Responsabilità, vale per tutti

Nov 3rd, 2010 | Di cc | Categoria: Politica

Tutti quelli che predicano responsabilità hanno ragione, che notano come il momento sia cruciale in tutto il mondo: la crisi non è ancora alle spalle, l’occupazione non è ancora in ripresa, ogni giorno i mercati guardano all’America e in America il presidente Barack Obama sta per perdere la maggioranza con cui due anni fa aveva trionfalmente vinto le elezioni.Tutti hanno ragione nella predica: peccato che poi razzolino malissimo. La rassegna stampa del mattino non dà precisamente l’idea di un’informazione concentrata su ciò che di sicuro più interessa milioni di persone, qualunque sia la loro idea ed il loro credo politico. La rassegna stampa è una via di mezzo tra concentrati del peggior gossip, mattinali di procure varie, scene da Paese centroamericano. Non parliamo dei giornali scandalistici per definizione: questi sono stati abbondantemente sorpassati dalla cosiddetta “grande stampa” d’informazione e di opinione. Dove qua e là spuntano appelli nobili, tipo “I problemi sono altri”; nascosti però da una rincorsa a chi la spara più grossa, a chi la racconta più trash.Basta una confidente di procura su questioni di narcotraffico che dica di aver conosciuto una cubista che affermi di aver frequentato questo o quel politico, ed ecco che le buone intenzioni vanno subito a farsi benedire. Si gettano in piazza nomi di parlamentari e di ministri senza la minima verifica. Chi la verifica poi la fa, scopre subito che non c’entrano nulla: ma la “soffiata” sovrasta sempre l’accertamento dei fatti.Torniamo dunque all’inizio. Serve responsabilità, altro che caso Ruby. Su quest’ultimo ci sono inquirenti al lavoro, le solite procure (due in particolare) che certo non amano Silvio Berlusconi; ed al centro di tutto una ragazza dalla vita infelice e la lingua molto lunga e molto incerta. Basta questo a decretare lo stato di emergenza?Sullo stile del premier, l’ha detto lui stesso: “Amo la vita e amo le donne, sono una persona giocosa. Da me entrano solo persone per bene. Ho cuore e aiuto chi ha bisogno”. Tutto ciò in questi due anni e mezzo di governo ha prodotto un’infinità di pettegolezzi che si sono sempre risolti in nulla, ed al contrario un governo che non ha mai smesso di governare, non è mai venuto meno ai propri doveri.Questa è appunto la responsabilità. I nostri conti pubblici ormai li verifica l’Europa e – notizia pubblicata ieri a pagina 16, taglio basso, su Corriere Economia – i nostri titoli di Stato sono diventati tra i grandi investitori internazionali un riferimento virtuoso per misurare i titoli dei Paesi a rischio, a fianco dei Bund tedeschi. L’Europa, intesa come summit dei capi di governo europei, ha appena accolto le richieste italiane di valutare diversamente il debito pubblico, il vero freno al nostro sviluppo: e a rappresentare questa richiesta c’era Silvio Berlusconi. Anche questa è responsabilità.Si guarda all’America, appunto, perché da lì è nata la crisi e da lì può tornare il sereno. Ma gli Usa sono – loro sì – in crisi di leadership. E dunque occorrerà sempre più puntare altrove, ai mercati emergenti, al Brasile e alla Cina, alla Russia; e appunto risolvere le questioni nella casa europea. E questo il governo, con Berlusconi e Tremonti, sta facendo. Lo fa da sempre, quando all’inizio tutti, specie da sinistra, ammonivano il premier a seguire l’esempio Usa.Sul tavolo c’è il decreto di fine anno, detto “milleproroghe”, che dovrà nei limiti del possibile finanziare i progetti per i quali non è stato possibile (perché è proibito) reperire fondi con la legge di Stabilità. Si parla dunque di università, lavoro, settori industriali, telecomunicazioni e infrastrutture. Il governo è al lavoro su questo.Poi c’è il capitolo Fiat: le denunce di Marchionne, in gran parte condivisibili, ma anche un piano industriale per l’Italia sul quale il Lingotto ha molte esitazioni. La Fiat è un grande gruppo privato, il governo non ha poteri d’intervento se non quelli che ha già messo in campo in materia di flessibilità dei contratti, di detassazione degli straordinari. Anche questa è responsabilità.Se guardiamo alla maggioranza, l’alleanza tra Pdl e Lega è dedita al governo. La lealtà regge, ed è una lealtà per governare, non per il potere. C’è stato un appello a Fli: è anche quello nel segno della responsabilità. Diversamente, sempre responsabilità impone che ci si rivolga di nuovo alle urne. Sono gli stessi concetti che troviamo oggi in un editoriale del Corriere, mascherato tra decine di pezzi più o meno scandalistici.Ecco: abbiamo elencato una serie di terreni sui quali si misurano realmente la responsabilità di un governo e di una classe politica. Una serie di campi e di argomenti sui quali tutti, da Berlusconi in giù, sono al lavoro. Non dimentichiamo un dato: il 29 settembre Berlusconi ha presentato e sottoposto al voto di fiducia del Parlamento un piano preciso di riforme e di leggi, che vanno tutte nella direzione necessaria al Paese. Le ricordiamo: federalismo, Sud, fisco, sicurezza, giustizia. Si può dire che non servano all’Italia? Il premier ha ottenuto la maggioranza più ampia mai avuta.E si potrebbe aggiungere l’emergenza rifiuti in Campania, risolta per la seconda volta. Ai media che ogni giorno ci propinano un’immagine del Paese degna della Colombia di altri tempi, noi rispondiamo con questo impegno, questo lavoro e questa responsabilità. Che poi, come si è visto per la crisi, danno i loro frutti. La stessa responsabilità è però giusto e legittimo chiederla a tutti. Un anno fa sui giornali e in tv impazzava il Noemigate, ma il governo lavorava alla crisi economica, alla scuola, all’Europa. Chi ha avuto ragione?

Lascia un commento

Devi essere Autenticato per scrivere un commento