“Voglio in primo luogo rivolgere un apprezzamento ammirato per quanto sta facendo la Cina sul piano della politica internazionale, portata avanti con molta saggezza e che il primo ministro definisce ‘politica dell’armonia’”. Lo ha affermato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nel corso della tavola rotonda italo-cinese a Villa Madama a Roma. “La Cina si presenta sempre con la voglia positiva di sedare i contrasti apportando un contribuito di positività e saggezza. Sul piano dei rapporti bilaterali - ha proseguito il Premier - il primo ministro ha già detto cosa è importante sapere ma va sottolineato che ha annunciato di volere garantire alla imprese straniere le stesse condizioni garantite alle imprese nazionali. E’ assolutamente importante. Nonostante la crisi globale nel 2009 la Cina è cresciuta del 9,6 per cento e quest’anno supererà il 10 per cento, è la seconda economia globale e il primo esportatore e presto sarà anche la prima economia mondiale. Guardiamo al mercato cinese come un mercato di grande sviluppo economico, capace di assorbire i nostri prodotti e di dare alle nostre imprese e ai nostri investimenti un modo importante per affermarsi e svilupparsi”.Berlusconi ha ricordato con “orgoglio” la recente Expo italiana in Cina a cui hanno preso parte oltre duecento imprese. In passato “abbiamo guardato sempre con un certo timore alla Cina per la sua capacità di presenza nei nostri mercati, come concorrente delle nostre imprese: credo dobbiamo, e abbiamo già cominciato a farlo, guardare alla Cina come a un grandissimo mercato di consumi”.Il premier ha citato, in quest’ottica, “un miliardo e 330 milioni di cittadini, che stanno salendo nel grado di benessere a ritmi assolutamente veloci” e “un’economia con una capacità di sviluppo assolutamente straordinaria: la Cina negli ultimi anni ha aumentato la sua forza lavoro dello stesso numero globale di persone che costituiscono la forza di lavoro italiana, la forza di lavoro francese, la forza di lavoro della Gran Bretagna. Lo scorso anno ci sono stati 23 milioni di nuovi lavoratori: 15 milioni dalle campagne e 8 milioni che sono usciti dalle scuole e dalle università, con un alto livello di scolarizzazione”.Sull’obiettivo di interscambio commerciale bilaterale fissato dai governi per il 2015 Berlusconi ritiene che “il traguardo di 100 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni sia possibile, anzi superabile. E’ per questo che quando il primo ministro Wen ha detto ‘80 miliardi’ mi sono permesso di dire ‘100′, perché sappiamo che in tutte le cose della vita, come a scuola, se tu ti poni il traguardo del 6 prendi 5, se vuoi l’8 ti danno 7, quindi per avere 8 devi puntare a 10. Quindi noi fissiamo il traguardo di 100 miliardi per arrivare a 120!”.Durante il ‘Tavolo Italia-Cina’, il Presidente del Consiglio ha chiesto ufficialmente all’ospite Wen Jiabao di “aprire anche in Italia, come ne esistono già in Francia e in Germania, una casa della cultura cinese”. Sottolineando l’importanza delle relazioni diplomatico-culturali fra i due Paesi e l’inaugurazione, proprio in questi giorni dell’’Anno culturale della Cina in Italia’, Berlusconi ha illustrato l’enorme patrimonio artistico e culturale del Bel Paese: “Anche per questo - ce lo meritiamo”. Il premier ha ricordato, sul fronte delle ristrutturazioni archeologiche, il contributo italiano per la Città Proibita di Pechino.Poi si è lasciato andare a un momento di “orgoglio” nazionale: “In fondo noi siamo abbastanza bravi nei restauri perché, senza meriti né diritti, ma abbiamo avuto in dote da chi ci ha preceduto il 72 percento dei beni artistici catalogati dall’Unesco in Europa e il 50 percento di quelli catalogati nel mondo”. Il premier ha ricordato le “più di centomila nostre grandi chiese e monumenti, 40mila abitazioni storiche con tutti i tesori che contengono, i 4mila musei e i 2500 siti archeologici, oltre a più di mille teatri: è senza merito che noi diciamo queste cose ma dobbiamo anche mantenerle, e quindi questo comporta una nostra competenza nel settore”.In nome “dei rapporti di amicizia” fra Italia e Cina, ha quindi invitato il governo cinese ad “approfondire la reciproca conoscenza fra i nostri cittadini e i cittadini cinesi, su chi siamo su chi sono, sulla nostra storia e sulla nostra cultura”. Per questo, alle manifestazioni già previste dall”Anno della Cina in Italia’ Berlusconi ha chiesto che si aggiunga l’apertura di una Casa della Cultura cinese, per cui si è dichiarato disponibile a trovare al più presto “la sede più opportuna”. Berlusconi: con Israele amicizia franca e reciproca “Ho sempre auspicato ed operato perché il conflitto tra Israele e Palestinesi sia indirizzato verso la soluzione che prevede due Stati, quello ebraico di Israele e quello palestinese, che vivano in pace ed in sicurezza l’uno accanto all’altro”. E’ quanto scrive il premier Silvio Berlusconi in un messaggio alla manifestazione di solidarietà ad Israele a Roma. “Oggi - osserva il presidente del Consiglio – questa soluzione appare condivisa” da tutti. “Siamo consapevoli delle difficoltà, ma con tutti gli uomini di buona volontà confido che il negoziato diretto, ripreso da poco, sia finalmente coronato da successo e apra una prospettiva di sviluppo e di benessere nella pace per i nostri amici israeliani e per tutti i popoli del Medio Oriente”.“La visita al campo di sterminio di Auschwitz - insieme all’orrore per la barbarie dell’Olocausto - mi ha trasmesso un sentimento di solidarietà incancellabile: da allora anche io mi sento israeliano”. “In tutta la mia vita sono stato un amico di Israele” perché “i sentimenti, le ragioni ed i valori che ci uniscono sono numerosi e, per me, fortissimi”. Berlusconi ricorda come da ragazzo abbia avuto “amici ebrei, miei vicini di casa, che mi hanno raccontato le sofferenze delle loro famiglie”. E sottolinea come il suo ’sentirsi israeliano’ sia stata “una convinzione che ho conservato sempre, prima come privato e poi come capo del Governo. Una convinzione che tuttora si nutre di valori comuni, non solo di sentimenti”. “Tutelare i valori e l’identità di Israele significa difendere i nostri stessi valori, e significa trasmettere alle generazioni future un messaggio di libertà e di democrazia. A questi principi si sono ispirate in modo costante le scelte dei governi che ho avuto l’onore di presiedere. Come ho detto quando ho avuto l’onore di parlare davanti alla Knesset, la sicurezza di Israele nei suoi confini ed il suo diritto di esistere come Stato ebraico sono per noi italiani una scelta etica ed un imperativo morale contro ogni ritorno dell’antisemitismo e del negazionismo e contro le minacce anche recenti, per noi intollerabili di aggredire e distruggere lo Stato di Israele”. Insomma, ha concluso, “la nostra amicizia per Israele è franca, aperta e reciproca. Non è solo vicinanza verbale, non è solo democrazia ma è un moto dell’anima e viene dal cuore”.