La Parola di oggi
Ott 29th, 2010 | Di cc | Categoria: ReligioneLA PAROLA DI OGGI
30 ottobre 2010
Sabato
S. Germano vescovo - XXX tempo ordinario (C) - II
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PREGHIERA DEL MATTINO
Signore mio Dio, mi rendo conto di dare troppa importanza al giudizio
degli altri. La loro stima condiziona in me la percezione stessa del mio
effettivo valore. A stento sopporto la loro scarsa considerazione: mi fa
perdere sicurezza e mi angoscia. Fammi da guida nel compiere il mio
dovere. Fa’ che, nel riconoscimento altrui delle mie azioni, io
percepisca in realtà quanto io valga ai tuoi occhi. Proteggimi dalla
maldicenza e dalla calunnia. Fa’ che non mi attenda troppo il consenso
e l’ammirazione altrui. Permettimi di cercare la sola gloria che viene
da te. E quando mi invii insuccessi e umiliazioni, assicurami che sono
in vista della mia salvezza; concedimi lo sguardo della fede, affinché,
con tuo Figlio, io li accetti volontariamente per la mia redenzione e per
quella di tutti i miei fratelli.
PRIMA LETTURA (Fil 1,18b-26)
Per me il vivere è Cristo e il morire un guadagno.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi
Fratelli, purché in ogni maniera Cristo venga annunziato, io me ne
rallegro e continuerò a rallegrarmene. So infatti che tutto questo
servirà alla mia salvezza, grazie alla vostra preghiera e all’aiuto dello
Spirito di Gesù Cristo, secondo la mia ardente attesa e speranza che in
nulla rimarrò confuso; anzi nella piena fiducia che, come sempre, anche
ora Cristo sarà glorificato nel mio corpo, sia che io viva sia che io
muoia.
Per me infatti il vivere è Cristo e il morire un guadagno. Ma se il
vivere nel corpo significa lavorare con frutto, non so davvero che cosa
debba scegliere.
Sono messo alle strette infatti tra queste due cose: da una parte il
desiderio di essere sciolto dal corpo per essere con Cristo, il che
sarebbe assai meglio; d’altra parte, è più necessario per voi che io
rimanga nella carne.
Per conto mio, sono convinto che resterò e continuerò a essere d’aiuto
a voi tutti, per il progresso e la gioia della vostra fede, perché il
vostro vanto nei miei riguardi cresca sempre più in Cristo, con la mia
nuova venuta tra voi.
Parola di Dio.
SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 41)
R. A te vengo, Signore, sorgente della vita.
Come la cerva anela ai corsi d’acqua,
così l’anima mia anela a te, o Dio. R.
L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente:
quando verrò e vedrò il volto di Dio? R.
Questo io ricordo, e il mio cuore si strugge:
attraverso la folla avanzavo tra i primi
fino alla casa di Dio,
in mezzo ai canti di gioia
di una moltitudine in festa. R.
CANTO AL VANGELO (cf. Lc 1,46.52)
R. Alleluia, alleluia.
L’anima mia magnifica il Signore:
egli abbassa i superbi e innalza gli umili.
R. Alleluia.
VANGELO (Lc 14,1.7-11)
Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato.
+ Dal Vangelo secondo Luca
Un sabato Gesù era entrato in casa di uno dei capi dei farisei per
pranzare, e la gente stava ad osservarlo. Gesù, vedendo come gli invitati
sceglievano i primi posti, disse loro una parabola: “Quando sei invitato
a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un
altro invitato più ragguardevole di te e colui che ha invitato te e lui
venga a dirti: Cedigli il posto! Allora dovrai con vergogna occupare
l’ultimo posto.
Invece quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché
venendo colui che ti ha invitato ti dica: Amico, passa più avanti.
Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si
esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato”.
Parola del Signore.
OMELIA
“È giunto secondo”: ecco quanto si dice con ironia e commiserazione di
chi non ce l’ha fatta. Lo sport e il gioco sanciscono premi ai migliori.
Chi, invece, corre al di fuori della gara, per quanto inattesa sia la sua
prestazione, non ottiene onori. E noi ci dirigiamo con ogni sforzo verso
la meta, sotto le luci del palcoscenico del potere politico, economico
e culturale. Ci facciamo largo per essere i primi tanto nella nostra vita
professionale quanto nella vita privata. E dimentichiamo facilmente o,
peggio, respingiamo coloro a cui abbiamo fatto sgambetti lungo il cammino
verso la nostra meta. Non è questa la prassi comune in una società in cui
ci si fa largo con i gomiti? È la società stessa che, praticamente, ci
spinge a farlo.
Non è strano, allora, che anche nella Chiesa ci sia la lotta per occupare
un posto di responsabilità. È una lotta combattuta da individui,
assemblee, istituzioni, consigli, comitati di redazione, facoltà. Del
resto, nella comunità della Chiesa avviene anche che una parte combatta
l’altra: le donne tentano di opporsi alla predominanza degli uomini.
Nessuno vuole l’ultimo posto.
Il Vangelo di oggi si oppone a tale spirito del nostro tempo e della
nostra esperienza personale: chi mi ha mai chiesto di salire di grado?
Quando mai mi sono guadagnato con le mie forze influenza e competenza?
Meglio ancora, la parola di Gesù corregge la natura umana dalla menzogna
di ogni tempo: quando mai colui che è il re del creato - e la cui
crescita segue il normale corso - s’è volontariamente umiliato?
Eppure il nostro Signore l’ha fatto: “Facendosi obbediente fino alla
morte e alla morte di croce (Fil 2,8). E san Paolo ci presenta il cammino
di Cristo come un esempio da seguire: “Abbiate in voi gli stessi
sentimenti che furono in Cristo Gesù” (Fil 2,5).
Ancora una volta, il Vangelo e il senso comune sono in contraddizione fra
loro. Ma la parola e i gesti di Gesù sono perfettamente chiari. Egli
mostra come sarà salvata l’umanità. Non ci si può sbagliare. Non possiamo
minimizzare la difficoltà di seguirlo. E se qualcuno si rifugerà nella
confortevole illusione di se stesso, nel giorno delle “nozze”, il padrone
di casa lo porterà alla dolorosa conoscenza di sé. Gli negherà quel posto
d’onore per cui tanto si sarà dato da fare al banchetto della vita
eterna.
Nel primo capitolo del Vangelo di Luca, Maria canta il “Magnificat”. Una
donna loda Dio perché ha rovesciato l’ordine abituale di questo mondo:
“Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili” (Lc 1,52).
Dio non vuole tenere l’uomo lontano dall’altezza e dagli onori. Soltanto,
la creatura non deve cercare di guadagnarseli con le sue forze,
rischiando di infrangere l’ordine stabilito dal creatore e salvatore.
Deve, invece, riceverli, affinché tale dono sia occasione di lode e di
ringraziamento al Signore.
PREGHIERA DELLA SERA
Signore Gesù, con la Chiesa, questa sera, rendo omaggio a Maria, tua
madre. Ella era legata a te, corpo e anima, come tutte le madri con i
propri figli. Pensando a lei, mi rallegro per la tua somiglianza con gli
uomini, che tanto amano la loro madre! Ma la venero ancor di più perché
si è affidata totalmente alla volontà di Dio e le è sempre rimasta
attaccata. Soltanto così poteva essere la madre tua e della Chiesa. Fa’
che anche noi, come Chiesa, restiamo, nei nostri atteggiamenti e nelle
nostre azioni, figli di Maria.