Diplomazia a Lisbona, da protagonisti
Nov 19th, 2010 | Di cc | Categoria: Esteri
Un altro governo e un altro Presidente del Consiglio avrebbero oggi lo stesso ruolo e lo stesso peso in un vertice importante come quello che si apre oggi a Lisbona? Il Presidente Berlusconi ha molto da dire, anche personalmente, su tutte e tre le priorità del Vertice Nato. La prima è la strategia della transizione in Afghanistan. Gli Stati Uniti e gli altri alleati hanno potuto sempre contare sulla lealtà e generosità della collaborazione italiana. I nostri uomini sono tra i migliori sul campo. La nostra conduzione politica non ha avuto una macchia. L’Italia non ha dato soltanto un apporto decisivo sul terreno in azioni dirette contro i Talebani, ma ha fornito un supporto “culturale” cruciale nell’addestramento e nella formazione, nella ricostruzione del tessuto istituzionale e civile. E nella fase di transizione che si apre (dovrebbe chiudersi nel 2014 con la piena responsabilità del territorio in mano agli afgani) sempre più avrà un ruolo la componente italiana dei “formatori”. Il Presidente del Consiglio si appresta infatti ad annunciare a Lisbona l’invio di altri 200 addestratori italiani, universalmente riconosciuti come secondi a nessuno. Con la stessa lealtà e tempestività, l’Italia aveva accolto l’appello del Presidente Obama a una maggiore presenza sul campo in Afghanistan contro il terrorismo.La seconda priorità è la difesa missilistica. In questo caso, l’Italia può effettivamente dare un contributo, un valore aggiunto, in virtù delle ottime relazioni personali tra Berlusconi e il leader turco Erdogan. L’unico Paese che continua ad avere riserve non solo sulla fonte della minaccia contro la quale indirizzare una difesa missilistica dell’Alleanza, ma anche sulla portata della difesa missilistica rispetto alla deterrenza nucleare, è la Turchia. Nell’ultimo vertice della Nato, alcune telefonate di Berlusconi con Erdogan avevano ottenuto il risultato di sciogliere il nodo di fondo della designazione del nuovo segretario generale (il danese Rasmussen). Adesso il compito è più difficile, ma se c’è qualcuno che può riuscirci è Berlusconi. Terza priorità: il rilancio del rapporto di collaborazione tra la Nato e la Russia. Berlusconi è stato l’unico capo di governo a voler partecipare in prima persona al vertice di Corfù che fece ripartire la cooperazione militare con Mosca. E Berlusconi è anche il leader che ha personalmente stilato l’accordo col quale nel 2002 a Pratica di Mare fu varata quell’associazione Nato-Russia che di fatto ha scritto la parola fine sul lungo capitolo della guerra fredda. È infine Berlusconi il leader dell’Occidente che notoriamente ha il rapporto più amichevole e di lunga data con i vertici della Federazione Russa, Putin e Medvedev. Con il Presidente russo il premier italiano avrà anche un incontro bilaterale. La politica americana del reset nei rapporti con Mosca si inserisce in questo solco di apertura verso la Russia e di integrazione in Europa e nell’Occidente che Berlusconi porta avanti da anni.