Niente ribaltoni. Niente più governi che non rispondano al popolo che li ha eletti, ma solo ai partiti che vorrebbero farli e disfarli a loro piacimento. E’ questa la battaglia che Silvio Berlusconi sta combattendo. Ed è l’altra la manovra che tentano i suoi avversari: cambiare governo e cambiare maggioranza senza l’“incomodo” di passare per le urne. Il resto, tutto il resto, è solo una cortina di chiacchiere, polvere negli occhi.Se mettiamo in fila i fatti di questi ultimi tempi, soltanto i fatti senza scomodare la dietrologia, vediamo chiaramente alcune cose.· Prima. Il governo ha operato bene e sta continuando a governare come promesso e come confermato nelle sedi istituzionali appropriate: il Parlamento, i vari summit internazionali. Ultimo, il G 20 di Seul, dove altri – gli Usa – si sono presentati in posizione di grande debolezza; ed altri ancora – la Germania – hanno provocato una tempesta sui mercati. · L’Italia no, l’Italia non è un Paese a rischio, i nostri titoli pubblici continuano ad essere collocati senza problemi sia pure con rendimenti un po’ al rialzo. La proposta di Berlusconi di introdurre norme contro la speculazione sulle materie prime è stata subito inserita da Nicolas Sarkozy nell’agenda del prossimo vertice mondiale che toccherà alla Francia presiedere e coordinare. · L’Italia non è vista neppure come Paese debole per la sua situazione politica. Non è in discussione questo governo; caso mai, al contrario, un elemento di rischio potrebbe essere una discontinuità rispetto ad ora, un cambio di linea politica, quella che Standard & Poor’s ha chiaramente indicato come instabilità. · Anche la legge di stabilità, l’ex Finanziaria, è stata approntata nei modi giusti e nei tempi giusti, con rigore ed equità. Se guardiamo a ciò che avviene altrove, per esempio in Inghilterra dove James Cameron vuole triplicare le rette delle università pubbliche e in Italia dove i fondi per gli atenei e la ricerca promessi sono stati trovati dal governo Berlusconi, ci rendiamo conto di quanto vuote e strumentali siano certe critiche di casa nostra. · Abbia detto e dimostrato che il governo c’è. Ora vediamo perché l’opposizione non c’è. Se parliamo del Pd, non esiste né come contenuti né come forza elettorale, né tanto meno come leadership. L’ultimo episodio, le primarie per il candidato sindaco di Milano, sono l’ennesima sconfessione della segreteria Bersani. Se guardiamo ai contenuti, quali sono le ricette del Pd sulla crisi economica? E se guardiamo al consenso che hanno nel Paese, è un calo continuo dal 2008 ad oggi, al punto che quello che doveva essere un partito “a vocazione maggioritaria” (Veltroni) o “un partito di governo temporaneamente all’opposizione” (gli spot attuali di Bersani) è di fatto sotto schiaffo e a sovranità limitata da parte dell’estrema sinistra di Nichi Vendola. · Se invece parliamo dell’altra opposizione che cerca di affermarsi, quella del terzo polo, è ancora più un’opposizione di carta e di tv. Misurata sul piano del consenso e del radicamento sociale che vorrebbe rappresentare, essa è inesistente: poco più del 15-20% secondo i sondaggi più benevoli. Ma anche in questo caso, per fare cosa? Quali misure – non parliamo di riforme – fiscali, economiche, sul lavoro? · Ecco perché questa sorta di comitato di salute pubblica vorrebbe prendere il potere e il governo senza passare dalle urne. Vorrebbe mandare via un premier regolarmente e democraticamente eletto, e ministri che hanno fatto più che bene il loro lavoro, soltanto con una fronda di palazzo. · Come ha spiegato Paolo Bonaiuti, “se Berlusconi è veramente finito, come dicono tutti, non si capisce perché a sinistra non chiedano il voto: dovrebbero stravincere!”. In realtà, da quelle parti e altrove, sanno benissimo che con le elezioni perderebbero di nuovo. Perderebbe la sinistra, che è minoranza, e perderebbe il terzo polo, che non esiste se non mediaticamente. Ed ancora meno esiste un fronte che vada da Fini a Vendola: che voti prenderebbe? Che governo farebbe? Come si presenterebbe agli elettori? · Dunque l’unico collante che unisce tutte queste forze è l’antiberlusconismo. E l’unico modo di impadronirsi di ciò che considerano esclusivamente come potere – e non come responsabilità - è eludere la volontà popolare ed arrivarci attraverso un ribaltone di palazzo. · Per arrivarci si servono di tutto. Occupano letteralmente la televisione – quella pubblica – e gridano alla “macchina del fango”. Quale fango? Danno per scontato che Berlusconi “si debba fare da parte”: perché, in base a che cosa? Dettano condizioni e ultimatum come se al governo ci fosse un abusivo, un clandestino, e solo loro fossero legittimati a rappresentare l’Italia. Il vecchio vizio del Pci di quarant’anni fa, lo ritroviamo oggi in questi che si autoproclamano rappresentanti del nuovo e addirittura del futuro. · La conferma? Italo Bocchino, il portavoce di Fli, dopo essere stato eletto e aver fatto carriera nel Popolo della libertà, chiede “Un’alleanza con la sinistra per un governo di responsabilità”. Cioè: l’ex estrema destra alleata con l’estrema sinistra per un ribaltone fatto nelle segreterie dei partiti. Perché non lo propongono agli elettori? · Le regole, poi, quelle regole istituzionali alle quali tutti si richiamano, sembrano diventate un optional. Vediamo due esempi. · Il presidente della Camera ha fondato un partito. Chiudiamo un occhio sulla coerenza politica. Ma se lo fa, un minuto prima deve lasciare la carica istituzionale. Diversamente svolge due parti in palese conflitto tra loro. Che arbitro e garante imparziale può essere? In quale veste ha risposto al Quirinale che lo ha convocato assieme al presidente del Senato? Come presidente della Camera, secondo le intenzioni del Colle, o come parte in causa? · Altro esempio. Si presentano non una, ma due mozioni di sfiducia a Montecitorio. Al Senato c’è viceversa una mozione di sostegno al governo. Ma questa non conta. Si pretende che tutto il dibattito si concentri e avvenga alla Camera, perché lì, e solo lì, si pensa di poter buttare giù Berlusconi. Ma chi lo stabilisce questo? Quale carica imparziale? Fini, per caso? Tutto nelle “segrete stanze”? · Non solo. Se anche questa operazione, alla Camera, andasse in porto, l’opposizione non ha il coraggio di tornare alle urne. Vuole solo liberarsi di Berlusconi e poi prenderne il posto. Governare gli italiani senza avere, dagli italiani, ottenuto nessun mandato in proposito. Nessun voto. · E’ democrazia questa? No: è solo fronda di palazzo. Ribaltone, e basta. E la travestono da democrazia; e la chiamano libertà.