GOVERNO: BERLUSCONI AI SUOI,PRONTI A VOTO SE SERVE MA NON RINCORRERE LEGA

Ott 5th, 2010 | Di cc | Categoria: Politica

Se servisse, saremmo pronti. Ma basta parlare di voto anticipato, quasi auspicandolo. Finiamola con l’accelerazione sul ritorno alle urne, alternando ipotesi e date (gennaio o marzo 2011) che in realta’ non esistono. Da un lato Silvio Berlusconi si prepara all’irreparabile, per evitare di doversi trovare un giorno spiazzato, ma dall’altro invita a tenere il punto. Il suo punto. Quello esposto la settimana scorsa a Montecitorio e a Palazzo Madama, quello con cui ha ottenuto il via libera in Aula, pur con tutti i distinguo del caso e l’apporto indispensabile dei finiani alla Camera. Il premier, durante alcuni colloqui avuti in giornata, avrebbe invitato i suoi a fare un passo indietro, a non rincorrere il conto alla rovescia lanciato ad esempio nei giorni scorsi da Roberto Maroni, convinto che servano ”tre settimane” per capire se la maggioranza ha davvero la forza di sostenere il governo, altrimenti sarebbe meglio ‘’staccare la spina”.

E’ un presidente del Consiglio incredulo, ma anche un po’ stizzito, quello che viene descritto da chi ha avuto modo di parlargli nelle ultime ore. E se da una parte nessuno dei suoi interlocutori nega che il Cavaliere ragioni pure sullo scenario piu’ pessimista, dando il via libera alla costituzione dei team elettorali con cui coprire le 61.000 sezioni sparse su tutto il territorio nazionale (in quest’ottica si lega la riunione odierna a palazzo Grazioli con Michela Brambilla, Denis Verdini, Mario Valducci e Mario Mantovani), dall’altra si concorda sulla richiesta partita dal capo del governo. Linea che non riesce pero’, al momento, a prevalere nelle uscite pubbliche di ex azzurri e An rimasti fedeli al Pdl. Insomma, il messaggio ribadito nelle ultime ore dall’inquilino di Palazzo Chigi sarebbe il seguente: non rincorriamo la Lega sulla richiesta del voto anticipato, ma puntiamo invece sull’attuazione del programma di governo.

Detto questo, se su uno dei punti illustrati in Parlamento la maggioranza non sara’ compatta - senza sottovalutare i tentativi di ribaltoni in chiave governi tecnici e i potenziali scossoni trasversali sulla riforma della legge elettorale -, il ritorno alle urne sarebbe automatico e non serve dunque evocarlo di continuo.

Tra l’altro, ripete Berlusconi - secondo quanto viene riferito da alcuni dirigenti del Pdl - non vanno sottovalutati gli ultimi sondaggi commissionati. Non tanto per il consenso in termini assoluti attribuito al Popolo della Liberta’, quanto per l’incertezza dovuta alla non riconoscibilita’ delle eventuali alleanze tra finiani e blocchi centristi. Senza dimenticare quel partito degli astensionisti ad oggi fin troppo solido.

Fonte ASCA

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