luglio, al momento della firma delle dimissioni dal Pdl e dell’ingresso in Fli, e nei mesi a seguire la sua posizione è sempre rimasta immutata: non ha mai ritenuto utile per il Paese sfiduciare il governo che ha vinto le elezioni. Terzo polo/Alfano: non ha fiato per andare lontano ”L’alleanza per il terzo polo e’ una scelta dettata dalla necessita’. In realta’ a livello strategico non ha fiato per andare lontano”. Lo ha detto il ministro della Giustizia Angelino Alfano, nel corso della registrazione di Porta a Porta. Il ministro ha sottolineato che il terzo polo ”nei sondaggi e’ ultimo e non puo’ certo pensare di governare l’Italia. In realta’ nasce con il solo scopo di impedire a noi di governare e questo non e’ un obiettivo nobilissimo”. Il guardasigilli ha poi criticato il presidente della Camera: ”Fini ha sempre difeso il bipolarismo e ora non si capisce come fa a stare nel terzo polo. Di certo Fini, Casini e Rutelli non hanno un progetto con il quale convinceranno gli italiani”. Alfano, infine, ha anche espresso un giudizio sull’attacco di Fini a Berlusconi: ”Mi sono convinto che e’ stato un insuperabile sentimento personale. Abbiamo sempre chiesto un confronto per risolvere le questioni politiche ma abbiamo avuto come sola risposta l’attuazione del rito da prima Repubblica delle dimissioni”.