Nelle librerie “O mia bella Madu ‘ndrina” di Felice Manti
Dic 9th, 2010 | Di cc | Categoria: Spettacoli e CulturaEsce oggi , per i tipi della casa editrice Aliberti , l’ultimo libro di Felice Manti del Giornale di Feltri. Si intitola «O mia bella Madu ‘ndrina» (352 pp, €15 ) e si occupa di ‘ndrangheta, una malapianta che ha messo radici al Nord sin dagli anni Sessanta. E adesso i suoi frutti si vedono: droga, armi, appalti hanno riempito le tasche dei boss di valanghe di soldi sporchi che viaggiano sui circuiti finanziari e inquinano l’economia del Nord. Questo è un viaggio tra Milano e Reggio Calabria, tra boss, killer e personaggi che si muovono nella “zona grigia” popolata da una selva di faccendieri, servitori dello Stato infedeli, politica, servizi segreti e padrini vecchi e nuovi, i cui sogni di scissione dalla casa madre sono stati annegati nel sangue.
Con Antonino Monteleone, collega calabrese minacciato dalle cosche, Felice Manti racconta cosa è accaduto negli anni della seconda guerra di mafia a Reggio Calabria, cosa succede oggi nella ricca Lombardia , provando a delineare con particolari inediti gli scenari futuri di una organizzazione criminale tentacolare tanto invasiva quanto impenetrabile. L’esplorazione sul campo con poliziotti, magistrati, ex agenti dei servizi che la ‘ndrangheta l’hanno vista e la vedono tutti i giorni negli occhi va al di là delle inchieste e della letteratura processuale sulle famiglie calabresi.
Sullo sfondo c’è la guerra ai palazzi dello Stato che si combatte a Reggio Calabria, la città dove i due autori sono cresciuti, il rischio di altro sangue che potrebbe ricominciare a scorrere dopo l’ultima guerra di ‘ndrangheta che negli anni Novanta ha contato 600 morti per le strade. Un pericolo che si intreccia con le logiche che governano le dinamiche affaristiche 1.200 chilometri più a Nord della Calabria, a Milano.
Viene esaminata anche la zona grigia: agenti segreti che trattano coi boss latitanti l’arresto di alcuni ‘ndranghetisti “scomodi”, una nuova stagione del pentitismo piena di ombre e i pericolosi intrecci con i politici, da Nord a Sud. Il quadro che emerge è allarmante: la mafia calabrese fa affari con tutti, soprattutto con chi ha il potere. E, se serve, parla anche con l’estrema sinistra o con il partito del ministro dell’Interno, la Lega Nord, partito che più di altri ha fatto della lotta alla criminalità organizzata un suo cavallo di battaglia.