C’è un governo che governa. È questo

Dic 8th, 2010 | Di cc | Categoria: Cronaca Nazionale

Un governo “che non vuole più governare”, tanto per usare le parole di Ballarò? Bene, la migliore smentita è venuta dal Senato che ha approvato definitivamente la legge di stabilità con 161 sì (compresi i voti di Fli) ed il bilancio dello Stato. Le risorse aggiuntive ammontano a 5,8 miliardi di euro: di questi un miliardo va all’università, tra aumento delle dotazioni e fondi per i prestiti d’onore agli studenti.·        La riforma dell’ordinamento universitario può dunque partire, ed è solo l’ultima delle molte cose fatte dal governo.·        Tra gli altri impegni mantenuti, la messa in sicurezza dei conti pubblici: particolarmente importante, anzi decisiva in questo momento, mentre l’Europa discute sulle nuove regole di bilancio.·        Viene così scongiurata la necessità di ricorrere a manovre aggiuntive, cioè ad altri tagli di spesa. A condizione, s’intende, che il Paese mantenga la stabilità politica.·        In particolare il deficit dello Stato dovrebbe scendere a fine anno già al 5 per cento, meglio delle previsioni, il che rende più agevole rientrare sotto il 3 per cento nel 2012.·        Con questi impegni e con questa guida l’Italia è diventata un argine contro il rischio insolvenza dell’area debole dell’euro. Da problema quale era negli anni passati, è divenuta parte della soluzione dei problemi.·        Tra gli altri risultati delle ultime ore, il calo a novembre del ricorso alla cassa integrazione: è diminuita dell’8 per cento rispetto a un anno fa, e del 10 per cento rispetto ad ottobre. Segno di un’economia che riprende a muoversi.·        Risultati che vanno ad aggiungersi ad altri impegni mantenuti tutti nelle ultime settimane: il pacchetto sicurezza e l’arresto di altri boss latitanti, compreso il 28esimo sui 30 principali ricercati; l’avvio del tavolo fiscale con le parti sociali; il completamento del federalismo fiscale; il piano per il Sud, che è già operativo con l’acquisto del Mediocredito da parte delle Poste. In calendario c’è ora la riforma della giustizia: se ne parlerà dopo il voto di fiducia ed i suoi sviluppi.·        Dunque sempre più isolate e strumentali appaiono le proteste qua e là per l’Italia, a cominciare da quelle per l’Università. Ricordiamo un precedente: le riforme delle pensioni dei due precedenti governi Berlusconi, per le quali si mobilitò la piazza, e che poi furono riconosciute come ottime da tutti, Romano prodi compreso. Il governo dunque c’è, prosegue il proprio lavoro al servizio del Paese. Altri si dedicano alle manovre politiche. A disfare ciò che viene fatto: sulla testa dei cittadini. Il “governicchio” – citiamo sempre il presidente della Camera - non è certo questo. Sarebbe il loro: che non durerebbe un secondo.

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