Pompei, ipocrisia della sinistra

Nov 12th, 2010 | Di cc | Categoria: Ambiente

Il linciaggio a cui viene sottoposto in queste ore il ministro Bondi, nei talk-show e in Parlamento, è la dimostrazione dell’imbarbarimento e del degrado a cui è giunta la politica italiana. Il crollo della Domus dei Gladiatori a Pompei, infatti, è solo l’ennesima ferita subita dal patrimonio archeologico italiano negli ultimi cinquant’anni. Andando indietro nel tempo, tanto per fare un esempio, il problema dei crolli ha riguardato anche le mura Aureliane, che hanno ceduto ripetutamente in più punti, e i casi più gravi sono stati quelli del 2001 e del 2007. Nell’aprile del 2001, quando ministro dei Beni culturali era la diessina Melandri, si verificò il crollo di una ventina di metri dell’antichissima cinta muraria, in via di Porta Ardeatina. Un cedimento provocato dalle infiltrazioni di acqua piovana, esattamente com’è accaduto alla Domus dei Gladiatori. E un nuovo crollo ci fu il primo novembre del 2007, quando si sbriciolò un tratto di mura alto 10 metri e largo 15 lungo viale Pretoriano. Anche quella volta la causa principale fu individuata nelle forti piogge e nelle relative infiltrazioni d’acqua nell’antichissima struttura, mai rinforzata a dovere. Ministro dei Beni culturali era Rutelli, ma l’allora sindaco di Roma Veltroni si guardò bene dal chiederne le dimissioni. Ma lo stesso Veltroni ora è in prima linea a pretendere le dimissioni del ministro Bondi. E anche su Pompei c’è qualche episodio significativo da ricordare, quasi sempre riconducibile al disinteresse e all’incuria delle amministrazioni locali. L’elenco dei crolli è impressionante; nel 2003 si staccò una parte del soffitto del Thermopolium, crollò un pezzo di muro dell’Insula Occidentale, furono danneggiati dalle infiltrazioni d’acqua sia la Casa della Regina Margherita che l’ingresso dei Teatri, e crollò un intonaco della Casa degli scienziati. Nel 2004, altro crollo all’Insula Occidentale e parziale crollo di muratura in altra parte del sito; nel 2006 venne giù parte di un muro del Vicolo delle Nozze d’argento. Nel 2008 ancora un altro cedimento, nel 2009 altri due. Mai nessuna polemica o richiesta di dimissioni. Neppure nel febbraio 2010, quando crollò parte della Domus degli Augustali a Pompei, o a marzo, quando cedette il soffitto della Domus Aurea a Roma. Allora nessuno chiese le dimissioni di Bondi, perché la maggioranza non era in crisi e perché nessuno aveva interesse a strumentalizzare episodi purtroppo non rari, visto che l’Italia è un immenso museo a cielo aperto. La verità è che ai professionisti dello sciacallaggio politico non importa nulla dei beni culturali: importa solo il crollo di Berlusconi, ma per ora sono sempre crollati i suoi tanti avversari politici.

Lascia un commento

Devi essere Autenticato per scrivere un commento