Oggetto: Governo, Ermanno Russo: “Terzo polo? Un ibrido buono per tutte le stagioni”.

Nov 18th, 2010 | Di cc | Categoria: Cronaca Regionale

Cosa rappresenta il cosiddetto terzo polo nella politica italiana? Forse un’area ipotetica, una fetta algebrica di elettorato, uno spazio indistinto da occupare. Sicuramente non un motore programmatico ed identitario, un veicolo di comuni intendimenti, una ragione in più per candidarsi alla guida del Paese. Ciclicamente ritorna questa formula (per la verità poco magica) che quasi sempre finisce poi per incarnare un’affascinante quanto inutile astrazione messa in moto dalla politica per la politica”. Così l‘assessore all’Assistenza sociale, Demanio e Patrimonio della Regione Campania, Ermanno Russo, nella rubrica “In fondo, in fondo” del suo sito internet www.ermannorusso.it.“La storia si è già espressa sui tentativi di grande centro, terzo polo e via discorrendo – continua l’esponente del Pdl –, dando verdetti netti e difficili da confutare. Tuttavia, all’alba di un’inedita crisi politica, che vede il premier eletto democraticamente dagli italiani essere bersaglio di continui tentativi di sovvertimento della volontà popolare, lo spauracchio di una nuova eterogenea aggregazione terzopolista sembra bussare prepotentemente alla porta degli italiani. Ciò che però stupisce, oggi più di ieri, è l’assoluta inconsistenza del progetto proposto agli elettori”.Di qui Russo spiega: “ L’ultimo tentativo naufragato di terzo polo, quello intrapreso  da Sergio D’Antoni nel 2001, aveva comunque vissuto una gestazione, ancorché fulminea, venendo alla luce dopo una travagliata genesi politica, che non aveva mancato di coinvolgere esponenti di spicco dell’ex Democrazia cristiana come Giulio Andreotti, Ortensio Zecchino, Flaminio Piccoli. Ciò che invece si indica oggi nei sondaggi come terzo polo è sostanzialmente un ibrido, una formazione occasionale frutto di convenienze politiche dell’ultimo minuto e composta da partiti sino a ieri nel Governo ed organici alla maggioranza, come Futuro e Libertà ed Mpa, o da soggetti politici all’opposizione del governo Berlusconi, come nel caso dell’Udc e dell’Api di Rutelli. Insomma, tutto e il contrario di tutto”.

“L’altra grande novità di questo terzo polo all’italiana – conclude Ermanno Russo – è poi rappresentata dalla totale assenza di una leadership riconosciuta. Chi tra Casini, Fini, Lombardo e Rutelli sarà il premier da proporre a Napolitano? Cosa si va a mettere sul tavolo del Quirinale nell’evenienza in cui il Colle dovesse accettare l’ipotesi di un famigerato governo tecnico? Tali interrogativi ad oggi non hanno ancora meritato una risposta ed è facile pensare che resteranno inevasi ancora a lungo”.

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