Una conferma? Esplode l’export
Ott 16th, 2010 | Di cc | Categoria: Cronaca Nazionale
L’export italiano in agosto fa un balzo del 31,5% rispetto allo stesso mese del 2009. E’ il rialzo annuo più alto dal maggio del 2005 e, secondo l’Istat, porta a +14% il dato complessivo delle esportazioni italiane nei primi otto mesi del 2010. E’ un risultato importante, che conferma il recupero delle nostre aziende rispetto alla forte caduta del momento peggiore della crisi e che induce ottimismo, solo parzialmente appannato dalla constatazione dell’Istat che il mese di agosto è particolare, in quanto affetto da una forte stagionalità. I dati confermano che finora il governo, stante la difficile situazione di bilancio, ha fatto la sua parte e adesso cade nel momento giusto l’avvio della politica di sostegno alla ripresa ribadita anche ieri da Tremonti. L’aumento annuo ha avuto un andamento leggermente più dinamico verso i Paesi extra-Ue rispetto a quello interno all’Unione. Anche se l’andamento mese su mese segnala andamenti diversificati verso le due aree di sbocco (+1,6% nella Ue, +5,5% verso gli altri Paesi) va detto che –rispetto ai primi venti di ripresa- il nostro export si va riequilibrando. Soprattutto grazie alla Germania, nostro principale partner continentale che marcia a livelli di crescita del Pil che a fine anno dovrebbe superare il 3%. Il rialzo verso il mercato tedesco è pari al 35,9%, con forti incrementi anche verso i Paesi Bassi e verso la Gran Bretagna. Una conferma viene poi dai Paesi extra-Ue con incrementi del 60% verso la Cina, del 45% verso il Mercosur e la Russia, del 40% anche verso gli Usa. In questo contesto le maggiori preoccupazioni vengono dalla tempesta valutaria mondiale: il calo del dollaro e la forte rivalutazione dell’euro rischiano infatti di tarpare le ali all’export europeo nell’ultimo trimestre dell’anno. Si apre lo scenario di una battaglia dei prezzi a seguito della quale le aziende europee saranno costrette, se vorranno mantenere le quote, a rassegnarsi ad un calo dei margini per restare competitive sul prodotto. Tra le buone notizie vanno comunque segnalati in particolare i recuperi di settori tradizionali del nostro made in Italy, come i prodotti tessili e quelli del settore alimentare. Secondo Coldiretti, in base ai dati del primo semestre si può pronosticare per fine anno un export pari a 26 miliardi di esportazioni soprattutto verso il continente europeo, ma anche verso Usa e i Paesi emergenti. Nel primo semestre il valore dell’export è aumento a due cifre, in particolare grazie a ortofrutta, vini e formaggi. Prodotti a denominazione di origine come parmigiano e grana padano mettono a segno aumenti record al 23%. Non è folklore segnalare la crescita del 123% delle esportazioni di grappa verso il Paese della vodka (Russia), del 23% delle salsicce verso il Paese dei wurstel (Germania) e del 17% della pasta verso la Cina. Come èopportuno ricordare le battaglie del governo Berlusconi, a livello mondiale e in sede comunitaria, per difendere i nostri marchi e l’originalità dei nostri prodotti. Bondi: positivo il mio giudizio sulla Finanziaria ”Il mio giudizio sulla finanziaria e’ positivo, ho sempre approvato e anche rivendicato politicamente il lato positivo dei provvedimenti economici di questo governo”. Cosi’ il ministro della Cultura Sandro Bondi, a margine di un convegno a Milano, ha smentito ogni possibile frizione tra lui e il titolare dell’Economa Giulio Tremonti sull’impianto della manovra economica e i tagli alla cultura. ”Come ministro della Cultura - ha aggiunto - ho posto alcuni problemi, ma sono certo che troveremo una soluzione”.Lo stesso ministro ha inoltre escluso che dietro la sua assenza al consiglio dei ministri di ieri che ha approvato la manovra, ci fossero intenti polemici. ”Avevo avvertito il presidente del Consiglio - ha ricordato Bondi - che avevo un incontro bilaterale con il ministro della Cultura tedesco in Italia, fissato da tempo. Da parte mia non c’e’ stata alcuna volonta’ di non partecipare”. Del resto, Bondi ha sottolineato che il suo duplice ruolo di ministro e di coordinatore del Pdl lo ha sempre portato a difendere le linee della politica economica dell’esecutivo. ”Non sono solo il ministro ma ho anche responsabilita’ politiche - ha concluso - e ho sempre rivendicato la giustezza della politica economica del Governo”.