“A tutti i moderati di questo Parlamento propongo un Patto di legislatura per garantire coerenza e continuità con il programma elettorale e con le scelte condivise, rinnovando quel che c’è da rinnovare nel programma e nella compagine di governo”. Lo ha affermato il premier Silvio Berlusconi (lunedì 13 dicembre, ore 19) nella replica a Montecitorio, dopo il dibattito sulla mozione di sfiducia. Un appello importante, di grande spessore politico, dove si traccia la rotta del governo per la parte restante della legislatura, appello che riportiamo nella versione integrale. Ha aggiunto Berlusconi: “sono convinto che le difficoltà e le divisioni interne, che sono insorte non sono affatto insormontabili. Devono tornare a prevalere il buon senso e il senso della misura. Questo è quanto il popolo dei moderati ci chiede. Non ci chiede di dividerci, ci chiede di unirci per il bene dell’Italia”. “Voglio rivolgermi direttamente ai parlamentari che nel 2008 sono stati eletti nelle liste del Popolo della Libertà, a coloro che hanno votato la fiducia a questo governo più volte, a coloro che hanno fatto parte di questo governo e sanno bene quante e quali cose buone abbiamo realizzato tutti insieme”. “Mi rivolgo in particolare a voi che avete aderito ad altri gruppi parlamentari che ora insieme all’intera opposizione avete presentato alla Camera una mozione di sfiducia al nostro governo eletto dagli stessi elettori che hanno eletto anche voi”. (…). “Sono certo che nessuno di voi intende gettare via così frettolosamente tutto ciò che in questi anni abbiamo costruito insieme: dal bipolarismo alla nascita del partito unitario dei moderati, dall’alternativa alla sinistra italiana alla guida di un governo riformatore”. “Sono certo che ciascuno di voi, nel proprio intimo e nella propria coscienza, sa che l’attuale governo non ha affatto demeritato, non ha affatto tradito il mandato del popolo sovrano”. “Ognuno di voi sa che ciò che abbiamo fatto in questi due anni è stato tanto, soprattutto se pensiamo alle condizioni difficili e impreviste che abbiamo dovuto affrontare. Non è certo casuale che il sostegno del popolo italiano nei confronti di questo governo sia di gran lunga il più alto di ogni governo europeo. Siamo l’unico governo ad aver vinto le elezioni di medio termine. Questo è un fatto, non un’opinione di parte”. “Sono assolutamente convinto, infine, che ciascuno di voi sa che qualunque dissenso è legittimo, che qualunque critica è possibile, ma la rottura “no”, la sfiducia al governo “no”, la divisione del campo dei moderati “no”. “Tutto si può dire e tutto si può fare, ma non progettare un’alleanza con la sinistra in questa legislatura, camuffata con un governo di transizione, e neppure unire i propri voti a quelli dell’opposizione, sommando grottescamente i voti sottratti al Popolo della Libertà a quelli del Partito Democratico e dell’Italia dei Valori. Tutto si può fare ma non si può tradire il mandato ricevuto dai nostri elettori”. “Chi persegue questi obiettivi lo può fare ad una sola condizione: che si torni dagli elettori e che si spieghi a loro perché si è cambiata opinione, presentando al popolo italiano le proprie idee, le proprie critiche, i propri programmi e le alleanze politiche attraverso cui si ritiene di poterli realizzare”. “Se invece è sincera e reale la preoccupazione per la situazione difficile in cui si trova l’Italia, al pari di tutti gli altri Paesi europei, allora l’unica strada possibile è quella di rinnovare la fiducia all’attuale governo. Di rinnovarla perché il governo ha lavorato bene, e di rinnovarla per senso di responsabilità nazionale”. Il premier ha così proseguito: “un voto di fiducia così motivato sarà testimonianza di realismo e di saggezza politica. Un voto di fiducia così motivato consentirà di evitare una crisi al buio, di cui l’Italia non ha alcun bisogno, e aprirà una fase politica nuova.Un voto di fiducia così motivato consentirà di completare, entro la fine della legislatura, le cinque azioni strategiche sancite dal Parlamento il 29 settembre con la più ampia fiducia mai ottenuta dal nostro governo e già realizzate in grandissima parte da questo esecutivo”. “Dopo avere seguito la linea del rigore che ha messo l’Italia al riparo dai contraccolpi derivanti dalle crisi finanziarie internazionali che si sono succedute dal 2008 a oggi, e tenendo conto di questo quadro, riprenderemo il dialogo con le parti sociali – come sempre d’altronde abbiamo fatto in passato – anche sulla base delle proposte recentemente avanzate insieme da Confindustria e sindacati, cercando di coniugare il necessario rigore con gli interventi per la crescita. Su questo punto terremo anche conto dei suggerimenti e delle proposte di tutti, comprese quelle degli amici liberali in ordine alle privatizzazioni. Il nostro è da sempre il governo dell’ascolto e dell’apertura a quanto di meglio propone la società civile, perché vogliamo perseguire il bene comune di tutta l’Italia e di tutti i suoi cittadini, senza alcuna distinzione sociale o geografica”. “Riprenderemo con vigore anche l’azione per portare avanti le riforme istituzionali. C’è già un’intesa sui principi fondamentali riguardante tre questioni: l’aumento dei poteri del premier, la riduzione del numero dei parlamentari, il superamento del bicameralismo. In rapporto con questa azione riformatrice si pone il problema di una modifica della legge elettorale che per noi ha un solo limite invalicabile: la difesa del bipolarismo. Perché vogliamo che il cittadino sappia in anticipo chi sarà il Presidente del Consiglio, quale sarà l’alleanza di governo, quale il programma di modernizzazione del Paese”. “E’ il momento della responsabilità. Per parte mia, considero mia responsabilità non trascurare ogni possibilità di dialogo con l’opposizione e mia responsabilità ricomporre e rinnovare l’alleanza di tutte le forze moderate che sono state all’origine del nostro impegno politico. L’unità dei moderati italiani è un patrimonio storico e politico inestimabile e nessuno può essere così irresponsabile da distruggerlo volontariamente o involontariamente”. “Non dobbiamo mai dimenticare che il popolo dei moderati è davvero un popolo unito, che condivide gli stessi valori e la stessa visione del futuro. Che condivide la stessa visione della libertà, della persona umana, della patria, della famiglia, del lavoro, dell’impresa”. “Oggi non è in gioco la persona del Presidente del Consiglio. Oggi è in gioco la scelta tra il proseguimento di un progetto di cambiamento e la restaurazione, ovvero il ritorno all’indietro, il ritorno a quei vizi tradizionali della politica che sono all’origine dei problemi di cui ora soffre l’Italia”. “Il nostro Paese ha bisogno di stabilità e di governabilità, condizioni indispensabili per realizzare quelle riforme di cui vi è urgente necessità. Garantire oggi la stabilità è la prima condizione per mettere al sicuro gli interessi del Paese e per cercare di ricomporre l’area moderata”. “Se la mozione di sfiducia sarà respinta da domani lavoreremo per queste finalità: per ricomporre l’area moderata, per allargare quanto più possibile l’attuale maggioranza a tutti coloro che condividono i valori ed i programmi dei moderati, a partire da chi si richiama alla forza politica più forte in Europa, alla grande famiglia della democrazia e della libertà che è il Partito Popolare Europeo,lavoreremo per rafforzare la squadra di governo”. “Sono fermamente convinto che alla fine la ragionevolezza e la responsabilità vincono sempre sull’irragionevolezza e sull’irresponsabilità. Sono convinto che il bene comune prevale sempre sugli egoismi interessati e che per questo penso che noi andremo avanti e continueremo a lavorare nell’interesse di tutti. Se questo non dovesse avvenire sono certo che il popolo italiano, dal quale questo governo e questa maggioranza hanno avuto un chiarissimo mandato ed una piena legittimazione a guidare il Paese, quando verrà il momento, saprà valutare con buonsenso e con giustizia, i meriti e le responsabilità”.