La Parola di oggi

Nov 3rd, 2010 | Di cc | Categoria: Religione

LA PAROLA DI OGGI
4 novembre 2010
Giovedì
S. Carlo Borromeo - XXXI tempo ordinario (C) - III

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Tutte le letture del mese di novembre 2010 (sia in .epub che in .pdf):
http://www.laparola.it/ebooks.php
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PREGHIERA DEL MATTINO
Dio, Padre onnipotente, tu sei il Signore della creazione e hai fissato
le leggi che la governano. Ti rendo grazie per avermi protetto durante
la notte passata. Tu hai posto l’uomo nell’universo affinché ne fruisca
e, al tempo stesso, lo rispetti come meglio può. “Tu mi rallegri,
Signore, con le tue meraviglie”. Ma tu non hai lasciato la creazione a
se stessa, non hai abbandonato le tue creature. Tu cammini al nostro
fianco. La mia giornata di oggi ha un valore ai tuoi occhi. Ti rendo
grazie perché ti ricordi di me, e non soltanto durante il mio sonno
notturno: intervieni infatti nei miei progetti e nelle mie azioni, perché
ti prendi cura di noi. Fa’ che la mia vita, oggi, possa contribuire alla
salvezza temporale ed eterna dei miei fratelli!

PRIMA LETTURA - (Fil 3,3-8a)
Quello che per me poteva essere un guadagno, l’ho considerato una perdita
a motivo di Cristo.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi
Fratelli, siamo noi i veri circoncisi, noi che rendiamo il culto mossi
dallo Spirito di Dio e ci gloriamo in Cristo Gesù, senza avere fiducia
nella carne, sebbene io possa confidare anche nella carne.
Se alcuno ritiene di poter confidare nella carne, io più di lui:
circonciso l’ottavo giorno, della stirpe d’Israele, della tribù di
Beniamino, ebreo da Ebrei, fariseo quanto alla legge; quanto a zelo,
persecutore della Chiesa; irreprensibile quanto alla giustizia che deriva
dall’osservanza della legge.
Ma quello che poteva essere per me un guadagno, l’ho considerato una
perdita a motivo di Cristo. Anzi, tutto ormai io reputo una perdita di
fronte alla sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore.
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 104)
R. Chi cerca il Signore troverà la gioia.
Cantate al Signore canti di gioia,
meditate tutti i suoi prodigi.
Gloriatevi del suo santo nome:
gioisca il cuore di chi cerca il Signore. R.
Cercate il Signore e la sua potenza,
cercate sempre il suo volto.
Ricordate le meraviglie che ha compiute,
i suoi prodigi e i giudizi della sua bocca. R.
Voi, stirpe di Abramo, suo servo,
figli di Giacobbe, suo eletto.
È lui il Signore, nostro Dio,
su tutta la terra i suoi giudizi. R.

CANTO AL VANGELO (cf. Sap 11,23-26)
R. Alleluia, alleluia.
Tu hai compassione di tutti
e nulla disprezzi di quanto hai creato,
Signore, che ami la vita.
R. Alleluia.

VANGELO (Lc 15,1-10)
C’è gioia in cielo per un peccatore che si converte.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori
per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano: “Costui riceve i
peccatori e mangia con loro”.
Allora egli disse loro questa parabola: “Chi di voi se ha cento pecore
e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va dietro a
quella perduta, finché non la ritrova? Ritrovatala, se la mette in spalla
tutto contento, va a casa, chiama gli amici e i vicini dicendo:
Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che era perduta.
Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito,
che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione.
O quale donna, se ha dieci dramme e ne perde una, non accende la lucerna
e spazza la casa e cerca attentamente finché non la ritrova? E dopo
averla trovata, chiama le amiche e le vicine, dicendo: Rallegratevi con
me, perché ho ritrovato la dramma che avevo perduta.
Così, vi dico, c’è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore
che si converte”.
Parola del Signore.

OMELIA
Non è facile oggi riconoscere la necessità di convertirsi. L’educazione
e la catechesi ce ne danno una prova. Bisogna essere soddisfatti delle
proprie azioni e non rimettere in questione né se stessi né gli altri.
Perché far sprofondare l’uomo nel dubbio di sé, dal momento che porta già
il pesante fardello della vita? Fa male riconoscersi peccatore, rompere
con il proprio passato e ripartire in direzione opposta.
Far sì che il fedele riconosca i propri sbagli non è più l’interesse
prioritario dei pastori della Chiesa. Nel migliore dei casi, l’invito
alla conversione viene lanciato indirettamente, poiché i pastori temono
che le chiese vengano disertate ancora di più. Anche nella nostra vita
privata, spesso, chiudiamo gli occhi di fronte agli sbagli dei fratelli,
perché non vogliamo rischiare di perderli.
L’illusione della non colpevolezza imprigiona anche i cristiani. Ma
l’approvare o lo scusare va contro tutta la tradizione biblica, a
cominciare dai profeti dell’Antico Testamento fino alla predicazione
dell’ultimo apostolo. Ma non è tutto: tale tendenza pastorale non ha un
sostegno spirituale realistico né un fondamento nella catechesi. È raro
che l’uomo sia felice come quando risponde all’invito alla conversione.
“Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più” (Gv 8,11).
Che cosa potrebbe darci una gioia più profonda del ritorno al Padre che
ci ama, che già ci attende e ci offre il suo perdono senza nulla
chiederci in cambio?
Se il senso del peccato e della conversione tende a scomparire del tutto
dai messaggi pastorali, bisogna cercarne la ragione nella società che ci
circonda, che si è allontanata da Dio. Solo chi è toccato dalla maestà
e dalla santità di Dio prende coscienza del peccato, in se stesso e negli
altri. La conversione diventa allora la sua parola chiave non soltanto
perché essa concede agli uomini di pregustare la felicità eterna, ma
perché allora Dio esulta di gioia. Quando Gesù parla del “cielo” (Lc
15,7), allude in realtà a Dio. E nella corte celeste (Lc 15,10) si
effonde una gioia di cui molti cristiani non sanno conoscere l’intensità
e la profondità.
Questo brano di Vangelo è davvero una Buona Novella. Chi non se ne
dimentica, non può mai perdere la speranza, in qualunque situazione si
trovi. E tale Buona Novella esorterà gli uomini a seguire maggiormente
Gesù per annunciare alle pecore smarrite la misericordia del Padre
affinché Dio ne abbia gioia.

PREGHIERA DELLA SERA
Dio, Padre eterno, ripensando a questo giorno appena trascorso, voglio
ringraziarti per il bene che ho ricevuto dai miei fratelli e per il bene
che io stesso ho potuto fare loro. So che ogni dono proviene da te, ma
non voglio chiudere gli occhi su quanto non è conforme alla tua volontà.
Non lasciare che io cerchi di presentarmi ai tuoi occhi migliore di quel
che sono; un tale atteggiamento non avrebbe alcun senso di fronte a te,
perché “nemmeno le tenebre per te sono oscure, e la notte è chiara come
il giorno” (Sal 139). Accoglimi nelle tue braccia. Di fronte a te io
riconosco la mia debolezza e i miei errori. Accoglimi nelle tue braccia
come un padre che perdona. Convertimi. Fa’ che, prendendo coscienza della
mia ostinazione peccaminosa, mi attacchi tanto più saldamente a te.

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