Tutto quello che il Governo ha fatto

Nov 27th, 2010 | Di cc | Categoria: Politica

Con l’approvazione nel Consiglio dei Ministri di oggi del piano per il Sud (90 miliardi complessivi e una dote fino a 35 miliardi stanziata oggi dal Cipe) il governo attua il quarto dei cinque punti enunciati il 29 settembre da Silvio Berlusconi. Ricordiamoli:·       Federalismo (impegno mantenuto)·       Riforma del fisco (impegno mantenuto: avviato il tavolo con le parti sociali per una riforma complessiva da completare entro fine legislatura)·       Sicurezza (impegno mantenuto)·       Sud (impegno mantenuto)·       Giustizia (in arrivo). Dunque il governo non solo fa quel che dice, ma soddisfa le esigenze del Paese là dove ce n’è più bisogno. In aggiunta a questi cinque punti, quattro dei quali già divenuti leggi o in stato di attuazione, è stato nel frattempo votato il decreto sviluppo come emendamento alla legge di Stabilità, mentre altre risorse arriveranno a fine anno con il decreto mille proroghe. Tutto ciò senza perforare i conti pubblici, che in questo momento – come in ogni paese – sono sotto speciale osservazione da parte delle autorità europee, ma anche della speculazione in agguato. A quest’ora sarebbe anche pronta e votata la riforma universitaria senza la incomprensibile e strumentale protesta scatenata in tutta Italia dall’ala massimalista del movimento studentesco, da agitatori professionali che sarebbe bene tenere d’occhio, ai quali hanno pensato di unirsi esponenti della sinistra (e non solo) in arrampicata libera sui tetti, ed in cerca di visibilità a buon mercato. Se gli studenti veri si possono in fondo comprendere anche se non giustificare, se ai finti studenti occorre prestare molta attenzione e severità per la violenza che minacciano di spargere, non si capisce bene che cosa stiano a fare sui tetti questi politici. I quali poi si riempiono la bocca di inviti alla responsabilità e al voltare pagina. La dimostrazione che danno in diretta tv è esattamente opposta: sono sempre più prigionieri del massimalismo di sinistra, a cominciare da Bersani, e compresi alcuni futuristi in piena sindrome di Stoccolma. Si può solo ricordare che quando gli studenti inglesi hanno assaltato la sede del partito conservatore per l’aumento fino al doppio o triplo delle rette universitarie deciso dal governo Cameron (misura che in Italia non ci si sogna di adottare), nessun esponente dei laburisti è andato a dare loro una mano. Detto questo, la road map tracciata a fine estate dal premier è quasi completa, e altrettanto si può dire del finanziamento del debito pubblico previsto nel 2010 dopo l’ultima emissione di ieri di 10,5 miliardi tra Bot e Ctz. Riforme e conti in ordine restano dunque la strada maestra del governo. C’è un ultimo appuntamento, cruciale, che abbiamo già ricordato, il summit europeo del 16 dicembre. Ma prima di quello, il 14, la fiducia al Senato e alla Camera. Il governo ha il dovere e la responsabilità di uscirne rafforzato per affrontare le scadenze dell’anno prossimo, e per portare avanti le riforme. Ieri anche l’agenzia di rating Moody’s, come già Standard & Poor’s, ha certificato che l’Italia non corre rischi se il quadro politico resta stabile. Ecco perché Berlusconi insiste sull’alternativa fiducia o elezioni anticipate. E’ l’esatto contrario dell’attaccamento alla poltrona. Il premier non ha affatto intenzione di tirare a campare, né di favorire fughe in avanti e personalismi politici sulla pelle dei cittadini. L’Italia può solo avere un governo e una maggioranza pienamente in sella, oppure nuovamente rafforzati dal voto dei cittadini. E’ una questione sia politica sia di numeri. Tutto il resto sono chiacchiere, spesso in libertà. 

Lascia un commento

Devi essere Autenticato per scrivere un commento