Napoli - Il 23 Ottobre 2010 alle ore 17:00 presso il complesso religioso Vocazionario “DEUS CHARITAS” alla via Parroco Russolillo Pianura si terrà un’incontro informativo sulla Endometriosi. Il Relatore: Dott. Massimiliano Pellicano Dirigente Medico in Ginecologia e Ostetricia Specialista in Endometriosi ed Infertilità presso il Dipartimento di Ginecologia e Ostetricia e Fisiopatologia della Riproduzione Umana dell’Università di Napoli Federico II. L’endometriosiè una malattia ancora poco conosciuta. È importante perciò che le pazienti, che sulla base della sintomatologia abbiano solo il sospetto che possa trattarsi di endometriosi, si rivolgano ad uno dei tanti Centri di Riferimento che si occupano di tale patologiaNon bisogna, inoltre, dimenticare l’andamento cronico recidivante della malattia: è perciò fondamentale assicurare alle pazienti affette, non solo un trattamento chirurgico/farmacologico adeguato, ma anche un corretto follow-up, per seguirle nel tempo e rassicurarle sul buon andamento della terapia ovvero per intervenire precocemente in caso di ripresa della malattia.La laparoscopia è considerata da un punto di vista chirurgico il trattamento più appropriato per l’endometriosi, indipendentemente dallo stadio e dalla sede (ovarica o pelvica) della malattia. In alcuni casi selezionati la laparoscopia potrebbe essere sostituita dalla fertiloscopia soprattutto nei casi di endometriosi lieve. Il management varia in funzione del sintomo principale (subfertilità, sterilità, dolore) e dello stadio (iniziale o avanzato). Il primo tempo della chirurgia laparoscopica prevede una attenta valutazione preliminare della pelvi e della cavità addominale in modo tale da poter effettuare una corretta diagnosi e stadiazione della patologia. Con l’ottica devono essere visualizzate le seguenti regioni: colon ascendente, doccia paracolica destra e sinistra, regione epatica, colon discendente, retto-sigma, cavo del Douglas, sfera genitale (utero, tube e ovaie). Completata la fase diagnostica si può procedere alla parte operativa che consiste in un’eventuale adesiolisi (rimozione delle aderenze) e/o asportazione di endometriomi ovarici e coagulazione di spot endometriosici. Nei casi più severi si potrà rendere necessaria una resezione più ampia di tratti intestinali (endometriosi intestinale a tutto spessore) o di porzioni vescicali (endometriosi infiltrante la vescica) e reanastomosi ureterali (ostruzioni dell’uretere).La terapia farmacologia è utile soprattutto dopo il trattamento chirurgico per il mantenimento del risultato ottenuto. In prima istanza vengono usati gli analoghi del GnRH che hanno come obiettivo la soppressione dell’attività ovarica e quindi degli estrogeni, considerati la “benzina” che alimenta l’endometriosi. Una volta che i livelli di estradiolo e di CA-125 si sono adeguatamente abbassati, se la paziente non ha desiderio di prole, si può passare ad un contraccettivo orale estro progestinico o solo progestinico con lo scopo di continuare a mantenere soppressa l’attività ormonale con conseguente minor rischio di recidiva della malattia.Complessa e fortemente dibattuta è la relazione esistente fra endometriosi ed infertilità. Se infatti è plausibile che nelle forme moderate/severe di endometriosi (stadio III e IV) la sterilità sia primariamente dovuta ad un fattore meccanico ovvero alla sovversione della normale anatomia pelvica (es. alterazioni del rapporto tubo-ovarico, distorsione/ostruzione tubarica), non è ancora ben chiarito il perché dell’infertilità/subinfertilità nelle donne affette da endometriosi minima/lieve (stadio I e II), ovvero in assenza di aderenze e di lesioni endometriosiche gravi.L’endometriosi è, comunque, una patologia estremamente imprevedibile: la malattia, infatti, in alcuni casi si limita alla formazione di pochi impianti endometriosici e non evolve; in altri, progredisce in breve tempo, coinvolgendo tutti gli organi della pelvi, con manifestazioni spesso drammatich Come si fa diagnosi di endometriosi?• Anamnesi: una stretta collaborazione tra medico e paziente è fondamentale per un corretto approccio alla malattia. È importante che la paziente riesca a riconoscere i propri sintomi e a riferirli in modo appropriato al suo ginecologo.• Esame obiettivo ginecologico: è il momento principale per una corretta diagnosi. La visita ginecologica potrebbe evocare un dolore intenso alla palpazione delle zone maggiormente colpite dall’endometriosi, ma è fondamentale per raccogliere il maggior numero di informazioni sulla malattia e per una corretta diagnosi differenziale.• Indagini strumentali e di laboratorio: - Ecografia trans-vaginale: è utile soprattutto in caso di reperto di cisti endometriosiche a carico delle ovaie, che mostrano un aspetto caratteristico. Un occhio particolarmente esperto, sarà anche capace di evidenziare altre caratteristiche ecografiche meno comuni quali sedimentazioni interne alle cisti, margini irregolari, ispessimenti a carico del Douglas. L’ecografia è inoltre fondamentale nel follow-up delle pazienti che sono state sottoposte a chirurgia laparoscopica per endometriosi.- CA-125: il dosaggio del CA-125 è un esame poco costoso che può sicuramente essere d’ausilio per la diagnosi di endometriosi. Le alterazioni a carico di tale antigene possono dipendere anche da una serie di altre patologie (infiammazioni, tumori, ecc.), ma una sua elevazione, anche minima, correlata ad un’anemnesi o ad un esame obiettivo positivi, sono altamente indicativi di endometriosi.
Grazie al Dott. Massimiliano Pellicano uno dei tanti medici che dedicano la propria vita alla medicina per salvare vite umane, non venendo meno al giuramento di Ippocrate. Un ringraziamento va ai Padri Vocazioniti per la loro ospitalità. Ma un’ultimo grazie, consentitemi, lo devo fare a Daniela e Teresa, ragazze che hanno voluto organizzare questo incontro per testimoniare la loro esperienza e sensibilizzare la prevenzione, proprio loro due spledide ragazze che hanno lottato con questa malattia ma alla fine hanno vinto. E’ allora che dire ADMAYORA.
Claudio Ciotola