FONDAZIONE PER IL SUD PROMUOVE IL PROGETTO I GIOVANI PRESIDIANO IL PARCO. VERSO L’ISTITUZIONE DI UN TAVOLO DI PARTENARIATO PERMANENTE La chiusura de I Giovani presidiano il Parco Presidio di Biodiversità, avvenuta con la realizzazione di una serie di tavoli tecnici che hanno coinvolto gli oltre 30 partner che hanno aderito al progetto, è coincisa con l’avvio di un tavolo di partenariato permanente in grado di coinvolgere tutti gli operatori che nell’arco di questi due anni hanno dato vita e sostenuto le iniziative di educazione ambientale e di volontariato. È questo il dato più significativo emerso a margine della giornata conclusiva dell’articolato progetto promosso dall’Ente Parco Regionale dei Monti Lattari e cofinanziato da Fondazione per il Sud. Grande apprezzamento circa i risultati conseguiti è stato espresso proprio dal rappresentante di Fondazione per il Sud, Daniela Castagno, tanto da definire quella compiuta nell’area dei Monti Lattari un progetto esemplare, modello da seguire per analoghe iniziative che in futuro la fondazione sosterrà. Obiettivo pienamente raggiunto, laddove si sono trascinati in una iniziativa di tale portata, numerosi attori ed enti locali, in grado di condividere una strategia di azione e di intervento con risultati lusinghieri. Ma ciò che più conforta è la sostenibilità del progetto, ovvero la disponibilità di tutte le parti chiamate in causa, di predisporre un tavolo permanente che possa continuare nel tempo, individuando gli strumenti più appropriati a sostegno degli interventi, in un quadro di relazioni con altre istituzioni ed enti, affinché i semi piantati oggi possano germogliare e prosperare nel futuro. Consapevoli che il percorso avviato è un percorso vincente.Non mancheranno le difficoltà, soprattutto nel reperimento delle risorse necessarie, come è stato fatto notare da Gino Marotta, alla guida di un Ente Regionale che ha in dotazione per le spese correnti la ‘bellezza’ di 69.000€ all’anno. È chiaro che in un simile contesto, senza un partner come Fondazione per il Sud, un progetto del genere non avrebbe mai visto la luce. Aspetto sul quale si è soffermato Secondo Squizzato, Presidente della Comunità del Parco dei Monti Lattari, per il quale i risultati soddisfacenti prodotti testimoniano come non è la mancanza di risorse umane e di cooperazione a frenare la nascita di iniziative di tutela e valorizzazione ambientale, ma la cronica mancanza di risorse economiche. I Giovani presidiano il Parco costituisce però oggi un percorso da seguire, “unico vero modello di sviluppo praticabile in questi territori”Alla conferenza di chiusura è intervenuta anche Anna Savarese, ex presidente dell’Ente Regionale dei Monti Lattari, e ispiratrice del progetto, che ha tenuto a insistito sulla necessità di rendere la sostenibilità un fattore di sviluppo socio-economico. Intercettare finanziamenti, anche dalle imprese che hanno a cuore modelli di sviluppo sano, diviene un passaggio inevitabile per produrre la crescita occupazionale nell’area del Parco e definire un modello di sviluppo eco-sostenibile. Per questo la “rete” di soggetti che si è definita attorno a questo progetto, deve operare anche come intercettatore di fondi e risorse comuni, con l’obiettivo di “pensare globalmente, agire localmente”.Alberto Gentile, per il WWF Salerno, e Marco Ruocco, hanno invece focalizzato l’attenzione sugli aspetti operativi di un progetto unico nel suo genere, non solo nell’area del parco regionale dei Monti Lattari, ma nell’intera regione. Ogni partner è stato coinvolto per le proprie specificità e operando in sinergia si sono rese possibili una serie di azioni, tra le quali l’educazione nelle scuole (con la partecipazione di educatori formati dal Parco stesso), la campagna di avvistamento incendi boschivo, che ha coinvolto quasi tutti i partner nelle diverse aree del Parco, con il presidio del territorio. Essere stati presenti sul posto, coinvolgendo anche le popolazioni locali in una serie di iniziative di formazione e svago, si è trasformato in un deterrente molto forte al compimento di azioni criminose, con un cambio di mentalità.Questo modello di educazione ambientale, testato per oltre due anni, si propone come un modello ripetibile in maniera più organizzata ed efficace. Un’esperienza assolutamente da non disperdere, punto di partenza e non certo di arrivo, per mobilitare le energie migliori e garantirsi un pezzo di futuro nel Parco!