Iervolino, colpevole del caos-rifiuti
Ott 19th, 2010 | Di cc | Categoria: Ambiente
Non c’è da stupirsi se il sindaco di Napoli per la vicenda dei rifiuti spedisce messaggi per chiedere aiuto a tutti: dal premier al ministro della salute, da Bertolaso al presidente della Regione. Non stupisce perché certificano, questi disperati appelli, la totale inadeguatezza di Rosa Russo Iervolino, al suo secondo mandato alla guida di una città che ha visto ingigantire tutti i problemi dai quali è oppressa da decenni, ognivolta con la sinistra al governo. Un sindaco sempre pronto a polemizzare con gli altri e mai in grado di assumersi le proprie responsabilità: si tratti dei rifiuti o del traffico o della disoccupazione, è sempre colpa degli altri. Tutto questo in una città dove, come annota oggi un editoriale del Mattino, “un consiglio comunale non è neppure in grado di riunirsi per decidere qualcosa”.Proprio oggi Legambiente, nel suo rapporto “Ecosistema urbano”, dà una sonora bocciatura al capoluogo campano (e quindi a chi lo governa). Napoli, tra le grandi città, si fregia del titolo di capitale dell’invivibilità, piazzandosi al 96esimo posto (era l’89esimo lo scorso anno) su 103 città italiane campionate. Maglia nera, dunque. A cominciare, tanto per restare in tema di rifiuti, dalla raccolta differenziata, ferma al 18,6%: il che spiega in gran parte quel che sta accadendo in questi giorni. Problema atavico del Sud? Macché! Salerno e Avellino, con oltre il 60% di differenziata, entrano nel novero delle prime trenta città sostenibili. E anche Caserta è una buona lunghezza davanti a Napoli.La Iervolino e la sua giunta possono appuntarsi anche altre medaglie di latta: quelle per la peggiore qualità dell’aria, per la peggiore capacità di depurazione dell’acqua, della cattiva gestione dei trasporti, della minore superficie pedonalizzata, dello spreco di energia elettrica per abitante. Napoli in caduta libera, la politica ha abdicato al governo della città, la sinistra ha fallito. A partire dalla gestione dei rifiuti, consegnata alla responsabilità degli enti locali dopo l’intervento risolutivo del governo nel 2008. Un’occasione che altri sindaci non hanno sprecato.