La gente pensa al sodo, la sinistra alla legge elettorale
Ott 16th, 2010 | Di cc | Categoria: Politica
Quel voto di lista che fu abolito per fare dispetto ai socialisti di Craxi viene richiesto ora proprio da quello schieramento che all’epoca ne volle l’eliminazione. La legge in vigore su scala nazionale, chiamata Porcellum dalla sinistra per indicarne la scarsa attendibilità, fu derivata dal sistema tuttora in vigore per la rossa Regione Toscana, quella Regione che non ha mai conosciuto un’alternativa di centrodestra. Eppure, non risulta che in Toscana la sinistra abbia inscenato cortei di protesta contro la propria legge. La realtà è quella che la sinistra non ci dice. La legge elettorale è soltanto un vestito che quasi tutti i partiti, quasi tutte le forze politiche cercano di tagliarsi su misura per ottenere, come è lecito, il maggior effetto possibile in termini di seggi, deputati e senatori. Tutto il resto sono chiacchiere. Ecco perché si rimane sconcertati dinnanzi al clamore moralistico sollevato da questa sinistra parolaia. Dicono che bisogna ridare la sovranità al popolo in quanto che le liste formate dalle segreterie nazionali impedirebbero alla gente di scegliere i nomi più adatti. Ma dimenticano di dire che con il vecchio sistema delle preferenze si inducevano folli spese per la politica, quelle folli spese che contribuirono a portare la Prima Repubblica alla rovina. E dimenticano di aggiungere che molti di quei signori delle preferenze, soprattutto nel Meridione, avevano legami o subivano infiltrazioni dal crimine organizzato. Dunque, la questione della legge elettorale appassiona soltanto la sinistra non per alti e nobili motivi morali, ma per basse questioni di bottega. E quando la sinistra la finirà con il propinare all’opinione pubblica questi moralismi fuori dal tempo, significherà che finalmente è stato rotto quel legame con la vecchia ideologia marxista-leninista, legame già reciso dalla sinistra socialdemocratica europea. Meno male che gli italiani non hanno l’anello al naso come l’opposizione vorrebbe farci credere e pensano soprattutto alla soluzione dei problemi concreti del Paese. Pensano così alla crisi economica che è stata evitata nei suoi effetti più deleteri grazie all’intervento tempestivo del nostro Governo. Pensano agli aiuti che possono derivare per chi è rimasto senza lavoro dai vari tipi di Cassa integrazione e in genere dagli ammortizzatori sciali. Pensano alla consolidata stabilità delle nostre banche, che ha tutelato i risparmi dei cittadini. Pensano alla tenuta del mercato immobiliare che ha difeso il valore delle case possedute dall’85 per cento delle famiglie italiane. Ecco perché il dibattito sulla legge elettorale non appassiona noi e non appassiona nessuno. Ecco perché, ancora una volta, la politica dei fatti vince nonostante tutto contro la politica delle chiacchiere in libertà.